La battaglia di Lucignano descritta a Ferrante Gonzaga

Relazione di Giuliano Gosellini, segretario di Ferrante Gonzaga, sulla sconfitta subita da Piero Strozzi per opera del Marchese di Marignano, Gian Giacomo Medici, a Scannagallo, presso Lucignano.

 

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Dopo l’ultima partita del Strozzi con l’esserci to da Siena, venne in Val di Chiana, dove Marciano et Olivete, et mise parte del esercito sopra Civitella con condurvi di poi sopra dui cannoni per batterlo, e col restante del exercito si mise a Ponte alle Chiane. Noi partimmo con l’ exercito nostro di sopra Siena alli 22 di luglio del 1554, e femmo il primo allogiamento a Ponte Bonzone, il secondo poi presso Sangusme, liavendo noi poi designato di far il terzo su Lessa; et havendo noi inteso che lo Strozzi era sopra Civitella, loco di grandissima importanza, sì per esser di sito forte et la chiave di Valdarno, com’anche per esser mal munito, caminammo una gran giornata per malissimo camino, nè si potè usar tanta diligenza nel caminare, che ‘1 nemico non ci scoprisse, et hebbe tempo a retirare l’artegliaria et la gente, perù con qualche confusione; laonde perdè molti fanti sparsi per i lochi couvicini, che forno circa il numero di 300. Attaccossi poi una scaramucia grossa tra la cavallaria francese, ch’era all’ingrosso, et la nostra ch’era in poco numero, nella quale restò prigione il Prior di Lombardia et il sig. Mario Santafiore.

