Le manifatture della Calabria Citeriore nel 1817

Traiamo da un discorso di Andrea Lombardi, esponente della Società Economica di Calabria Citra nel 1817, un prospetto delle manifatture della Calabria Citeriore in quegli anni.

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Gli Scrittori di Economia civile, come pur troppo vi è noto, Soci amatissimi, distinguono due classi di arti,le necessarie, e le miglioratrici. Suddividono poi queste ultime in arti di comodo, ed in arti di lusso. Le necessarie, che diconsi anche primitive e meccaniche, servono agli usi ordinari ed a’ bisogni indispensabili della vita. Esse vengono esercitate, dove più dove meno Perfettamente, presso tutte le nazioni, non escluse quelle che più si avvicinano allo stato di barbarie. La loro esistenza è legata strettamente a quella degli uomini: esse sono inseparabili dal vivere socievole,e di una necessità assoluta. Le miglioratrici, che sono altrimenti conosciute sotto il nome di secondarie, o rendono la vita più agiata e comoda accrescono la massa de’ piaceri, e fomentano le distinzioni ed i raffinamenti della Società. Questa seconda classe di arti prende propriamente la denominazione di Manifatture. Or di tutte le indicate spezie di arti, le sole primitive, e quelle di comodo vengono coltivate nella Calabria Citeriore. Non esistono in essa arti così dette di lusso; queste non vi sono state, per quanto io mi sappia, giammai introdotte, nè vi possono allignare nella sua attuale posizione. Prescindendo da pochi materiali, che vi vengono introdotti, come il ferro, l’acciaio, il rame ec., tutte le nostre arti meccaniche sono alimentate da’ prodotti del nostro suolo. Le nostre medesime produzioni formano la base di quelle arti che rendono la nostra vita più agiata, e soddisfano i nostri bisogni secondari. Lo stato poi delle arti tanto necessarie che miglioratrici di‘ primo grado, le quali trovansi stabilite presso di noi, non è affatto soddisfacente. Si le une che le altre sono ben lontane da quella perfezione, di cui abbisognano, ed a cui potrebbero pervenire. Una cieca pratica dirige tanto la mano degli artefici di prima necessità, quanto quella di coloro ch’ esercitano arti di comodo. Nè la esperienza del passato, nè 1’ impulso dato da’ lumi del secolo all’ operosità ed alla industria umana, han prodotto alcun utile cambiamento nella loro condizione. Le nostre arti e le nostre manifatture possono in un certo modo dirsi stazionarie; non mi ingannerò forse se dirò che sono retrogradate. Niun miglioramento hanno ottenuto malgrado le sollecitudini de’ rispettivi Governi, e gli sforzi recenti dell’ amministrazione civile, anzi alcune tra esse sono notabilmente deteriorate. Di questa verità potrete agevolmente convincer’vi dando uno sguardo passaggiero al loro stato attuale…

La seta è uno de puncipali prodotti, di cui poss pregiarsi la Calabria Citeriore. Se ne raccoglie ima gran quantità ne’ Distretti di Cosenza e di Paola: ma è scarsa e di picciolo momento la raccolta’che fassene in quello di Castrovillari, scarsissima e da non mettersi a calcolo la seta che si ottiene nel Distretto di Rossano. Un tempo questa industria era della più grande importanza; in oggi è sensibilmente diminuita si per le vicende politiche che son corse, che per altre cagioni a voi non ignote. Con tutto ciò la estrazione e la vendita di questo genere, che si esegue in natura, richiama in ogni anno nella nostra Provincia somme considerevoli. L’abbondanza della seta presso di noi avrebbe dovuto in ogni tempo determinare i nostri abitanti a mettere a profitto siflatti vantaggi, col promuoverne il lavorìo, ma nulla di ciò siè veduto. Si può francamente asserire che non hanno mai esistito, e non esistono manifatture di seta nella Citeriore Calabria. Si lavoravano non ha guari nel Comune di Paola stoffe di seta che non erano prive di pregio; ma queste sono già decadute, ed appena ora in quel capo-luogo vi si lavora del cattivo matrasse, e pochissimo amuerre. In qualche altro Comune della Provincia si lavorano rigatini, amuerri ordinari, ed altri tessuti di seta e cotone, o di seta e lana; ma oltre che questi lavori sono in picciolissima quantità, non hanno alcun merito, e servono per lo più agli usi di quelle famiglie medesime, nel sono delle quali particolarmente si eseguono. Possono però in certo modo formare una eccezione alla regola i diversi lavori che si compiono con qualche successo nel Monistero di S. Maria Scalaceli di Castrovillari, come i fazzoletti di seta di ogni colore, le telette di seta e lana bianca, irigatini di seta, e cotone, e le mezzapelle di seta e bambagia bianca.

