Il bombardamento aereo di Pompei

Pochi sanno che Pompei fu distrutta per una seconda volta da un nefasto bombardamento aereo nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

Cosa sia successo nella città romana nel 79 d.C., è ben noto, ma generalmente si ignorano i gravi danni arrecati al sito dal bombardamento cui fu oggetto nell’estate del 1943.

Le prime bombe piovvero su Pompei il 24 agosto, il bombardamento proseguì poi anche nel mese di settembre. Il bilancio finale fu di 162 bombe, che distrussero un patrimonio di inestimabile valore.

Anche le strutture moderne finirono per essere polverizzate con tutto il loro prezioso contenuto, nel caso di due delle stanze del Museo di Porta Marina. La storia dei pezzi museali più preziosi è singolare. Si salvarono perchè con l’avvicinarsi dei bombardamenti, furono spostati a Montecassino e scamparono il disastro della guerra che travolse l’Abbazia, tra gennaio e maggio del 1944, perchè fortunatamente, poco prima, il generale Frido von Senger li aveva mandati in Vaticano, ma i danni che subì il sito archeologico di Pompei furono enormi.

Il devastante bombardamento statunitense, infatti, fece sparire il Sentiero dell’Abbondanza, la via più animta di Pompei, la Porta Marina, gli archi che fiancheggiavano il Foro, il Teatro Grande, la Schola Armaturarum ovvero l’edificio che esibiva trofei catturati dal nemico, che il regime fascista ricostruì per il suo potenziale propagandistico, la Casa di Triptolemus, la Casa di Romolo e Remo, una parte della Casa di Diana, l’atrio della Casa di Epidio Rufo ed i dipinti della Casa di Salustio.

Sembra strano eppure ciò che vediamo oggi a Pompei da normali turisti sono, in realtà, le “rovine delle rovine”.

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: L. Garcia y Garcia, Danni di guerra a Pompei

 

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