Il decimo di linea Abruzzi a Goito

Il 30 maggio del 1848 si combatté la battaglia di Goito

Il generale piemontese Bava, alle presenza del sovrano Carlo Alberto e del futuro re Vittorio Emanuele, aveva schierato ventuno battaglioni, ventitre squadroni e cinquantasei pezzi. La prima linea era tenuta dall’11° Fanteria Casale, da tre battaglioni del Cuneo e da un battaglione napoletano del decimo reggimento di linea Abruzzi.

Il colonnello Giovanni Rodriguez, comandante del battaglione napoletano, ebbe l’ordine di tenere il posto ad ogni costo e così fece: al termine della battaglia il generale Bava, incontrando il colonnello Rodriguez, gli strinse la mano ed alcuni giorni dopo lo stesso colonnello napoletano fu insignito della Croce di San Maurizio e San Lazzaro.

Soldati napoletani, lucani, calabresi, pugliesi, abruzzesi componevano il corpo di spedizione delle Due Sicilie in quella che fu chiamata “Prima Guerra d’Indipendenza”. Le loro capacità ed il loro valore aveva già brillato a Curtatone e Montanara. Qui avevano ben figurato in compagnia di un corpo di volontari napoletani ed i capitani Catalano e Cantarella avevano ricevuto numerosi encomi. Stessa sorte era toccata al maggiore del decimo di linea, Spedicati, altro decorato da Carlo Alberto.

Ma da Napoli giunsero ordini chiari. Era scoppiata la rivoluzione, c’era da recuperare la Sicilia e, fedeli al giuramento dato, gli uomini di Rodriguez dovevano rientrare; era pure troppo problematico restare lì, su quel campo di battaglia in cui la vittoria era stata salutata al grido di “Viva Carlo Alberto re d’Italia”.

La popolazione di Goito ricordò con un manifesto i napoletani del decimo di linea Abruzzi:

“Doppiamente rincrescevole ci riesce la vostra partenza, sia perchè disutile ed improvisa, sia perchè nel tempo che rimaneste fra noi non abbiamo avuto che a gloriarci dell’opera Vostra. Prodi Napolitani del 10.º Reggimento di Linea Abruzzo ! Voi che appena arrivati vi uniste a noi con fratellevole simpatia, voi che per tutto il tempo che abbiamo passato assieme vi siete distinti per una condotta esemplare, voi che la memoranda giornata del 30 Maggio pugnaste così valorosamente nella battaglia combattuta sulle soglie del nostro paese, e noi dall’alto delle case vi abbiamo veduti, ed ammirati, accettate i ringraziamenti degli abitatori di Goito riconoscenti, i quali, delusi nel più fervido voto che fecero acciocchè voi foste sempre restati con loro, vi accompagnano ora alle vostre terre natali con un desiderio incessante, con una memoria non ſacilmente peritura”.

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

 

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