Lo sterminatore di pirati, James Brooke

Se è abbastanza comune che a un personaggio storico realmente esistito venga dedicato un libro, è fatto più raro che uno di questi sia trattato in due, di libri. Nel caso del personaggio in questione siamo al primato di ben tre opere nelle quali figura, come se stesso o come fonte d’ispirazione per gli autori. Parliamo di James Brooke il nemico di Sandokan.

Il 29 aprile 1803 nasce, in un sobborgo di Benares, nel Raj Britannico delle Indie, James Brooke, noto alle cronache storiche come il “Rajah bianco”, titolo che equivale al nostro “governatore”, che ebbe direttamente dal Sultano del Brunei Muda-Hassin, ricoprendone la carica dal 1842 al 1868, grazie all’aiuto ch’egli, commerciante già membro della Compagnia delle Indie passato ad affari privati, fornì durante la rivolta intestina dei Dayachi.Divenuto Rajah di Sarawak, Brooke fu letteralmente il padrone dell’intera zona, nella quale promulgò, fra le altre, le leggi contro la pirateria che infestava le zone costiere e i fiumi navigabili del paese. Probabilmente la rivolta dei Dayachi era stata appoggiata dalla comunità pirata della zona, che continuava in un’opera di resistenza la propria attività antigovernativa. Grazie anche alla sua opera diplomatica James divenne governatore di Labuan e del Borneo, rafforzando di fatto la sua leadership fra il governo locale e i territori britannici legati alla Corona.

Il personaggio di James Brooke compare, in carne, ossa e carta d’identità, nel romanzo di Emilio Salgari “I pirati della Malesia” pubblicato nel 1896. In quest’opera, la terza del ciclo Indo-Malese, è l’antagonista del portentoso Sandokan, la tigre della Malesia, e dei suoi tigrotti. Nello scontro fra i due le vicende sono alterne: dapprima, dopo un lungo e sanguinoso assedio, ha la meglio Brooke, che arresta e fa deportare il pirata nelle colonie penali australiane. Dopo la fuga rocambolesca e la vendetta del tigrotto, sarà Sandokan a vincere il duello, che culminerà, con un colpo di scena, con Brooke lasciato in libertà. Nobile finale dello scontro fra due personalità molto forti ma con principi e morali ben salde. Tutto sommato Salgari ne rispetta la natura, mal considerata dalle cronache del tempo per la sua avidità e per gli abusi di potere che gli venivano contestati. Lo scrittore veneto lo presenta così: “Nel 1857, anno nel quale accadono gli avvenimenti che stiamo narrando, James Brooke era al culmine della sua grandezza, a segno che con un sol gesto faceva tremare persino il sultano di Varauni, cioè il sultano del più vasto regno della grande isola del Borneo”. Più forte è l’antagonista, maggiore sarà l’impresa del protagonista… Un antico quanto efficace escamotage letterario.

Oltre all’opera salgariana, si considera Brooke come fonte di ispirazione per altri due personaggi letterari. Il più celebre è il “Lord Jim” narrato da Joseph Conrad, pubblicato a puntate dal 1899 al 1900 sul Blackwood Edinburgh Magazine, libro nel quale si raccontano le vicende di un giovane ufficiale inglese di Marina mercantile reo suo malgrado di un grave atto di viltà nell’esercizio del proprio lavoro e del suo lungo percorso di espiazione e riabilitazione nelle lontane terre bornesi, fino all’estremo sacrificio. Il meno conosciuto ma altrettanto importante è il co-protagonista del libro di Rudyard Kipling “L’uomo che volle farsi Re”, opera del 1888 nella quale due avventurieri Inglesi nelle Indie vivono una serie di vicende e disavventure che li porteranno a divenire i Re di una sperduta e lontana regione dell’odierno Afghanistan, il Kafiristan.

In comune con l’originale i tre personaggi letterari mantengono diverse caratteristiche: l’ambizione, la determinazione, lo spirito avventuroso, la fermezza, l’abilità politica, ma anche un sottile, definitivo, rimando alla propria coscienza, sempre interpellata a fronte di comportamenti a tratti veramente privi di scrupoli. Ma soprattutto Brooke ha dalla sua due elementi che lo rendono pressoché unico nel panorama politico e storico dell’800: capacità e carisma, piaccia o non piaccia ai lettori quello che fu il suo operato.

 

 

 

Autore articolo: Davide Barella
Fonte foto: dalla rete

Davide Barella, insegnante, si occupa di teatro sociale (scuole, carceri, disabilità) e di promozione della lettura e della letteratura per ragazzi. E’ autore di saggi e articoli sui Ventimiglia, sui cavalieri corsari e su Emilio Salgari.

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