Le Figlie della Santissima Vergine di Cremona

Il Padre Giovanni Mellina, rettore del Collegio dei Gesuiti e istitutore delle Vergini della Purificazione della Madonna di Arona, volle che anche Cremona avesse un istituto simile e, nel 1617, avviò una fondazione destinata all’educazione delle fanciulle che prese il nome di Figlie della Santissima Vergine.

Per quei tempi il collegio era un’assoluta novità. Le religiose adottavano una vita comune ma non la clausura diffusa in tutti gli ordini monastici. Esse, scrive il Fontana, “pronunziano i loro Voti dopo diciotto mesi di prova, e le Sorelle Ajutanti vengono ammesse alla Professione dopo essere state per dieci anni nella Congregazione. Accoppiano esse la contemplativa vita con l’attiva; quindi a’ loro esercizj Spirituali aggiungono l’istruzione delle giovanette, che dimorano presso loro, come Pensionarie, e loro insegnano tutti i lavori convenienti alle persone del loro sesso… Il loro abito è affatto simigliante a quello de’ Gesuiti, e soltanto cuoprono la loro testa con un berrettino bianco, ed un velo nero; e quando compariscono in pubblico si pongono in dosso un manto, che le cuopre da capo a piedi, e portano in testa due lunghi veli neri uno assai rado, e l’altro più spesso. Ciò, che distingue da loro le Sorelle Ajuntanti è un velo bianco che cuopre la loro testa. Le giovinette, che dimorano presso loro come Pensionarie quando escono per andare con loro alla Chiesa vestono di turchino, ed edificano il popolo colla loro modestia”.

La congregazione si era raccolta attorno a Madre Lucia Perotti, nobildonna cremonese, che già nel 1610 aveva intrapreso la sua strada, fondando il Collegio della Beata Vergine, struttura destinata all’educazione delle fanciulle. La loro congregazione fu approvata da Giovanni Battista Brivio, Vescovo di Cremona, che accordò pure molti privilegi.

Si legge nella “Nuova Guida di Cremona” di Giuseppe Picenardi: “Queste Signore del Collegio della B. Vergine tengono in forza del loro istituto, non solo l’interna educazione delle giovani figlie nobili, e civili, ma si occupano ben anco nella esterna istruzione delle figlie del popolo, che alla loro scuola vengono gratuitamente ammesse. Sono queste istruite, oltre i principi della santa nostra Religione, tanto nel leggere, che nello scrivere e far conti, ed in ogni sorta di femminili lavori. Frequentano esse la chiesa del SS. Marcellino e Pietro, ed banno pure una picciola chiesa annessa al proprio loro Collegio, fabbrica solidissima appostatamente a quest’uso in origine costrutta, in tre piani divisa, ed assai bene distribuita”.

Il collegio rischiò però di venire soppresso varie volte: nel 1773, anno dello scioglimento della Compagnia di Gesù, per gli stretti legami esistenti tra le vergini e i gesuiti; nel 1784 a opera di Giuseppe II e nel 1810 per decreto di Napoleone Bonaparte, ma riuscì a sopravvivere perché le leggi canoniche non riconoscevano il valore dei voti professati dalle vergini del collegio. Nacquero così le Suore della Beata Vergine.

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Fonte foto: dalla rete

Bibliografia: G. F. Fontana, Storia degli Ordini Monastici, Religiosi e Militari

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