Noi allogiammo sotto Civitella in loco sì asprissimo, che l’uno non poteva soccorrer l’altro, ma de sito però sicurissimo, nè altro allogiamento si potea far di quello. La matina sequente che noi eravamo fuori a riconoscer il paese, s’ebbe vista che lo Strozi caminava con l’essercito longo le Chiane, e allogiò al Belloro; per il che dando noi ordine la matina di mandarli a presentar la battaglia, s’hebbe nova et vista com’egli caminava verso Foyano. Noi recuperata la terra d’Oliveto, vi alogiamo sotto con” proposito d’andar a trovar lo Strozi sopra Foyano, havendo havuto aviso dal sig. Carlo Ursino che era dentro di quel loco, che per cinque o sei giorni s’harebbe defeso da quante forze havesse havuto lo Strozi, tanto più che egli non haveva che due cannoni per battere. Respondemmo al prefato sig. Carlo, che bastava ch’aspettasse dui giorni; ma essendo noi in camino li 28 del soprascritto, havemmo nova che Foyano il primo jorno che vi si accampò, havendo tirato 50 cannonate, si prese, con la morte di detto sig. Carlo, sacchegiata et abrugiata la terra, per la qua! cosa andammo con l’essercito sopra Marciano, dove lo Strozi havea lasciato 12 insegne di infanteria italiana tra la terra et un fortino, che haveva a canto, della quale impaurite parte ne fuggì a Lucignano, parte se retirò dentro la terra, che fu la maggiore con l’insegne, e parte ne fu morta e presa ; e perchè noi non havevamo altra artegliaria che da campagna, mandai prima ad Arezo per due cannoni, ma non se si potè havere altro ch’un mezo cannone mal in ordine ducascia et rote, qual gionse alle 22 hore, e con quella tirammo qualche botta ; ma per esser l’hora tarda et non havere altro eh’ un pezo de batteria , non si fe alcun profitto, espettando di farlo alla mattina de li 29; e stando per piantar l’artegliaria, comparse lo Strozi con l’essercito, dove s’attaccò una grossa scaramuccia, sì con cavalli come con fanti, la qual durò per spatio di X hore, combattendosi sempre sotto il forte del nemico, nè si mancò di cosa alcuna per tirarlo alla giornata, e detta scaramuccia fu tale, che eglino perderono da 700 homini tra morti e feriti, e noi da 200, oi\de che l’artegliaria de l’una e l’altra parte facìa gran danni ; però era molto maggior quello che la nostra faceva a loro. Lo Strozi s’accampò lasciandosi la terra di Marciano per il fianco, nè da l’uno e l’altro exercito era più distanza d’una archibugiata, ambi però patendo molta necessità, massime d’acqua, de la quale chi ne voleva si per le bestie come per li nomini, era necessario combatterla. Il luni dì seguente si scaramucciò a piedi et a cavallo sempre con gran danno dello nemico, dove li nostri soldati e da cavallo e da piede mostrorno tanto ardire, che diedero allo nemico non poco terrore, il quale per havére eminentia de sito ne dava qualche danno con l’artegliaria , e mandò a Siena per altri due cannoni : il martedì si scaramucciò benchè leggiermente, e tolsemo di loro molti bagaglie. Il martedì si stette assai quietamente e con poca scaramoccia. Di fanti italiani del Strozi se, ne sbandavano assai , et a noi il simile e più: onde che fecimo far banno, che tutti quelli che fossero venuti alla banda nostra, si le sarebbe dato buon recapito, e quelli che havessero voluto irsene a casa sua, se le sariano fatte le loro patenti. Lo Strozi a l’opposito fece far bando che chi passava alla banda sua, li sarebbe dato quattro scuti per ciascuno. Parse ch’avessimo qualche sentore, che lo Strozi era per levarsi la notte con l essercito per il ponte a Nuagliano alla volta di Monte Pulsano, che fo il primo d’agosto; per il che noi tenemmo l’essercito armato et in ordine per darli alla coda; ma la notte non fece alcuno motivo. La matina poi mandammo le genti, sendo già un pezo di giorno, a rinfrescare alle loro tende, medesmamente la cavalleria a beverar fuor de le guardie ordinarie; nel qual tempo in un momento fu visto che le bagaglie e l’artegliarie del nemico cambiavano, seguitando poi l’ordinanze col debito intervallo, e fermandosi de colle in colle noi subito con quella presteza possibile méttemmo l’essercito in ordine, seguitando però prima con pochi lo essercito nemico e trat tenendolo con l’artegliaria. Quello che ne dava imbarazo era che la maggior parte della cavalleria s’abeverava alle Chiane lontano un pezo, nondimeno arrivava di mano in mano. Lo Strozi haveva lasciata una insegna di fanti in Marciano, presupponendosi che noi dovéssimo occuparci sopra. Detto Strozzi teneva il camino di Foyano per haver 1′ eminentia de’colli, et haveva laartegliaria avanti che non ne poteva offendere; noi havevamo doi sagri per fronti, che ne fecero gran servitio, e cossi tracchegiandolo con la nostra artellaria per lo spacio di quattro hore, havendo situato lo esercito nostro di questamaniera: l’archibugieria sbandata innanti, occupando di colle in colle con Tagiuto della artellaria; l’ordinanze seguivano, l’infanteria spagnuola su la mano stanca, la tedesca quasi al pari, et alla man dritta l’italiana, però in loco stretto, la ca valleria legiera su la mano stanca con l’huomini d’armi quasi al paro. Il nemico fermatosi al colle delle donne presso al poggio con la battaglia de Alemanni et un’altra di Francesi et Italiani, ch’erano superiori a noi in vero di fanti VI e; la sua cavalleria era su la man dritta a fronte della nostra , e dato l’ordine, la nostra spinse alla volta de la sua sì quella d’arme, come la leggiera, passando una fossa che havevano innanci , e leggiermente misero in fuga la sua , anchor che havessi qualche spalla d’archibugieria, seguitandola a briglia sciolta. Il che vedendo Strozi esser privo della cavalleria, e che la nostra veniva ad esserli doppo le spalle o almeno per il fianco, e che si calava il poggio, descendeva in una larga pianura benchè fossa ta; et stando fermo nel colle, la nostra artegliaria nón poco l’offendeva; se risolse di combatter et fu con stretto di venire a trovarne, facendo de le sue battaglie quasi una per la strettezza del loco, sendo l’una e l’altra parte per la longa scaramuccia priva de l’archibugieria. Noi fermate le nostre battaglie, aspettiamo l’inimico, qual venne assai valorosamente, massime li Todeschi, Grisoni et Francesi. Piacque a Dio che si trovammo un fosso davanti assai profondo, et accortosi noi di questo vantagio, fermammo tutti li nostri ordini presso detto fosso, et l’inimici ne investirno coragiosamente, li quali passato il fosso, alcune file di loro forono rotti.

