Il Tercio Viejo de Napoles, l’unità madre delle formazioni di fanteria della Monarchia Ispanica

“Cominciarono il giorno seguente ad arrivare le truppe dall’Italia, e anche se per il giorno 20 non erano ancora giunto Don Gonzalo col suo tercio, sapendo il marchese Spinola quanto fosse vicino, per non perder tempo, allestì il suo accampamento in una vastissima pianura, tenendo il Reno di fronte e il Mosella sul lato destro, circondati da alcuni villaggi, anche se piccoli, di aspetto molto appariscente. Dava un’ottima impressione la truppa, la maggior parte di esso era esperta e ben disciplinata, inferiore in numero di quanto sperato, ma certamente capace di qualsiasi impresa. Arrivò il giorno seguente Don Gonzalo de Cordoba col suo tercio, uno dei più lucidi che son venuti dall’Italia. Contava più di 1700 soldati, gente veterana e spigliata, capace di sostenere qualsiasi fatica, dimostrandolo dopo un lungo viaggio, fatto con tanta disciplina”.

Così descrivono le cronache l’arrivo del Tercio Viejo de Napoles sul fiume Reno nell’estate del 1620. A capo di truppe così agguerrite c’era il Maestro di Campo don Gonzalo de Cordoba, nipote del Gran Capitano. Stavano per conquistare il Palatinato ed eseguire una delle campagne più gloriose di questa unità militare.

Nel corso della sua storia furono numerose le unità che ricevettero il nome di Tercio de Napoles, spesso contemporaneamente e altre volte portando il nome del proprio maestro di campo, ciò rende difficile seguirne le tracce.

Alla fine del 1530, dopo la vittoriosa campagna di Firenze e la restaurazione dei Medici nella città toscana, una parte dell’esercito spagnolo che aveva partecipato alle operazioni continuò le operazioni per ordine dell’imperatore Carlo e trascorse l’inverno in Umbria. Con l’arrivo della bella stagione, il 1 maggio del 1531, le 10 compagnie di fanteria spagnola furono rinnovate ad Assisi andando a costituire una unità militare a cui fu dato il nome di “Tercio Vivo”, il suo primo maestro di campo fu Pedro Velez Guevara. Questo Tercio Vivo sarà il germe dei primi quattro tercios viejos della fanteria spagnola che ricevettero la “carta de naturaleza” nelle Ordinanze di Genova del 1536. Dopo aver ricevuto altre 12 compagnie provenienti dalla Lombardia, fu diviso in varie parti che, tra il 1532 e il 1533, accompagnarono l’imperatore Carlo nel suo viaggio in Spagna, partirono per Vienna per aiutare Fernando, re d’Ungheria nella sua guerra contro “el turco”, o marciarono verso il sud dell’Italia con il Maestro di Campo Rodrigo de Machicao.

Nella primavera del 1533, cinque compagnie del contingente che aveva guidato Machicao a Napoli, partirono col capitano Rodrigo de Ripalda verso la costa adriatica per la difesa delle Puglie. Col passare del tempo queste compagnie saranno il germe del Tercio Viejo de Napoles, che otterrà la “carta de naturaleza” come unità di fanteria con quel nome nelle menzionate ordinanze del 1536, insieme con gli altri tre Tercios originari: Malaga, Lombardia e Sicilia.

Il Tercio de Napoles partecipa alle operazioni terrestri e navali della Lega Santa del 1538, prendendo parte alla battaglia navale di Prevesa e con una partecipazione molto importante nella successiva conquista della piazza turca di Castelnuovo nell’ottobre del 1538 al comando del suo Maestro di Campo don Alvaro de Sande.

Ebbe anche un ruolo di primo piano nella successiva celeberrima difesa dell’assedio di Castelnuovo contro le truppe ottomane di Barbarossa e Ulamen nel luglio e nell’agosto del 1539, poi due delle sue compagnie furono lasciate sulla costa dalmata con sei del Tercio di Firenze, tre del Tercio di Lombardia e tre del Tercio di Malaga, formando tutti insieme il Tercio de Sarmiento o Tercio de Castelnuovo, che combatté in quel luogo fino all’ultimo uomo; facendo si che per gli ottomani si trasformasse in una vittoria di Pirro e frenando così nuove azioni ottomane nel Mediterraneo occidentale.

La città di Napoli è stata una delle principali basi della Monarchia spagnola in Italia e nel Mediterraneo, e possiamo affermare che fu la grande incubatrice delle unità di fanteria spagnola, che per il sistema di rotazione passavano necessariamente per la città per ricevere istruzioni ed acquisire esperienza, marciando in guerra come soldati esperti quando arrivava l’ora e dovunque il re li mandasse. Per questo motivo a volte è difficile tenere traccia di tali unità che una volta partite dalla città erano solite prendere il nome del loro maestro di campo.

Anche la Infanteria de Marina ha la sua origine nella città di Napoli, creata nel mese di febbraio del 1537 con una serie di compagnie che, dopo essere state destinate alle squadre delle galee, ricevevano il nome di Companias del Mar de Napoles, la fanteria di mare più antica del mondo.

Di conseguenza, appaiono nelle cronache molti nomi per le truppe provenienti da Napoli, i primi sono Tercio de Napoles, Tercio del Reino o Tercio de las Nueve Banderas. Per esempio, il Tercio di Napoli fu rinnovato nel 1536. Un altro Tercio di Napoli fu creato nel 1538 e si perderà nel 1554 come membro della Lega Santa in Ungheria. Nel 1548 si creò un altro Tercio de Napoles che si perderà nel 1707…

Nel settembre del 1565, un Tercio de Napoles sbarcò sull’isola di Malta come parte del Gran Soccorso inviato da don Garcìa de Toledo, vicerè di Sicilia, per l’inasprimento dell’assedio ottomano, uno dei più grandi di tutti i tempi. Nel 1567, durante la marcia dell’esercito nelle Fiandre al comando del Duca d’Alba per soffocare la ribellione fiamminga, partì una unità dalla Lombardia con questa denominazione per unirsi al contingente che si stava raggruppando a Milano, mentre l’unità madre con lo stesso nome era a Napoli.

La storia di questo glorioso Tercio è talmente grande che per ovvie ragione è impossibile affrontare questa indagine. Nel 1616, 1000 moschettieri delle compagnie di mare partirono con Francisco de Ribera dal porto di Napoli verso le coste ottomane su 5 galeoni inviati dal Duca di Osuna. Furono i protagonisti della prima grande battaglia navale tra galee e galeoni nel Mediterraneo, raggiungendo e sconfiggendo un’intera squadra di galee turche vicino Capo Celidonia, di fronte Cipro.

Durante la campagna del Palatinato (1620-1623), nel contesto della Guerra dei Trenta Anni, il Tercio Viejo de Napoles, posto sotto il comando di Don Gonzalo de Cordoba, ebbe un ruolo fondamentale, costituendo la pietra angolare delle forze cattoliche nella battaglia di Wimpfen (maggio del 1622), in cui la fanteria resistette senza cede un passo alle cariche di cavalleria nemica quando il resto della forza imperiale aveva ormai ceduto, ottenendo la vittoria sul Margravio di Baden-Durlach.

Il suo ruolo fu determinante anche nella battaglia di Fleurus (agosto del 1622) quando, bloccando l’esercito di Mansfeld sulla strada che portava a Namur, impedì il passaggio di non meno di 6.000 cavalli corazzati guidati da Cristian de Brunswick che li caricò almeno sei volte senza ottenerne la vittoria. Dicevano i fanti spagnoli che la terra tremava sotto i loro piedi come conseguenza del galoppo dei cavalli.

In definitiva, è giusto affermare che il Tercio Viejo de Napoles, uno dei quattro originari, è una delle unità militari più gloriose e illustri di tutti i tempi, ed è giusto che si sappia, e che lo valorizziamo come parte di questo patrimonio culturale del passato comune che condividono spagnoli, napoletani, siciliani e milanesi.

 

 

 

Autore: Hugo A Cañete, saggista, esperto di storia militare, fondatore del Grupo de Estudios de Historia Militar. In foto, la copertina de “Los Tercios en el Mediterráneo – Los Sitios de Castelnuovo y Malta”.

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3 pensieri riguardo “Il Tercio Viejo de Napoles, l’unità madre delle formazioni di fanteria della Monarchia Ispanica

  • 27 Ottobre 2018 in 23:20
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    Salve
    Mi chiamo Mauro Danti e sono di Napoli
    Sono un appassionato modellista e pittore di soldatini
    Ho allo studio un progetto per dipingere il Tercio viejo de Napoles
    Ho intenzione di usare miniature di 28mm creando una maquette sulla battaglia di Wimpfen .
    Qualunque notizia riguardante uniformologia e organizzazione sarebbe gradita
    Distintivsaluti

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    • 27 Febbraio 2019 in 10:13
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      Ciao Mauro

      Io sono spagnolo, mi chiamo Juan, si te serve di aiuta, o inspirazione poi guardare dipinti come “La Rendición de Breda” de Velázquez, o un cuadro di un pittore attuale, “El milagro de empel” de Augusto Ferrer Dalmau (Straordinario pittore). Ci sono scrittori spagnoli molto buoni in queli aspetti dei quali puoi conoscere i Vecchi Terzi della fanteria spagnola, in cui e incluso il terzo di Napoli (La serie di libri “El capitan Alatriste”, (anche hai un film di El Capitán Alatriste di 2005) in particolare il volume chiamato “Corsarios de Levante”). Un altro ottimo libro sui terzi é “Tercios de España, la legendaria infantería”, di Fernando Martínez Laínez y José María Sanchez de Toga.

      Spero che ti aiuti.

      Un saluto fraterno dalla Spagna.

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  • 19 Maggio 2023 in 18:06
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    “…ed è giusto che si sappia, e che lo valorizziamo come parte di questo patrimonio culturale del passato comune che condividono spagnoli, napoletani, siciliani e milanesi.”

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