Memorie della Grande Guerra: il colonnello degli alpini Santo Ettore Bozzano

Il Colonnello degli Alpini Santo Ettore Bozzano fu uno degli eroi della Grande Guerra.

Venutogli a mancare il padre, quando aveva appena dodici anni, frequentò il Collegio Candellero di Torino poi passò alla Scuola Militare di Modena.

Ebbe fama d’uomo altruista e generoso. Divenuto tenente del Deposito di Mondovì, il suo battaglione adottò un ragazzo abbandonato ed il Bozzano si impegnò personalmente per fornire al ragazzo un corredo e poi affidarlo all’Istituto degli Artigianelli di Genova. Questa bontà d’animo lo accompagnò sempre nella vita, non annebbiò mai le brutalità della guerra e lo fece sempre amare dai suoi uomini.

Uscito a venti anni dalla Scuola di Modena col grado di sottotenente destinato al I Reggimento Alpini, divenne Aiutante Maggiore in Seconda, poi fece richiesta d’essere mandato in Africa. Venne dunque inviato presso il 21° Battaglione delle Regie Truppe d’Africa. Qui iniziarono le sue imprese.

Caduta Macallè e sopraggiunta notizia della terribile battaglia di Adua, si ritrovò col suo battaglione a Maimarot a guidare l’eroica resistenza italiana contro Ras Sebat. Poco tempo dopo fu nella spedizione Baldissera che liberò Adigrat, dove erano bloccati da mesi centinaia di italiani. Rimpatriò nel 1896 e tornò al I Alpini per poi farsi trasferire nuovamente in Africa, nel 1900.

Destinato al battaglione Cacciatori d’Africa, dopo due anni, fu promosso capitano a scelta e posto al comando di una compagnia di truppe indigene. Rientrò in Italia e tornò ancora in Africa, stavolta in Cirenaica, nelle operazioni della Guerra Italo-Turca. Prese parte a molti fatti d’arme e si distinse specialmente a Uadi Sciaba, Sira Cirene, Zavia Feidia e Saf Saf. Fu anche tra gli arditi della colonna Tassoni, che compì il famoso raid attraverso la Cirenaica. Venne decorato della medaglia d’argento al valore, perché “in ripetuti combattimenti disimpegnò in modo esemplare le sue funzioni di Aiutante maggiore in I°, esponendosi al fuoco nemico con molta calma e arditezza. – Uadi Sciaaba, 10 aprile; Sira Cirene 16-20 maggio, Zavia Feidìa 5 luglio 1913”.

Nuovamente in Italia nel 1914, fu promosso Maggiore e inviato al 6° Reggimento Alpini. Allo scoppio della guerra ebbe il comando del Battaglione Val Brenta, che egli stesso aveva formato, istruito. Il Bozzano, promosso tenente colonnello, assunse alla fine del 1915 il comando del 4° Gruppo misto di Alpini e Guardie di Finanza, e quindi quello di un sottosettore in Val Sugana.

I combattimenti che egli diresse furono vari, aspri, decisivi, l’ultimo specialmente. Coi suoi resistette eroicamente su Monte Cima, si gettò furiosamente per primo nella mischia e, in un corpo a corpo, restò ferito contrattaccando due battaglioni di Kaiserjäger.

Il tenente colonnello Bozzano, ferito ma vincitore, fu promosso colonnello e gli fu conferita una seconda medaglia d’argento poi mutata in medaglia d’oro alla memoria: “Guidò con bravura ed intelligenza la difesa manovrata di una importantissima posizione. In un momento critico dell’attacco nemico fatto in forze, prese il comando della riserva, si slanciò alla testa delle truppe a un contrattacco felicemente riuscito che diede a noi una splendida vittoria. Rimase ferito da una bomba a mano. – Monte Cima, 26 maggio 1916”.

Morì a Genova, sua città natale, il 10 luglio del 1916, in seguito a ferita da bomba a mano riportate in combattimento.

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

 

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