Roberto di Nola, il cuoco di Ferrante d’Aragona

Roberto di Nola è una figura avvolta nel mistero eppure assai nota nella storia della Corona d’Aragona per aver scritto il primo libro di cucina stampato in catalano.

Parliamo del “Libre de doctrina pera ben servir de tallar y del Art de Coch; ço es de qualsevol manera Potatges y Salses. Compost per lo diligent mestre Robert, coch del Serenissimo Senyor don Ferrando, Rey de Napols”, pubblicato a Barcellona nel 1520 e tradotto poi in castigliano nel 1525.

Il libro di Roberto di Nola, forte di duecentoquarantadue ricette, è forse il documento più interessante che esiste nella penisola iberica sulla vecchia cucina dei dominii aragonesi. Riflette una tradizione gastronomica figlia di gusti scomparsi, tardomedioevali e protorinascimentali.

Il cuoco pubblicò il suo ricettario sotto lo pseudonimo di Mestre Robert, ma quando? A buon ragione si ritiene che la redazione del volume sia anteriore al 1491 perchè Roberto non tenne conto delle proibizioni che la Chiesa introdusse in quell’anno, nè fa riferimento ad alimenti provenienti dalle Americhe. Dunque l’edizione del 1520 in realtà non è la più vecchia. C’è da pensare che l’edizione catalana seguì una più vecchia in italiano?

Non si sa neppure con certezza chi fosse Roberto di Nola, si sa solo che servì alla corte di re Ferrante. Plausibile appare l’idea che Roberto fosse già a corte negli anni di Alfonso il Magnanimo, reclutato tra il personale degli Orsini di Nola, ma restano tante domande su di lui.

Per esempio perchè, se i suoi natali furono a Nola, in provincia di Napoli, compose il volume in catalano. Fu forse figlio di catalani residenti a Nola? C’è una conferma del plurilinguismo del Regno di Napoli in età aragonese oppure c’è da avallare la tesi di una redazione del volume antecedente quella in stampa nel 1520?

Altra cosa che colpisce è che Roberto di Nola appare molto ferrato sulla cucina di tutti i territori della Corona d’Aragona, su quella di Napoli come su quella di Valencia, su quella d’Aragona come su quella di Barcellona; c’è da pensare che risiedette fuori Napoli per qualche tempo oppure che i flussi culturali tra i dominii aragonesi erano davvero fortissimi.

Forse, dalla sua posizione privilegiata di “cuoco di palazzo”, Roberto di Nola fu in grado di raccogliere ricette aragonesi, catalane, valenciane, provenzali ed italiane, inserendo nel suo ricettario salse francesi e pietanze occitane, piatti italiani del quattrocento ed ingredienti tipicamente aragonesi e valenciani come mandorle, riso, nocciole, arance, limoni, melanzane, zucche, cavoli, carote, spinaci, fagioli, i fichi, le lattughe e i porri.

Ad ogni modo questo testo conferma la dimensione mediterranea della cultura di corte negli annti di re Ferrante d’Aragona.

 

 

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Fonte foto: dalla rete

Bibliografia: T. Scully, P. Morgan, Cuoco Napoletano

 

historiaregni

Historia Regni è un portale telematico dedicato alla storia, anzitutto quella italiana. Nasce su iniziativa di Angelo D’Ambra, è senza scopo di lucro e si avvale di collaborazioni gratuite. Le foto presenti sono state, in parte, prese da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo al nostro indirizzo email info@historiaregni.it e si provvederà alla rimozione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *