Adelaide di Borgogna, l’imperatrice santa

Nel 947, l’appena sedicenne, Adelaide, si congiunse in matrimonio con Lotario, figlio di Ugo d’Arles, re di Provenza e d’Italia. La giovane era figlia di Rodolfo II, re di Borgogna, e di Berta di Svevia, che, rimasta vedova, aveva sposato Ugo d’Arles.

Dopo tre anni di regno, Lotario, succeduto al padre sul trono d’Italia, spirò, forse avvelenato da Berengario, marchese d’Ivrea, che assunse allora la corona. Per rafforzare il suo potere, Berengario tentò d’imporre ad Adelaide, regina vedova, il matrimonio con suo figlio Adalberto e, dopo decisi dinieghi della donna, pensò d’allontanarla da Pavia, capitale del regno. Adelaide fu rinchiusa nel castello di Lierna, sul lago di Como, poi nella Rocca di Garda, strettamente sorvegliata e soggetta a privazioni e offese. Riuscì a fuggire, grazie ad un chierico di nome Martino, e a raggiungere, con Emma, la sua piccola figlia poi regina di Francia, la Rocca di Canossa, mettendosi sotto la protezione del vescovo Adalardo, mentre Berengario per tre anni cinse d’assedio la fortezza. Da qui Adelaide supplicò Ottone di Sassonia, re di germani, di intervenire in suo aiuto e, vittoriosamente soccorsa, sposò il suo salvatore che quello stesso anno si fece incoronare re d’Italia. Adelaide seguì il suo sposo in Germania, tornò poi in Italia per l’incoronazione imperiale. Alla morte del marito fu consigliera sia di suo figlio, Ottone II, sia del nipote, Ottone III, reggendo a lungo il governo dell’Impero e d’Italia.

Era una donna colta, parlava quattro lingue ed era sempre impegnata in opere di beneficenza. L’imperatrice santa fu donna forte. Prigioniera e maltrattata, poi fuggiasca su una barca a vela, si perse nei campi di grano, trascorse la notte nei boschi, minacciata, perseguitata. Rinchiusa a Canossa, resistette alle angustie ed alla paura. Già suo padre Rodolfo II aveva rivendicato il titolo di re d’Italia, lei fu una figura chiave nella storia europea della seconda metà del X secolo, regina consorte, regina madre, poi reggente. Nel 973, alla morte del marito, dovette affrontare l’ostilità del suo stesso figlio e abbandonare la corte per riconciliarsi Ottone II, anni dopo, a Pavia, grazie all’intercessione di San Maiolo, abate di Cluny. Lasciò ancora la corte quando, morto Ottone II, sua cognata Teofania non la tollerò accanto a suo nipote. All’improvvisa morte della donna, nel 991, fu richiamata e resse con rara saggezza l’impero, affiancata da Villigiso, arcivescovo di Magonza, Adalberto di Magdeburgo, San Maiolo ed San Odilone, mostrandosi previdente governatrice, attentamente protesa ad esercitare il potere nelle regole cristiane della pace e della giustizia.

Adelaide si ritirò dalla politica per dedicare gli ultimi anni della sua vita alla cura degli interessi religiosi e in particolare di alcune sedi cenobitiche. Sostenne la riforma cluniacense e fondò tre importanti monasteri, quello di San Salvatore a Pavia, quello di Payern e quello di Seltz. Nel 999, poco prima di morire, col sogno di pacificare la sua terra, intraprese un viaggio in Borgogna e, accompagnata dall’abate Odilone, visitò la tomba di sua madre Berta a Payerne e le reliquie della Legione tebana a Saint-Maurice. Si ritirò poi nel Convento di Seltz, in Alsazia, e qui morì lì il 16 dicembre del 999.

Elevata agli altari nel 1097 da Papa Urbano II, soleva sempre ripetersi che “è dovere dei ricchi usare misericordia verso i poveri”.

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: P. Golinelli, Adelaide: regina santa d’Europa

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