La Legione italiana a Montevideo

Presentiamo ai nostri lettori dei documenti storici riguardanti l’azione della legione italiana a Montevideo, agli ordini del generale Giuseppe Garibaldi, estratti dalla rivista “Letture di famiglia” del 14 novembre 1846.

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Signore
30 gennaio 1845
Quand’io l’anno scorso feci in vantaggio della «meritevole legione francese la donazione che i « giornali della capitale fecero pubblica, io sperava che il caso avrebbe condotto al mio quartier generale qualche ufficiale della legione italiana, e m’avrebbe così offerto opportunità di a soddisfare a un ardente mio desiderio, dimostrando alla legione l’alta stima ch’io le professo per gl’importanti servigi resi dai vostri compagni e da voi, signore, alla Repubblica nella nostra guerra contro il feroce esercito invadente del tiranno di Buenos Ayres.
Per non differire più oltre ciò che io considero come l’adempimento di un sacro dovere, inchiudo col massimo piacere un atto di donazione da me fatta alla illustre e valorosa legione italiana, in pegno sincero della mia riconoscenza a personale per gli eroici servigi prestati al mio a paese da detto corpo. Il dono non è certamente eguale al mio desiderio, nè all’importanza delle a geste della legione; pure voi non ricuserete, – spero, di presentare il suddetto documento alle vostre truppe e informarle del mio buon volere e della mia gratitudine ad esse, siccome a voi, signore, che tanto degnamente le comandate, e che, anche anteriormente a questo periodo di tempo, avete acquistato, giovando alla nostra Rea pubblica, un alto diritto alla nostra riconoscenza.
Colgo l’opportunità, colonnello, per accertarvi ecc.
(Al colonnello Giuseppe Garibaldi)
FRUCTUOSO RIVEIRA

Eccellentissimo signore
Montevideo, 23 maggio 1845.
Il colonnello Pozzoli, in presenza di tutti gli « ufficiali della legione italiana, mi consegnò, a richiesta vostra, la lettera che aveste la bontà di scrivere in data del 50 gennaio; e con quella un documento col quale voi, Eccellenza, fate a donazione spontanea alla legione italiana d’una a metà dei campi, proprietà vostra, giacenti fra l’Arroyo de las Arenas e l’Arroyo grande, al nord del Rio Negro, oltre ad una metà del bestiame e degli edifizii esistenti su quel terreno, e come rimunerazione ai servigi resi dalla legione alla Repubblica.
Gli uffiziali italiani, dopo essersi pienamente – informati di ogni cosa contenuta nella vostra comunicazione, hanno a voti unanimi dichiarato in nome della legione, che . . . . . . . essi intesero, chiedendo di essere armati e ammessi a dividere i pericoli del campo coi figli di questa contrada, d’obbedire unicamente ai dettami della loro coscienza; che avendo così soddisfatto a ciò che essi riguardano come un dovere, essi continueranno da uomini liberi, a soddisfarvi, dividendo, finchè la necessità dell’assedio lo ria chiederanno, pane e pericoli coi loro valenti compagni del presidio di questa metropoli, senza desiderare o accettare rimunerazione o compenso delle loro fatiche. Ho in conseguenza l’onore di – comunicarvi, Eccellenza, la decisione della legione italiana, alla quale i miei sentimenti e principii si uniformano interamente, e di ritornarvi l’originale della donazione.
Possa Dio conservarvi per molti anni.
GIUSEPPE GARIBALDI

Estratto di lettera d’un uffiziale del D’Assas, brigantino da guerra francese, tolto dal Supplemento del Nacional, n° 1854.
Le notizie dell’Uraguay sono che Servando Gomez è stato battuto da Garibaldi e Baez. Di 1200 uomini di cavalleria e 500 fanti ne ha perduti 500; – 250 furono trovati morti sul campo nella prima sortita, e 124 la seconda: quattro carri pieni di feriti furono presi due giorni dopo. Garibaldi avea 200 uomini; ebbe 55 morti e 55 feriti, tra i quali ultimi quasi tutti gli ufficiali. Baez ebbe 18 uomini resi inabili all’armi. Il generale Medina arrivò al Salto il 9 febbraio con 280 uomini………

