L’avifauna del Bosco di Marigliano
Nel pieno centro di Marigliano, a due passi dal corso principale, sorge un piccolo polmone verde: il boschetto del palazzo ducale.
Le sue molteplici piante, oltre ad essere una fonte di ossigeno per la città, ospitano tante specie di uccelli, a cui offrono riparo e ristoro. Accanto ai frutteti, agli alberi ornamentali e ai piccoli campi coltivati, svettano i lecci, querce tipiche delle zone mediterranee, che raggiungono anche i 20–30 m di altezza. I loro vetusti tronchi ospitano il Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), che tambureggia sulle cortecce in cerca di insetti e larve, mentre le accoglienti chiome danno alloggio a tanti piccoli volatili, come il colorato Fringuello (Fringilla coelebs), la canterina Cinciallegra (Parus major), il minuscolo Luì piccolo (Phylloscopus collybita) e la melodiosa Capinera (Sylvia atricapilla), così chiamata per la macchia scura presente sul capo, che è nera nel maschio e marrone nella femmina. Con un po’ di fortuna è possibile scorgere anche il mimetico Rampichino (Certhia brachydactyla), che deve il nome alla capacità di arrampicarsi lungo tronchi e rami in un percorso a spirale, grazie alla rigida coda che usa come puntello. In questo magnifico ambiente naturale di Marigliano, molto più facile è l’incontro con il Merlo (Turdus merula), mentre salterella nel sottobosco in cerca di lombrichi o vola di albero in albero alla ricerca di frutta e bacche.
Nelle aree più aperte sono frequenti la Tortora dal collare (Streptopelia decaocto), originaria dell’Asia, ma che nel XX secolo ha avuto una forte espansione in Europa, due specie di passeri, la Passera d’Italia (Passer italiae) e la Passera mattugia (Passer montanus), e due graziosi uccelli dal piumaggio giallo, il Verzellino (Serinus serinus) ed il Verdone (Carduelis chloris). A ridosso del laghetto volano spesso anche la Ballerina gialla (Motacilla cinerea) e la Ballerina bianca (Motacilla alba), che devono il nome alla loro forma slanciata ed elegante, unita all’abitudine di muovere ritmicamente la coda avanti e indietro quando camminano sul terreno.
Sovrasta i cieli del palazzo ducale di Marigliano anche un piccolo falco, il Gheppio (Falco tinnunculus), che compie il cosiddetto volo a “Spirito Santo”, durante il quale rimane completamente fermo in aria, con piccoli battiti delle ali e coda aperta a ventaglio, sfruttando il vento per mantenersi stabile e osservare il suolo in cerca di prede. Questo rapace diurno, al calar del sole, lascia il posto ai sovrani del buio, la Civetta (Athene noctua) ed il Barbagianni (Tyto alba), che si muovono nella notte a caccia di arvicole e topi. All’imbrunire imperversano nel bosco anche centinaia di Cornacchie grigie (Corvus cornix), che usano gli alberi come dormitorio. Le cornacchie, insieme alle “cugine” Gazza (Pica pica) e Taccola (Corvus monedula), che pure frequentano abitualmente i giardini del castello, appartengono alla famiglia dei Corvidi e sono uccelli molto opportunisti ed intelligenti.
Come è noto, molte specie di uccelli non vivono in uno stesso luogo per tutto l’anno: molti compiono lunghe migrazioni, altri, invece, cambiano semplicemente ambiente o altitudine per la riproduzione. E’ il caso, per esempio, del Pettirosso (Erithacus rubecula) e del Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros), che trascorrono l’inverno nel boschetto di Marigliano, ma che al sopraggiungere della primavera lo abbandonano per andare a nidificare altrove. Al contrario, la Rondine (Hirundo rustica) e l’Upupa (Upupa epops), uccello con una caratteristica cresta e con volo a farfalla, soggiornano a Marigliano in estate, ma con l’arrivo dell’autunno partono per un lunghissimo viaggio fino all’Africa centrale e meridionale, dove trascorrono l’inverno e da cui ripartono ogni primavera per tornare in Europa.
Lo studio di queste affascinanti migrazioni è svolto dagli ornitologi mediante una tecnica di ricerca scientifica, nota come inanellamento, basata sul marcaggio individuale degli uccelli. Professionisti abilitati catturano con speciali reti gli uccelli, li esaminano, vi appongono alla zampa un anello di metallo, su cui è inciso un numero progressivo ed il nome del centro d’inanellamento di riferimento, e poi li liberano. La ricattura di un uccello inanellato consente di ricostruire a ritroso gli spostamenti che ha effettuato e contribuisce all’identificazione delle rotte di migrazione e delle aree di riproduzione, sosta e svernamento. Grazie alla collaborazione con le Suore “Figlie della Carità” di Marigliano, l’inanellamento scientifico è stato condotto anche nei giardini del palazzo ducale da ornitologi professionisti, nell’ambito di laboratori didattici di educazione ambientale.
Autrice articolo e foto: Silvia Capasso, ornitologa