Tiberio Fiorilli, l’inventore di Scaramouche
Tiberio Fiorilli nacque a Napoli il 9 novembre 1608 e nei teatri cittadini crebbe come attore di irriverenti commedie. Il suo successo però lo ottenne in Francia, quì trovò grande fortuna una maschera di sua creazione, la Scaramouche, una evoluzione di quella del Capitano, più chiassosa, vanagloriosa e fanfarona, evidentemente strutturata sulle sembianze di un soldato spagnolo.
Fu anche un grande amico di Moliere con la cui compagnia condivise il Teatro du Petit-Bourbon ed il Teatro du Palais-Royal.
Il biografo Angelo Constantini riferì che il padre di Tiberio Fiorilli era stato un capitano napoletano di stanza a Capua che dovette fuggire in seguito ad un omicidio. Tiberio finì così a vivere di espedienti e fu arrestato una prima volta a Civitavecchia dove aveva provato ad imbrogliare due turchi. Trascorse diversi giorni in carcere, altri ai remi. A Bologna, derubò il capo della polizia, poi fece un viaggio da Firenze a Livorno a spese di due ebrei, fingendo di voler abbracciare la loro religione. Catturato per altri furti e raggiri, rischiò pure di venire impiccato, ma riuscì ad ottener salva la vita.
Si era già da tempo dedicato al teatro ma con scarsi risultati. La fortuna gli sorrise solo varcate le Alpi. Lasciò l’Italia intorno al 1640 per ragioni sconosciute, forse semplicemente seguendo una compagnia, o forse per fuggire ad un’altra condanna. Giunse a Parigi sotto il regno di Luigi XIII, dove la sua arte piacque molto alla regina ed al piccolo Luigi XIV.
Si racconta che, convocato a corte per far ridere il Delfino, si presentò con il suo costume teatrale, con la sua chitarra, il suo cane, il suo gatto e il suo pappagallo, ed eseguì una spassosa canzone in cui questi animali sembravano recitare. Luigi XIV rimase così soddisfatto che Tiberio Fiorilli non abbandonò più la corte. Fino alla fine della sua vita, il re lo protesse e lo tenne sempre nel massimo favore.
Lo stile di Fiorilli differiva dagli altri interpreti del suo tempo. Abbandonò la maschera e usò l’espressività del suo viso, col trucco accentuò i suoi occhi, le sopracciglia, il naso. Si servì di finti baffi che gli incorniciavano la bocca e poi di balli, cadute ed acrobazie. A differenza del Capitano però Scaramouche non impugnava una spada, ma una chitarra ed i suoi versi si caricarono di arguzia e malizie. Riusciva pure perfettamente a simulare un calcio sul viso di un altro attore.
Nel 1670 Fiorilli interpretò Scaramouche a Londra anche qui con grande successo. Recitò fino all’età di ottantatré anni. Moliere lo ammirò moltissimo e lo studiò attentamente, tuttavia nessuno riuscì mai ad eguagliare la sua maestria e la maschera di Scaramouche scomparve con lui.
Autore articolo: Angelo D’Ambra
Fonte foto: dalla rete