Colantonio Stigliola da Nola

Il mondo sospeso tra magia e scienza di Bruno, Campanella, Telesio e Della Porta, annovera un altro intelletto di indiscusso valore: Colantonio Stigliola, nato a Nola nel 1546.

Stigliola fu medico e filosofo, chimico e matematico, stampatore e topografo, ingegnere ed occultista, come tutti i geni della sua epoca.

Studiò medicina all’Università di Salerno, vi si laurò nel 1571, poi giunse a Napoli dove insegnò ingegneria, a quanto pare, a circa quattrocento studenti. Fu amico di Galileo, di Campanella e Giordano Bruno, mebro dell’Accademia degli Svegliati e dell’Accademia dei Lince e, come gran parte dei suoi amici, finì processato dall’Inquisizione.

Divenne, nel 1580, topografo della città di Napoli e membro del Tribunale delle Fortificazioni e sviluppò nuovi progetti per il porto e le mura, nessuno dei quali fu però realizzato. Con successo invece elaborò una mappa topografica del Regno di Napoli ancora oggi ritenuta tra le più valide ed usata come base per gran parte dei successivi rilievi topografici e cartografici.

La sua prima opera a stampa fu “Theriace et Mithriadatia” del 1577 sulle proprietà curative di erbe, capacità terapeutiche delle piante e rimedi naturali. Si trattò di una serrata difesa del suo insegnante, Bartolomeo Maranta, contro la scuola medica di Padova. I suoi scritti andarono perduti e ci restarono solo l’opera di ingegneria fisica “Degli Elementi mechanici” del 1547, il testo di filosofia ermetica “Enciclopedia pitagorea” del 1616 e “Telescopio”, pubblicato postumo e dedicato allo studio della vista.

A testimoniare i suoi molteplici e vari interessi intellettuali c’è anche la notizia dell’apertura di una sua tipografia tra il 1593 ed il 1606 cui si attribuiscono ottantadue opere.

E’ soprattuto da “Enciclopedia pitagorea” che si apprende il suo pensiero magico-scientifico fondato sulla convinzione della materia come principio unico ed eterno. Era un seguace dell’eliocentrismo copernicano e delle idee di Bruno sull’ermetismo e sulla magia. Sorretto da studi di numerologia ed astrologia, credeva nelle complesse cosmologie pitagoriche e bruniane, compresa la visione che i pianeti e le stelle erano come la terra, coperti di piante e animali.

“Stigliola mi ha detto… che gli sembrava irrazionale che corpi tanto più grandi della terra e lo spazio tra il centro della terra e la luna dovrebbero essere composti semplicemente di fuoco ozioso, e non invece di ogni sorta di elementi e piante, animali e uomini, proprio come sosteneva il nostro connazionale Filolao”, scrisse Giordano Bruno. Singolare il fatto che i due fossero nati, con soli due anni di differenza, entrambi a Nola ed entrambi nella stessa frazione di Monte Cicala.

Morì a Napoli l’1 aprile del 1623 con sorte in parte diversa dall’autore di Spaccio de la bestia trionfante arso a Campo de’ Fiori. Fu accusato di luteranesimo  e processato per eresia nel 1595, dopo le denunce del gesuita Claudio Migliaresi. Benchè manchino informazioni sull’esito del processo, si suppone che fu condannato e tenuto in carcere sino all’abiura.

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

 

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