Il Pozzo della Madonna

A partire dal 29 agosto fino al primo settembre, hanno inizio le festività in onore della Madonna del Pozzo, co-protettrice del Regno delle Due Sicilie, venerata in Capurso, Bari.

La storia della apparizione mariana, nel piccolo centro alle porte di Bari, ha origini molto antiche.

Difatti, tempo prima che si manifestasse a Bernadette, a Lourdes, e ai tre pastorelli di Fatima, la Madonna volle far conoscere un piccolissimo e sconosciuto centro alle porte di Bari, riversando di esso e su quanti si recarono là i prodigi e le grazie che continuano anche oggi a manifestarsi con grande fervore spirituale.

Questo paese ha un nome, Capurso. Quivi, nel 1705, un sacerdote, don Domenico Tanzella, dato per spacciato dai medici che lo visitarono, ricevette l’apparizione della Madonna che gli promise la guarigione se solo avesse bevuto l’acqua del pozzo, sito in contrada Piscine, sulla strada intercomunale verso Noicattaro.

Don Domenico si fece portare sul suo giaciglio un’ampolla di acqua attinta dal pozzo rivelato nel sogno. I primi segni di ripresa e di guarigione non tardarono ad arrivare e a rendersi visibili anche ai più scettici amici e parenti di costui.

Tempo dopo, infatti, il sacerdote, accompagnato da alcuni amici e conoscenti, volle recarsi personalmente presso quel pozzo “miracoloso”. I primi prodigi si rivelarono immediatamente. Difatti, mentre si calava con la corda all’interno nella cavità, alcune torce caddero nel pantano continuando stranamente ad ardere fino ad illuminare una icona bizantina raffigurante una Madonna con il manto rosso che teneva stretto in braccio il Bambin Gesù.

Si trattava della stessa Madonna che apparve a don Domenico. Questi volle estrarre l’icona per trasportarla presso una cappella privata interna alla sua abitazione per allestirne un altare dedicato esattamente alla Madre che volle salvarlo. Si narra, in proposito, che successivamente ai colpi di piccone l’icona si sarebbe pian piano adagiata tra le braccia dell’anziano sacerdote. Era il 30 agosto del 1705.

Nel frattempo anche numerose persone sofferenti, invalide, gravemente ammalate ricevettero i prodigi e le grazie della Madonna del Pozzo. In molti iniziavano a fare il pellegrinaggio presso la cappella della Madonna per domandare grazie o alleviare sofferenze.

Negli anni successivi, con l’incremento dei fedeli e devoti, si assistette alla morte di don Domenico Tanzella e all’arrivo, per volere dello stesso sacerdote, dei frati francescani alcantarini (nel 1737) che assunsero la custodia della cappella mariana. Nel contempo si avviava la costruzione di una chiesa dedicata alla Madonna della Misericordia, non lontano dalla suddetta cappella.

Dopo decenni di polemiche, ostruzionismi e lungaggini burocratiche, nel 1778 vennero non soltanto ultimati i lavori di costruzione della Basilica, ma avvenne soprattutto la traslazione del quadro della Madonna all’interno di essa sull’altare maggiore. Divenne una delle Chiese più note e rinomate del regno.

Re Ferdinando di Borbone, sovrano delle Due Sicilie, divenne ben presto devoto alla Madonna del Pozzo. Difatti ben due volte si recò in visita ufficiale presso la Basilica.

In data 20 maggio 1852, con la Madonna divenuta co-protettrice del regno, a Capurso giunse il cardinale Mario Mattei, arciprete della Basilica di San Pietro.

La diffusione del culto mariano poneva la necessità per  Roma di riconoscere i prodigi e le grazie elargite dalla Madonna ai fedeli. Il cardinale infatti procedette alla solenne incoronazione del quadro della Madonna, salendo sull’altare e deponendo, sul quadro rinvenuto nel pozzo, le corone dorate.

Un anno dopo Papa Pio IX insigniva la Basilica dedicata alla Madonna con il titolo di “Reale Basilica minore della Madonna del Pozzo dei frati alcantarini di Capurso” e ordinava che lo stesso luogo di culto fosse aggregato alla Basilica Lateranense di Roma.

Nel 1881, sul luogo del rinvenimento della icona vennero ultimati i lavori di realizzazione della Cappella del Pozzo, con la raccolta dell’acqua nel fondo (“u puzz”) in una conca, aperta ai fedeli e ai pellegrini nonché luogo di culto.

Da allora, questo luogo conserva intatte le testimonianze degli avvenimenti storici descritti. Numerosi sono i pellegrini che popolano specie nei giorni festivi questo luogo di culto.

Gli avvenimenti storici vengono puntualmente rievocati, con la processione della Sacra Immagine, del quadro e del Carro trionfale, nell’ultima domenica di Agosto, in concomitanza con il rinvenimento dell’icona e il 20 maggio, per rievocare l’incoronazione del quadro.

La festività più importante si celebra, di consueto, l’ultima domenica d’agosto, in concomitanza con l’anniversario del rinvenimento della icona mariana.

Il venerdi è dedicato alla processione del Quadro della Madonna fino alla piazza principale del paese. Il sabato è invece dedicato all’arrivo dei pellegrini dai comuni di Bisceglie e Massafra, storicamente devoti alla Vergine, i quali si incamminano, zaino in spalla, alla volta di Capurso per venerare il pozzo di Maria e la sacra immagine, nonché alla celebrazione, alle 22.30 della incoronazione del capo della Madonna e del bambin Gesù.

La domenica, giornata principale, comincia alle ore 4.00 del mattino con la celebrazione della Santa Messa seguìta dalla consegna dell Chiavi della cittadina sull’indice della Madonna.

Alle 10.00, la Sacra Immagine si espone al numerosissimo e commosso pubblico dei fedeli in processione circolando per le vie cittadine. La sera alle 22.00 è la volta della processione del Carro trionfale, che custodisce un’altra immagine storica della Madonna, animata dagli sbandieratori.

Io che francamente frequento sia la Cappella che il Santuario percepisco le stesse sensazioni di un tempo, quelle di esortazione alla preghiera, ma al tempo stesso noto come questi luoghi di culto fossero sconosciuti agli operatori turistici, specie locali. Per me, accanto ai blasonati San Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo, anche Capurso meriterebbe il riconoscimento di luogo di culto conosciuto e sponsorizzato, soprattutto perché dedicato alla Madonna e attirerebbe un numero maggiore di fedeli.

 

 

Autore articolo: Giuseppe Fanelli

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