Detto fosso ne fece assai servitio; cossì seguitando noi l’inimico sotto Lucignano, con grande sua strage fu dissipato e rotto tutto il suo essercito tra morti e prigioni con poco danno nostro, havendoli tolto da cento insegne et stendardi di cavalli, et toltoli alcuni pezi piccioli d’artigliaria, disfattoli la cavalleria, et le reliquie fugite a Siena. La fanteria è tutta andata via, et oltre alla mortalità grande, se ne sono trovati crepati infiniti per lo calore et per l’arme, e perciò Lucignano, loco fortissimo e di grande importanza, se ne resono subito. Trovoronsi li due cannoni di nemici e l’altri dui che venivano da Siena, sopra la strada con molti carri di monitione de diversi sorte; però s’ha da sperar che nostro Signor Dio, che n’ha dato questa sì honorata vittoria, complirà anche al sopra più, e domane alli 5 saremo sopra Siena. Nel loco dove fo fatta la giornata, il nemico haveva per fronte Marciano, Lucigniano per le spalle, e Foyano per il fianco a man dritta , luoghi presidiati da esso.

L’infrascritta nota è il numero delli prigioni e delli morti ali doi di agosto la rotta del Strozo. Il numero delli morti passa più di 4000 nomini, la maggior parte lancichinech e grifoni , e qualche numero di Francesi ; li presi ascendeno al numero de più de doi milia lancichinech, grifoni e Francesi, e qualche numero d’ Italiani; il resto dell’essercito tutto fracassato, sì la cavalleria. come la fanteria. Lo Strozi fugito, con due archibugiate il sig. Aurelio Fregoso ferito. Li prigioni di qualità:

Il sig. Galeazo Bentivogli;

Il conte di Cajazo;

Il conte di Diene;

Il sig. Paulo Ursino;

Il capitan Turchetto da Briescia;

Il capitano Bartolo Moreno;

Il Serigliao locuntenente di San Piero;

Il capitano Agabito da Lodi, quale oltre la compagnia era sergente maggiore;

Il capitano Giovan di Gaio francese, ferito e prigione;

Altri capitani et alfieri feriti e prigioni ;

Monsignor di Vallocon colonello di Francesi morto;

Il colonello Chiaramonte morto;

Il capitano Combaso francese morto;

Il capitano Tablaso morto;

Il signor Gioan Bentivoglio morto;

Il Rincrocco giovene valente locotenente di Todeschi morto ;

Tutti li capitani di lahcichenech et alfieri morti;

Molti capitani italiani morti;

Toltogli cannoni quattro rinforzate;

Sei pezi d’artegliaria picciola e monitione assai de diverse sorte ;

Toltoli da oento insegne e stendardi di cavalleria;

Dato un commisso a 500 grisoni e mandatoli alle loro case ;

Mandati 400 Francesi alla volta di Piamonte per andare in Francia, con promissione fatta far a loro et all’altri non servir Francesi per uno anno;

Toltoli da 400 lancichenech a servitio di S. M. Cesarea, havendo loro giurato di servire fidelmente alla prefata Maestà ;

L’Italiani prigioni si sono mandati alle loro case per la maggior parte ;

La presa di Lucignano loco fortissimo e ben munito con molte altre castelle; son restati per tutte queste terre molti Francesi feriti.

 

 

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