Bianca di Navarra e il Castello di Donnafugata

Bianca di Navarra, regina consorte di Sicilia (dal 1402 al 1409) e di Navarra (dal 1425 al 1441) fu, già per gli storici umanisti di poco a lei posteriori, al centro di ricostruzioni biografiche che hanno il sapore della leggenda.

Nell’anno 1402, Martino I “il Giovane”, re di Sicilia dal 1392, rimasto vedovo di Maria, figlia di Federico III d’Aragona detto “il Semplice”, sposò in seconde nozze la giovanissima principessa Bianca, figlia di Carlo III re di Navarra, della casa di Evreux, e di Eleonora di Castiglia. Le nozze vennero celebrate nella cattedrale di Palermo il 26 novembre 1402, dopodiché i due sovrani si stabilirono a Catania, in Sicilia.

La vita coniugale, in verità, fin dall’inizio si rivelò difficile e spesso esasperata, anche se non priva di affetto e di reciproca stima. Alcuni anni più tardi, e precisamente nel 1409, mentre cercava di sottomettere la Sardegna, il giovane re Martino moriva e sul trono di Sicilia gli succedeva, come reggente, la moglie. Bianca, precedentemente nominata, “Vicaria” del regno dal marito, otteneva la conferma della carica anche dal suocero, Martino “il Vecchio”, che già dal 1395 sedeva sul trono iberico dell’Aragona, ed ora, alla morte del figlio senza eredi, gli succedeva al trono in Sicilia.

Appena un anno dopo, nel 1410, veniva a mancare anche questi e la regina Bianca si trovò pertanto a dover gestire, da sola, una complessa situazione politica.

Essendo entrambi i Martino deceduti senza lasciare legittimi eredi, i feudatari isolani, capeggiati da Bernardo Cabrera, conte di Modica, Gran Giustiziere del Regno (1350-1423), cercarono di ribellarsi per ottenere una maggiore autonomia e per non dover dipendere dalla Corona aragonese.

Cabrera, che si serviva di truppe mercenarie per saccheggiare la prospera terra di Sicilia, pensò di risolvere la situazione chiedendo in moglie Bianca che, naturalmente, lo respinse. Questo rifiuto accese ancor di più la rivalità tra i due. Bianca riuscì, tuttavia, a riconquistare una dopo l’altra le città occupate dal Cabrera e a ricompattare le forze rimaste fedeli alla monarchia.

Nel 1415, fu inviato in Sicilia il secondogenito maschio di Ferdinando I d’Aragona, Giovanni di Penafiel, ma non come re, bensì come viceré. Ebbe così termine il Vicariato della regina Bianca la quale, poco prima dell’arrivo del viceré Giovanni era tornata in Navarra. Quì, qualche anno più tardi, sposò lo stesso Giovanni di Penafiel, richiamato in terra spagnola dal fratello Alfonso V il Magnanimo, salito al trono d’Aragona alla morte del padre Ferdinando il Giusto.

Bianca, alla morte del padre, Carlo III, nel 1425, divenne poi regina di Navarra unitamente al marito. I due furono incoronati, a Pamplona, il 15 maggio 1429, ma la regina lasciò il governo nelle mani del consorte.

A proposito di leggende, la figura di Bianca di Navarra è legata al Castello di Donnafugata, a circa quindici chilometri da Ragusa. A dispetto del suo nome non si tratta di un antico maniero medievale, bensì di una costruzione ottocentesca in stile neogotico.

Esistono ipotesi sul nome di “Donnafugata”. Esso si lega ad una leggenda su una presunta donna intrappolata nel castello e in seguito “fugata”, cioè evasa. La leggenda, tuttavia, si scontrerebbe pesantemente con la coerenza storica. Un’altra versione narra di una donna trovata misteriosamente morta per soffocamento, in dialetto “affucata”. A questa vicenda, quindi, sarebbe riconducibile la genesi del nome di questo castello. Più verosimilmente, anticamente sarebbe esistita da quelle parti una rocca araba, con conseguenti insediamenti di musulmani nella zona. Quindi, il nome sarebbe la libera interpretazione e trascrizione del termine arabo ʻAyn al-Ṣiḥḥat (Fonte della Salute) che in siciliano diviene Ronnafuata, da cui la denominazione attuale.

La prima costruzione del castello sembra dovuta ai Chiaramonte, conti di Modica nel XIV secolo. Nel XV secolo potrebbe essere stata una delle residenze di Bernardo Cabrera, ma tutti i dati riguardanti il castello, precedenti il Settecento, ivi compresa le notizie sulla sua primitiva costruzione, sono solo il frutto della leggenda quattrocentesca riguardante Bernardo Cabrera e Bianca di Navarra.

Si narra che il conte Cabrera rapì Bianca di Navarra, che però riuscì a fuggire. Per la fretta, la regina rinunciò perfino a vestirsi: seminuda e avvolta solo dai suoi lunghi capelli, trovò rifugio sopra una galera ormeggiata presso la riva, al porto. Senza esitare, si immerse nelle gelide acque del mare per raggiungere la salvezza, ma il conte riuscì a riprenderla e piegarla ai suoi voleri.

La versione più diffusa racconta del conte Cabrera, che, affascinato dalla bellezza della giovane regina, oltre che dalla sua immensa ricchezza, era convinto di poter conquistare il suo cuore ed il suo trono. Bianca invece non ne volle sapere e, per ben due volte, riuscì a sfuggire all’insano assedio amoroso del Gran Giustiziere. Aiutata da Giovanni Moncada, che la scortò fino a Palermo, si rifugiò nello Steri, il palazzo fortezza dei Chiaramonte, pensando di essere finalmente al sicuro. Cabrera, che non voleva darsi per vinto, la notte del 12 gennaio 1412, irruppe con i suoi soldati nel palazzo, ma Bianca riuscì a fuggire via mare…

Tutto questo è solo leggenda. Il Castello di Donnafugata fu acquistato nel 1648 da Vincenzo Arezzo-La Rocca, già barone di Serri o Serre, che ne fece una masseria fortificata. Nel corso del tempo si trasformò in una casina neoclassica e in castello neogotico. La maggior parte della costruzione si deve nell’Ottocento al discendente, il barone Corrado Arezzo. Attraverso varie generazioni, giunse a Clementina Paternò di Manganelli, vedova del visconte Gaetano Combes de Lestrade. Infine, dopo anni di incuria ed abbandono, nel 1982 venne acquistato dal Comune di Ragusa che, dopo lunghi lavori di restauro lo ha reso nuovamente fruibile.

 

 

 

Autore articolo: Lucia Rossi

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