Le elezioni nell’antica Pompei

Ai tempi dell’antica Roma si faceva propaganda elettorale scrivendo sui muri ed il sito archeologico di Pompei ne è una testimonianza.

Quì sono stati ritrovati circa duemicainquecento annunci politici dipinti sui muri con proclami scritti dal candidato, ma anche inviti di elettori e persino la contropropaganda dell’avversario che con tono ironico e firme dichiaratamente false affermava: “i ladruncoli chiedono la sua elezione”.

La struttura politica ed amministrativa di Pompei, ad imitazione di quella di Roma, reggeva sui duoviri, magistrati cittadini equivalenti ai consoli romani, scelti annualmente come responsabili dell’amministrazione della giustizia, e sugli edili, i responsabili della manutenzione di edifici e strade. Attorno a queste cariche si accendevano accanite contese.

Il candidato che concorreva alla carica politica doveva presentare ad un consiglio una professio nominis, cioè una dichiarazione ufficiale. Il consiglio poi decideva se accettare o meno i candidati e pubblicava la lista, l’accettazione delle candidature al magistrato incaricato ed e infine la pubblicazione dei nomi. Per quanto riguarda le votazioni, la città era divisa in circoscrizioni elettorali il cittadino, il giorno stabilito per le votazioni, si recava nel Foro dove c’era un edificio, il Comitium, già suddiviso in settori, e votava nella sua sezione su una tabella cerata che poi veniva posta in un’urna. Ultimate le votazioni si procedeva allo spoglio e i risultati
venivano resi noti ed avveniva la pubblica proclamatio.

Il clima della politica pompeiana può essere oggi compeso da sorprendenti “manifesti elettorali” dell’epoca dipinti in lettere rosse o nere sui muri di alcuni edifici cittadini delle strade principali, a volte sovrapposti ad altri di precedenti tornate elettorali. Le pubblicità rispondono ad uno schema abbastanza consolidato: danno il nome di un candidato, la posizione che intende raggiungere ed a volte si rivolgono direttamente al potenziale elettore. Di tanto in tanto, registrano anche il nome dello scrittore , perché sembra che la realizzazione di queste pubblicità fosse un vero e proprio lavoro.

Solo gli uomini ricchi potevano candidarsi ad una carica pubblica elettiva, solo uomini erano anche gli elettori ma uno dei fatti più sorprendenti di questi annunci elettorali di Pompei è che spesso sono nominate delle donne come sostenitori di alcuni candidati. Forse perchè erano note come esempio di virtù. Ad esempio, Tedia Secunda sostenne Lucio Popidio Secundo presentandosi come sua nonna.

Il grosso degli annunci si trova nelle vie Mercurio, di Nola, delle Tombe, del Vesuvio e Nucerina. Vi si leggono spesso encomi e qualifiche che il candidato desiderava evidenziare come “giovane onesto”, “dei più riservati”, “dei più virtuosi”. Tutte qualificazioni tese a mettere in evidenza le doti morali dei candidati, una rassicurazione per l’elettorato. Ma si evidenziano anche capacità particolari, per esempio si legge di un candidato che “sa far bene il pane”, forse questi meriti lo rendevano allo sguardo dell’elettore anche capace di ben governare la città.

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

 

 

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