Dopo la seta il cotone occupa il secondo luogo nel sistema della nostra Economia. Ne produce in abbondanza il territorio di Castrovillari, quello di Cassano, e presso che tutta la vasta estensione della marina del Ionio compresa nel Distretto di Rossano. La coltura della bambagia è la meglio conosciuta, per cui se ne ottiene di buona qualità, principalmente in Castrovillari, in Rossano, ed in Cropalati. Dapertutto poi nella Provincia si eseguono lavori di bambagia, ma quelli che si fanno ne’ luoghi ove il suolo è più ferace di siffatto prodotto hanno un pregio maggiore. In Cassano in Castrovillari ed in Corigliano si tessono mediocri tele di cotone, servigi da tavola non dispregevoli, dobletti, felpe ec. In Rossano però questo ramo d’ industria è più inoltrato, e presenta lavori più soddisfacenti. Sono molto apprezzati i così detti Fililli, Fustagni, Illusellini, Petti di pollo ec. che si ottengono dal filato di prima sorte; né sono privi di merito, benché di qualità inferiore, i tessuti di cotone che si hanno lavorandosi gli altri filati che si dicono mezzani ed infimi. Di queste manifattura si fa ordinariamente uso per vestimenta di uomini e di donne, per servigi da tavola, per coverture di letti, per cortinaggi di està, per fazzoletti, calze, ed altro. In generale le manifatture di cotone sono quelle che han fatto maggiori progressi in questa Provincia, sopratutto nello scorso decennio. La mancanza delle manifattura straniere di questa natura, derivata da’ noti impedimenti del Commercio, facendo esitare grande quantità de’ nostri tessuti di bambagia, ha potentemente contribuito al loro miglioramento.

Seguono le manifatture di Lana. La nostra Pastorizia non è delle ultime del Regno; essa somministra lana di ogni qualità ed abbondevolmente. Non esistono però presso di noi lanifici, o altre fabbriche di questo genere. Si lavorano soltanto rozzamente le nostre lane, e per gli usi economici della classe infima del popolo. Sono in riputazione i così detti Zigrini che si fabbricano in Longobucco ed in Bocchigliere, è anche tenuto in pregio l’arbascio che si lavora in Scigliano, in Aprigliano, ed in altri Casali di Cosenza: sono similmente stimati i diversi lavori di lana semplice, o unita alla seta ed al cotone che si fanno in Castrovillari, in Lungro, in Altomonte, in Morano, in Cassano, ed in Mormanno, e che vanno sotto il nome di fiannine, di pannetti, di lanette, di casimiri, di panni mischi cc: ma tutte queste fabbriche di lana sono ancora nello stato di rozzezza e di mediocrità.

Passiamo alle manifatture di Lino. La coltura di questa pianta tigliosa è molto limitata in Provincia. Il lino manca assolutamente in parecchi luoghi, ed in altri non basta a’ bisogni della economia domestica. Da ciò nasce la necessità di procacciarselo da lontani paesi. Tanto poi del lino che produce la nostra terra, quanto di quello che viene da’ Mannelli, da Napoli, da Taranto, e da altre parti del Regno, se ne lavorano tele per camice, per biancherie di letto, e per altri usi familiari. Si distinguono sopratutto le tele di Rogliano, di Marzi, di Sanfili, di Fuscaldo, di Corigliano ec. Generalmente le tele di lino che si lavorano in Provincia sono mediocrissime, e non formano un oggetto interessante di economia e d’industria. Convien dire lo stesso delle manifatture di canape di cui vi e gran deficienza nel nostro paese, e la di cui coltivazione è quasi intieramente negletta.

È questo il luogo di osservare che tanto le scarse manifatture di seta e di lino, che le mediocfi di cotone e di lana sono in questa Provincia esclusivamente esercitate dalle donne, le quali vi hanno un’attitudine particolare.

Veniamo alle manifatture di cuoj. Evvi non indifferente quantità di cuoi, e di pelli nella Calabria Citeriore, eppure non vi esistono concerie degne di considerazione. All’infuori di quelle stabilite in Cosenza, in Scigliano, in Mormanno, ed in Corigliano, le quali danno delle suole, corduane, ed altre pelli lavorate di mediocre qualità, tutte le altre concerie della Provincia non vagliono la pena di essere rammentate.

Esistono finalmente nella Calabria Citeriore diverse fabbriche di estratto di liquirizia. Quasi l’intiera estensione di essa produce in abbondanza la pianta dalla cui radice quello si ottiene. Siffatto prodotto spontaneo del nostro suolo rende moltissimo a’ proprietari delle terre ove nasce, e forma la ricchezza di coloro che ne fanno oggetto di speculazione commerciale.

Ecco passate brevemente a rassegna le poche e presso che nascenti manifatture della nostra Provincia. Mi sono astenuto dal farvi parola delle fabbriche di sapone ch’esistono in Rossano, Cassano cc. di quelle di cera che si trovano stabilite in Rogliano, Saracena ec. di quella di corde armoniche di questa Città, perché ho giudicato che non meritavano la vostra attenzione, dovendo piuttosto dirsi saggi e tentativi d’industria che vere manifatture.

 

 

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