Sogni di fuga per Francesco I di Francia prigioniero a Madrid

Il 24 febbraio 1525 ebbe luogo la famosa battaglia di Pavia nella quale Francesco I di Francia fu sconfitto e fatto prigioniero. Per ordine dell’imperatore, avrebbe dovuto essere portato a Napoli, ma chiese egli stesso di essere condotto in Spagna. Dalla fortezza di Pizzighettone, fu portato a Villafranca, da qui salpò per Barcellona, sbarcato raggiunse Valencia e quindi Madrid.

Gil Gonzalez Dávila riferì che fu ospitato nella Casa de Lujan, di fronte al Chiesa di San Salvatore. In seguito fu trasferirono al Real Alcázar di Madrid, sempre onorato e ben servito. La regina di Francia, madre di Francesco, tentò in ogni modo di ottenere la libertà di suo figlio, ma Carlo V, che a quel tempo aveva la sua corte a Toledo, fu irremovibile.

Ci fu un momento in cui si temette seriamente per la salute dell’illustre prigioniero. Francesco cadde in depressione e ciò preoccupò molto chi gli stava intorno al punto tale che il suo guardiano, Hernando de Alarcon, avvertì di tutto l’imperatore che però si degnò appena di una visita al suo rivale. Giunse a Madrid il 28 settembre 1525, lo salutò ed il giorno seguente accolse Margherita Angouleme, duchessa di Alencon e sorella del re prigioniero, che aveva attraversato i Pirenei per portare soccorso a Francesco. Poco dopo ripartì per Toledo.

La duchessa arrivò a Madrid il 14 novrembre e vi restò fino al 27 novembre, quando dovette darsela a gambe… Furono tante le richieste di libertà inoltrategli anche da Margherita e, d’innanzi alla sua ferma risoluzione, la donna disperata provò a pianificare la fuga del fratello. Ella finse di voler tornare immediatamente in Francia e così ottenne il permesso di salutare il prigioniero, ma in realtà diede disposizioni chiare agli uomini che facevano parte del suo seguito. A Margherita è attribuita l’elaborazione di due progetti di evasione, entrambi falliti.

L’ingegnosa e audace principessa pensò dapprima di corrompere un soldato italiano di guardia alle stanze occupate dal fratello, un certo Emilio Cavriana, capitano mantovano che già era passato dall’esercito francese a quello dell’imperatore. Questi però destò parecchi sospetti nei suoi stessi compagni perché, nonostante avesse avuto licenza dall’imperatore per visitare Santiago de Galicia di frequente rientrava a Madrid. Fu così arrestarono e la sua casa rovistata in cerca di documenti.

Un secondo piano prevedeva invece la fuga di Francesco col viso dipinto di carbone ed i panni di un uomo di colore che era assegnato alle sue stanze per occuparsi del camino. Lo schiavo fu, in effetti, corrotto e il nuovo piano non fu lungi dall’essere eseguito, quando si accese una gelosia tra due francesi e uno di essi, Francisco de Montmorency, schiaffeggiò l’altro, Clement Le Champion. Quando questi si vide negare il diritto al duello da Francesco I, volle vendicarsi andando a Toledo e spifferando tutto a Carlo V.

Margherita scappò quando capì che l’imperatore poteva prendere anche lei come nuovo ostaggio e, alla fine, Francesco I, che voleva a tutti i costi serbare integri i territori del proprio regno, dovette rassegnarsi a negoziare con Carlo V natura e titolarità del Ducato di Borgogna. La faccenda era piuttosto seria perchè l’imperatore lo considerava un antico patrimonio del suo casato, eredità di sua nonna Maria, figlia di Carlo il Temerario, mentre i giuristi francesi lo ritenevano proprietà della corona. Alla fine, Fancesco dovette cedere il ducato di Borgogna, per poi sposare Eleonora d’Asburgo, sorella di Carlo V. La questione non si risolse affatto perchè gli stati della Borgogna dichiarano solennemente che la provincia intendeva rimanere francese.

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: “Documentos Relativos a Los Proyectos de Evasion de Francisco I, Prisionero en Madrid” in Boletín de la Institución Libre de Enseñanza, Ano III, Num. 49, febrero 1879

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