L’avvelenamento di Carlo II Gonzaga-Nevers
Mantova stentava a riprendersi dal sacco. Quando terminò la reggenza di Maria Gonzaga e suo figlio Carlo divenne il nono duca di Mantova, la città non aveva registrato che un lieve aumento demografico, il commercio langueva, l’economia era pietrificata, le manifatture arrancavano. Mendicanti ed orfani popolvaano ogni angolo delle strade e le porte delle chiese. Come se non bastasse, a deci giorni dall’investitura di Carlo II Gonzaga-Nevers, il ducato venne sconvolto da una terribile alluvione. Tra il 10 e l’11 novembre, una violenta incessante pioggia fece straripare assieme Po e Mincio. In poche ore le campagne furono allagate, i raccolti devastati. Il duca svuotò i magazzini del Palazzo Ducale pur di fornire viveri ma fu poca cosa.
La Pace di Westfalia aveva concesso il Monferrato ai Savoia imponendo loro solo un tassativo risarcimento ai Gonzaga. Il IX Duca di Mantova però intendeva assolutamente recuperare il dominio perso. Come fare? Pensò di stringere più solidi legami con l’Impero e ci riuscì, sposò Isabella Clara d’Asburgo, nipote del defunto Imperatore Ferdinando II, per la stessa ragione, poi, ottenne di far sposare sua sorella Eleonora Gonzaga-Nevers col nuovo Imperatore Ferdinando III.
I giochi eran fatti. Il legame con gli Asburgo era solido e allora Carlo II giocò le sue carte. Ottenne un esercito dagli spagnoli, guidati da Luis de Benavides Carrillo, Marchese di Caracena, e, approfittando dei disordini che frenavano la Francia, il 22 ottobre del 1652 fece occupare Monferrato e ne scacciò i Savoia. Allo stesso tempo, per non inimicarsi i francesi, inviò a Parigi un memoriale di giustificazione, che venne ritenuto sufficiente da Luigi XIV.
Questa fu un’impresa che gli valse anche il titolo di Generale Imperiale, ma a poco servì perchè presto la guerra si riaccese.
Carlo II Gonzaga-Nevers morì improvvisamente, a 36 anni, forse avvelenato. Aveva realizzato il suo sogno, recuperare l’antico possedimento di famiglia, ma chi l’aveva eliminato?
Una risposta, a distanza di secoli, non c’è. Gli indizzi però portarono a sua moglie. Isabella Clara d’Asburgo era una donna chiacchieratissima, avezza all’intrigo, dominata dal vizio, sulla bocca di tutti per la sua esuberanza sessuale. Non che il marito fosse stato esente da adulteri, anzi, aveva pubblicamente preferito la contessa Margherita Della Rovere, con la quale aveva vissuto apertamente a Casale Monferrato, persino si dice che ebbe amori omosessuali, ma il tradimento di Isabella Clara aveva avuto dei risvolti inaspettati.
La donna intrattenne una relazione col Segretario del Consiglio Ducale, un ebreo del ghetto di Mantova di nome Carlo Bulgarini che Carlo II aveva provato a far ammazzare. Quando invece fu lui ad essere colto da una strana e improvvisa morte, tutti pensarono che Bulgarini si fosse vendicato. La cosa giunse all’orecchio di Ferdinando III e da Vienna giunse perentorio un ordine: Isabella Clara doveva essere rinchiusa in convento.
Autore articolo: Angelo D’Ambra
Bibliografia: G. Vigna, Storia di Mantova; R. Quazza, Mantova attraverso i secoli; B. Arrighi, Storia di Mantova e sua provincia