La Repubblica di Noli

Le origini remote di Noli si fanno risalire all’età violenta delle invasioni barbariche, quando un primo insediamento abitativo sul Monte Orsini, risalente all’epoca romana, si spostò in prossimità del mare, luogo più favorevole ed al riparo dai venti. Recenti scavi archeologici hanno però portato alla luce un antico approdo d’età romana che sconfessa questa ricostruzione storica. Ad ogni modo è in pieno Medioevo che maturarono e si svilupparono le attitudini marinare e pescherecce di una popolazione sino ad allora tenutasi lontana dal Mar Ligure e dal Tirreno.

Commercio via mare e pesca elevarono rapidamente Noli, accanto a Genova, a ricco centro costiero bramato dai Marchesi di Savona. In effetti Noli fu sempre sospesa tra autonomia e signoria, ma godè della protezione di Genova.

Preso da Enrico, conte di Loreto, figlio di Bonifacio Marchese di Savona, che aveva stipulato convenzioni coi genovesi, fu saccheggiata e bruciata. I Marchesi di Savona ne ottennero un giuramento di fedeltà. Quando, sul principio dell’anno, Federico Barbarossa cinse d’assedio Tortona e la portò alla resa, ai marchesi furono confermati i privilegi, tuttavia già nel 1181, un accordo tra i consoli di Noli ed Enrico Guercio, Marchese di Savona, in cambiò di un giuramento di fedeltà, lasciò alla città la facoltà di fortificare porto, borgo e castello, e concedette nuovese esenzioni. Da allora, sino alla metà del Quattrocento, l’autorità dei Marchesi di Savona andò scemando su Noli.

L’atto di cessione dei diritti feudali venne firmato dal marchese Enrico II Del Carretto, nella chiesa di San Paragorio, il 7 agosto 1192. Noli divenne così un libero comune, governato dai consoli eletti ogni anno dall’assemblea dei cittadini sulla base dei propri statuti. Il 12 dicembre di ogni anno si radunava il Consiglio e, in forza di uno statuto municipale, veniva eletto un podestà o due consoli, secondo le circonstanze, con potere civile e penale. Sotto il controllo del Consiglio era poi costituita anche una magistratura composta da due censori, due esperti e due anziani. Più tardi si crearono magistrati ma non restarono mai in carica più di quattro mesi e dovevano rigorosamente essere eletti tra le nobili ventiquattro famiglie del paese.

Molti territori furono comperati dai Marchesi di Savona e tali territori, privilegi ed esenzioni furono confermati con un diploma dall’imperatore Enrico VI, emanato a Tortona il 27 settembre del 1196 che comportò anche la separazione di Noli da Finale. La piccola repubblica si estendeva tra Capo Noli e la Punta del Vescovado, con i borghi di Voze e Tosse, confinava ad ovest con il Marchesato di Finale ed a nord-est con la Repubblica di Genova, che ne divenne protettrice.

Nel 1226 nelle città liguri maturarono le condizioni per una guerra. Il Conte di Savoia, ricevuto giuramento da Savona e Albenga, pretese egual cosa anche dai nolesi. I genovesi armarono allora la loro flotta e iniziarono a impedire che eventuali soccorsi ai Savoia potessero partire da Savona e Albenga e dirottando le mercanzie qui dirette a Ventimiglia e Monaco. Infine inviarono a Noli un loro capitano, Nicolò Della Croce. Nel Duecento l’ascesa della Repubblica di Genova la condusse ad una nuova guerra con Ventimiglia e gli abitanti di Noli ne presero le parti confermando i loro legami d’amicizia.

Le sorti delle due città finirono con l’intrecciarsi in più occasioni. Noli infatti combatté a fianco a Genova contro Pisa per imporsi sul Mar Tirreno e contro Venezia nelle guerre per l’oriente. Nello stesso periodo savonesi, fìnalini e albenganesi, per mare e per terra, ne approfittarono per attaccarla e Genova allora soccorse i nolesi con 50 navi sotto il comando di Ansaldo Soldano e di Giacomo di Levante, costringendo i nemici ad abbandonare precipitosamente ogni proposito bellicoso.

Difendere Noli non fu cosa semplice per Genova, impegnata nei suoi secoli di gloria in battaglie su più fronti. Così la città visse ripetuti assedi, via terra e via mare, e diverse occupazioni ad opera dei Marchesi di Finale e dei Marchesi del Carretto, nonchè attacchi degli Aragonesi di Napoli nello scontro con gli Sforza e la Francia.

Lo schieramento guelfo le garantì apprezzamenti anche da Roma. Oltretutto Noli partecipò nel 1099 alla prima crociata ricevendo privilegi politici, ma soprattutto commerciali, dal re di Gerusalemme Baldovino I, dal signore feudatario Boemondo I d’Antiochia e da Tancredi di Sicilia.

La fedeltà a Genova contro l’imperatore Federico fece sì che nel 1239 Papa Gregorio IX concedesse loro il titolo di città e la innalzò a sede vescovile sottraendo territori alla diocesi di Savona.

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

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