Il lavoro specializzato descritto da Senofonte

Il passaggio dal lavoro artigianale a quello specializzato ha rappresentato una tapa notevole di progresso nel campo della civiltà. Senofonte, in Ciropedia VIII, 2, 5-7 (in Storia della tecnica di Friedrich Kelmm), con sorprendente modernità, documenta questa fase evolutiva del mondo ellenico.

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Nelle piccole città… un solo uomo fa letti, porte, aratri, tavoli; spesso, anzi, questo stesso costruisce anche case, si contenta di trovare questo o quel datore di lavoro che gli dia di che tirare avanti – ed è impossibile che un uomo che esercita più mestieri li possa far tutti bene. Nelle grandi città, invece, a causa della maggior domanda esistente nei singoli campi, un solo mestiere è sufficiente a procurar di che vivere a un uomo; anzi spesso non è necessaria neppure un’arte completa: ad esempio uno può fare scarpe da uomo e un altro scarpe da donna, e può addirittura succedere che uno trovi da vivere con le sole riparazioni, un altro adornando le scarpe, un terzo con il semplice taglio delle tomaie e un quarto infine, senza far niente di ciò che fanno gli altri, semplicemente con il montare le scarpe. Necessariamente colui che si limita costantemente ad un solo lavoro deve riuscire a compiere tale lavoro in modo perfetto. La stessa cosa succede nella preparazione dei pranzi: infatti quando uno solo dispone i cuscini, apparecchia la tavola, impasta il pane, prepara ora questo cibo, ora quest’altro, penso che in tal caso ci si debba per forza accontentare di prendere ciò che da lui si può ottenere. Quando invece uno ha il solo incarico di lessare la carne e un altro di arrostirla, uno di lessare il pesce e un altro di cuocerlo nel forno, uno infine di preparare il pane (e non di tante qualità, ma sempre di una certa specie), in tal caso ritengo che con questa suddivisione del lavoro le varie cose possono essere tutte preparate a puntino.

 

 

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