Cesare Borgia contro Vitellozzo Vitelli e Oliverotto da Fermo
Una celebre pagina di Machiavelli descrive la vendetta di Cesare Borgia contro i ribelli Vitellozzo Vitelli e Oliverotto da Fermo.
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Ordinate così le cose, el duca Valentino ne veniva verso Sinigaglia: e quando arrivò la prima testa de’ cavigli al ponte non lo passorno, ma fermisi volsono le groppe de’ cavalli l’una parte al fiume l’altra alla campagna, e si lasciorno una via nel mezzo donde le fanterie passavano, le quali sanza fermarsi entravano nella terra. Vitellozzo, Pagolo e duca di Gravina in su muletti ne andorno incontro al duca, accompagnati da pochi cavigli; e Vitellozzo disarmato, con una cappa foderata di verde, tutto afflitto come se fussi consio della sua futura morte, dava di sé (conosciuta la virtù dello uomo e la passata sua fortuna) qualche ammirazione. E si dice che quando e’ si partì da le sua genti per venre a Sinigaglia e andare contro al duca, ch’e’ fece come una ultima dipartenza con quelle: e a li suoi capi raccomandò la sua casa e le fortune di quella, ed e’ nipoti ammunì che non della fortuna di casa loro, ma della virtù de’ loro padri e de’ loro zii si ricordassino.
Arrivati adunque questi tre davanti al duca, e salutatolo umanamente, furono da quello ricevuti con buono volto, e subito da quelli a chi era commosso fussino osservati furno messi in mezzo. Ma veduto il duca come Liverotto vi mancava (el quale era rimasto con le sue genti a Sinigaglia e attendeva, innanzi alla piazza del suo alloggiamento sopra el fiume, a tenerle nello ordine ed esercitarle in quello) accennò con l’occhio a don Michele, al quale la cura di Liverotto era demandata, che provvedessi in modo che Liverotto non scappassi. Donde don Michele cavalcò avanti, e giunto da Liverotto, li disse come e’ non era tempo da tenere le genti insieme fuora dello alloggiamento, perchè sarebbe tolto loro da quelli del duca; e però lo confortava ad alloggiarl e venire seco ad incontrare el duca. E avendo Liverotto eseguito tale ordine, sopraggiunse el duca e,veduto quello, lo chiamò: al quale Liverotto avendo fatto reverenza, si accompangò con gli altri. Ed entrati in Sinigaglia e scavalcati tutti a lo alloggiamento del duca, ed entrati seco in una stanza secreta, furno dal duca fatti prigioni. El quale subito montò a cavallo e comandò che fussino svaligiate le genti di Liverotto e degli Orsini. Quelle di Liverotto furno tutte messe a sacco, per essere propinque. Quelle degli Orsini e Vitegli sendo discosto e avendo presentito la ruina de’ loro patroni, ebbono tempo a mettersi insieme; e ricordatosi della virtù e disciplina di casa Vitellesca, strette insieme, contro alla voglia del paese e degli uomini inimici si salorno. Ma e’ soldati del duca non sendo contenti del sacco della gente di Liverotto, cominciorno a saccheggiare Sinigaglia; e se non fussi che il duca con la morte di molti represse la insolenzia loro, l’arebbono saccheggiata tutta.
Ma venuta la notte, e fermi e’ tumulti, al duca parve di fare ammazzare Vitellozzo e Liverotto: e conduttogli in uno luogo insieme, li fe’ strangolare.