Il supplizio dell’ammiraglio Caracciolo

La repressione che seguì la caduta della repubblica del 1799, colpì anche l’ammiraglio Francesco Caracciolo, alla cui memoria è intitolata una delle strade più belle di Napoli. Traiamo questa narrazione dalla Storia del Reame di Napoli del Colletta.

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Duravano intanto nella città e crescevano le uccisioni e gli spogli. Dicendo a pretesto che le parti repubblicane avevano preparato la morte di trentamila della plebe con lacciuoli da strozza, i tristi andavano per le case ricercando gl’istromenti del non creduto eccidio, e dovunque per mala ventura trovassero canape o funi, vuotayano e bruciavano le case , uccidevano gli abitanti ; e dicendo che i repubblicani portavano sul corpo indelebilmente disegnata la donna o l’albero della libertà , facevano spogliar nudi i giovani militari o ciltadini , ed era la bellezza e grandezza della persona stimolo maggiore alla crudeltà. Né capendo nelle carceri e nelle cave delle fortezze i prigionieri, li spartivano ne’ yasti ed insalubri cameroni de Granili, ed all’isola di Procida, per essere condannati da tribunale di maestà colå stabilito; dal quale , primi tra molti , perirono i generali Schipani e Spanò rammentati nel precedente libro.

Quindi Pasquale Battistessa , gentiluomo e padre di molti figli, onesto e non caldissimo seguace di libertà, sospeso alla forca e creduto morto del capestro, si scopri ancora vivente scendendo alla sepoltura ; e fu dal boja , per comando dell’empio Speciale , scannato in chiesa di coltello , e gettato nella fossa.

L’ammiraglio Caracciolo, preso per tradimento di un servo da remoto asilo, fu chiesto da Nelson al cardinal Ruffo, e credeyasi per salvare un prode tante volte compagno a’ pericoli della guerra e del mare ; si che rammentando il rancore che le arti marinesche del Caracciolo avevano talvolta concitato nell’altro, si laudava la magnanimità del vincitore. Ma questi, che sua mala fortuna e cieco amore avevano destinato alle vergogne, volle in mano il rivale per saziarsene di vendetta. E quindi al giorno stesso e sul proprio vascello adunò corte marziale di uffiziali napoletani, e ne fece capo il conte di Thurn , perchè primo in grado. La qual corte , udite le accuse, quindi l’accusato (in discorso, pero che il processo scritto mancaya), credė giusta la inchiesta di esaminare i documenti e i testimonii della innocenza ; di che avvisato lord Nelson scrisse : « Non essere necessarie altre dimore. » E allora quel senato di schiavi condanno l’infelice Caracciolo a perpetua prigionia; ma Nelson, saputa dal presidente Thurn la sentenza, replicó « La morte. » E morte fu scritto dove leggevasi prigionia. Si sciolse l’infame concilio alle due ore dopo il mezzodi ; e nel punto stesso Francesco Caracciolo, principe napoletano, ammiraglio di armata , dotto in arte, felice in guerra, chiaro per acquistate glorie, meritevole per servigi di selte lustri alla patria ed al re, cittadino egregio e modesto , tradito dal servo nelle domestiche pareti , tradito dal compagno d’armi lord Nelson, tradito dagli ufficiali, suoi giudici, che tante volte aveva in guerra onorati , cinto di cạtene, menato su la fregala napoletana la Minerva (rinomata ancor essa tra i navilii per le felici battaglie di lui), appiccato ad un’antenna come pubblico malfattore, spiró la vita ; e resto esposto, per chi a ludibrio , per chi a pietà, sino alla notle ; quando, legando al cadavere un peso a’ piedi, fu gettato nel mare.

Per il quale esempio di crudeltà infierendo i malvagi della plebe, apportarono altre morti e rovine : nulla restava di sicuro o di sacro; la vecchiezza, la tenera elà , il debol sesso, i tempii , gli altari non riparavano dalla sete del sangue e delle prede. Sola speranza ponèvasi nello arrivo del re, promesso da’ suoi ministri; e disatti nel giorno 30 di giugno, al comparire delle attese vele, si spiego allegrezza nella città. Il vascello regale, pero che il re volle restar su l’ acque, vedevasi accerchiato di barche portanti i ministri, gli ambiziosi, i solleciti di mercedi e di cariche; e pure, fra tanti felici ed allegri, qualche famiglia onesta ed abbrunata , supplichevole per alcun prigioniero pericolante in causa di maestå. Ma tosto il re, infastidito, vieto l’appressamento di alcun legno, e diessi a riordinare lo stato; avendo per consiglieri il generale Acton condotto seco da Sicilia , l’ ammiraglio Nelson, i suggerimenti della regina ed il proprio sdegno…

Tali asprissime leggi dettava il re, quando al terzo giorno dopo l’arrivo scoprì da lunge un viluppo che le onde spingevano verso il vascello; e fissando in esso vide un cadavere, tutto il fianco fuori dell’acqua, ed a viso alzato, con chiome sparse e stillanti, andare a lui quasi minaccioso e veloce; quindi, meglio intendendo lo sguardo, conosciute le misere spoglie, il re disse, Caracciolo ‘E volgendosi inorridito, chiese in confuso : « Ma che vuole quel morto? » Al che nell’universale sbalordimento e silenzio del circostanti il cappellano pietosamente replicò : « Direi che viene a dimandare cristiana sepoltura. » « Se l’abbia », rispose il re, e andò solo e pensieroso alla sua stanza. Il cadavere fu raccolto e sotterrato nella piccola chiesa di Santa Maria la Catena in Santa Lucia; e volendo spiegare il maraviglioso fenomeno, fu visto che il corpo, enfiato nell’acqua, non più tenuto a fondo dal peso di cinquantadue libbre inglesi (misurate dal capitano Tommaso Hardy comandante del vascello dove con Nelson stava il re imbarcato, testimonio e narratore a me stesso di que fatti), si alzò nell’acqua e per meccanico equilibrio ne uscì dal fianco, mentre vento di terra lo sospingeva nel mare. Parve che la fortuna ordir volesse lo spavento e i rimorsi del re; ma quegli, benchè credulo e supertizioso, non mutò costume.

 

 

 

 

 

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