Lettera del colonnello Garibaldi alla Commissione della legione italiana in Montevideo.
Salto, 10 febbraio 1816
Fratelli,
Avant’ieri ebbe luogo nei campi di S. Antonio, a una lega e mezza da questa città, il più terribile ed il più glorioso combattimento. Le quattro compagnie della nostra legione, e forse venti uomini di cavalleria rifuggitisi sotto la nostra a protezione, non solo si son sostenute contro mille e dugento uomini di Servando Gomez, ma hanno a sbaragliato intieramente la fanteria nemica, che ci assaltò in numero di 500 ; il fuoco principiò a mezzogiorno e durò fino a mezzanotte. Non valsero al nemico le ripetute cariche delle sue masse di cavalleria, nè gli attacchi de’ suoi fucilieri a piedi; – senz’altro riparo che d’una casipola in rovina (tapèra), ove non erano in piedi se non alcuni travi, i legionari hanno respinto i ripetuti assalti del più accanito de’nemici; io e tutti gli uffiziali abbiamo fatto da soldato in a quel giorno. Anzani, che era rimasto al Salto, a ed a cui il nemico avea intimato la resa della a piazza, rispose colla miccia alla mano, e il piè sulla santa-barbara della batteria, quantunque lo e avesse il nemico assicurato che tutti eravamo caduti morti o prigionieri. Abbiamo avuto trenta a morti e cinquantatre feriti; tutti gli uffiziali – sono feriti, meno Scarone, Saccarello il maggiore e Traversi, tutti leggermente. Io non darei il mio nome di legionario italiano per il globo in oro.
Alla mezzanotte entravamo in ritirata nel Salto, poco più di cento legionari italiani con settanta – e più feriti, compresi i leggermente, che ci precedevano, contenendo, quando troppo c’incalzava, un nemico di mille dugento, e repellendolo impaurito – Oh ! questo merita di essere a scolpito. – Addio, vi scriverò più a lungo un’altra volta. Il vostro
G. GARIBALDI

PS. «Gli uffiziali che erano con me, e che rimasero feriti, sono: Cassana, Marrochetti, a Beruti, Ramorini, Saccarello minore, Sacchi, Grafigna e Rodi».

Frammento d’altra lettera del generale supremo al sig. Presidente della Repubblica.
. . . . . . . . . Dalla relazione originale che a rimetto al sig. Ministro della guerra, vedrà V. E. il fatto d’armi che ebbe luogo l’8 del corrente e con perdita considerevole del mimico, e nel quale il colonnello Garibaldi ha aggiunto una nuova gloria alle molte di cui già da tempo va adorno, mostrando ai nemici di quanto sono capaci dugento legionari italiani, ecc.
ANACLETO MEDINA

ORDINE GENERALE
Per dare ai prodi nostri compagni d’arme, che a s’immortalarono nei campi di Sant’Antonio, una a rilevante prova della stima in cui li tiene l’esercito, del quale hanno illustrato la gloria in quel a memorabile combattimento, il comandante delle armi dispone:
1° Il giorno 15 del corrente, giorno segna« lato dall’autorità per consegnare alla legione italiana la copia del decreto che precede, vi sarà una grande parata della guarnigione, che si schiererà, ad eccezione della legione italiana, nella strada del Mercado, appoggiando la dritta – nella piazzetta della medesima, e nell’ordine che indicherà lo stato maggiore.
2° La legione italiana si schiererà nella Plaza de la costitucion, dando le spalle alla catedrale, ed ivi riceverà la copia suddetta, che le verrà consegnata da una deputazione presieduta dal signor colonnello Francesco Tajes, e composta di un capo, un ufficiale, un sergente e un soldato d’ogni corpo.
3° Incorporata la deputazione ai corpi rispettivi, la guarnigione si dirigerà alla piazza indicata, sfilando in colonna d’onore davanti alla legione italiana; e in questo mentre i capi dei corpi saluteranno con evviva la patria, il generale Garibaldi e i suoi prodi compagni.
4° Le schiere dovranno essere allineate alle 10 della mattina.
5° Verranno consegnate copie autentiche di quest’ordine generale alla legione italiana, e al signor generale Garibaldi.
PACHECO Y OBES

 

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