Il sogno di Muiron

Tanto coraggioso in battaglia e tanto legato a Napoleone, Jean-Baptiste Muiron fu forse l’aiutante di campo più apprezzato dal generale. I due si erano conosciuti nel 1793, all’assedio di Tolone, quando Muiron era capitano d’artiglieria. Avevano fatto amicizia e Muiron, promosso colonnello, lo aveva seguito  nella Campagna d’Italia. Il suo nome è legato ad un signolare sogno premonitore che gli annunciò la morte nella Battaglia del ponte di Arcole.

Il giorno prima del combattimento di Dego, il 13 aprile del 1796, sognò d’essere nel bel mezzo di una battaglia, circondato da cadaveri, mentre davanti gli si parava un gigante armato di falce. Con un colpo, il colossale cavalliere gli aveva aperto una profonda ferita alla tempia. Muiron l’aggredì, riuscì a mandare in pezzi la sua armatura, ma scoprì allora l’orrendo corpo di sole ossa del suo avversario. Lo scheletro gli disse: “Non ho potuto averti oggi, ma prenderò i tuoi amici e tu mi rivedrai tra otto mesi”. L’ufficiale si destò dal sonno, bagnato di sudore, e, col sinistro avvertimento, corse dai suoi cari Junot e Marmont, raccontò loro il sogno, ma questi si presero beffa di lui. Nel combattimento di quel giorno, Muiron cadde in una specie di delirio, credendo prossimi a sicura morte gli amici. Napoleone, saputolo colto da febbri, si recò dal lui per tranquillizzarlo, gli disse che la battaglia volgeva al termine e Marmont non era affatto morto. Muiron non volle credergli fino a quando Marmont, con l’uniforme lorda di sangue, entrò nella tenda. Solo allora rinsavì, abbracciò teneramente l’amico, ma a lungo continuò a sostenere, tra la derisione degli altri ufficiali, che entrò otto mesi egli sarebbe morto.

E  giunse così il 15 novembre. Era la sera Battaglia del ponte di Arcole. Durante il giorno, gli austriaci s’erano asserragliati sulla sponda orientale dell’Alpone. Augereau e Massena li avevano attaccati ed avevano attraversato l’Adige. Il primo era stato respinto dal fuoco nemico al Ponte d’Arcole, il secondo nelle paludi. Bonaparte allora aveva preso una bandiera ed era avanzato sul ponte, da solo, sfidando il fuoco nemico e portando con sé i suoi soldati. S’era trovato pressocché al centro del ponte quando una nuova violenta scarica d’artiglieria s’abbatté sul suo drappello di uomini. Lannes, Muiron e Robert s’erano serrati a sua protezione…

Il fragore dello scontro ormai s’era spento e gli ufficiali si intrattenevano discutendo della vittoria. Marmont notò d’un tratto di non aver ancora visto Muiron. Pochi istanti dopo sopraggiunse Junot con la scioccante notizia: Muiron era morto. L’ufficiale era stato uccido da un austriaco mentre difendeva l’amato amico Napoleone contro una calca di nemici che lo aveva circondato. Erano appunto trascorsi otto mesi dal sinistro sogno e Murion era morto come egli stesso aveva pedetto. Napoleone l’aveva visto donare la sua vita eroicamente per proteggerlo. Il generale non badò a certe coincidenze e scrisse alla vedova del compianto aiutante: “Il Muiron è moro sul campo dell’onore! Voi avete perduto il consorte che vi era tanto caro, ed io perdei in lui un amico che affezionava col più tenero del cuore; ma la patria piange nella sua morte una perdita di gran lunga maggiore della nostra. Se mi stimate tale che possa giovare in alcuna cosa voi e il vostro figliuolo, abbiatemi tutto vostro e presto a compiacervi in qualunque cosa”.

 

 

 

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: E. M. di Saint-Hilaire, Storia aneddota popolare di Napoleone e del grand’esercito

 

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