Cialdini a Napoli

Tratto da Cronaca della guerra d’Italia del 1861-1862, volume 5, riportiamo questo interessante annotamento sul rapporto tra Cialdini e la città di Napoli.

 

All’occasione della festa del 7 Settembre, di cui siamo per narrare i dettagli, il locotenente del re dava una somma di cinquecento ducati a ciascuno degli asili infantili di Napoli, e per una bella ispirazione, prescriveva che nello stesso tempo duemila ducati fossero messi a disposizione della municipalità di Gaeta per creare un asilo d’infanzia al borgo di questo nome.

Napoli 7 settembre 1861

Dipingervi lo entusiasmo, la gioja da cui era compresa questa popolazione, mi è impossibile: la mia penna non è da tanto!… Non fuvvi finestra da cui non isporgesse una bandiera avente la simpatica effigie o di Vittorio Emanuele o di Garibaldi, non una casa (ad eccezione di tre o quattro che furono prese a fischiate) che non fosse, la sera, rischiarata da lampadi ai colori nazionali architettonicamente disposte, non un uomo, non una donna, non infine un ragazzo che sventolando la bandiera non avesse sulle labbra il nome de liberatori d’Italia. Per ogni dove scorgevate altarini, riccamente addobbati su cui erano collocati i busti alla sinistra di Garibaldi, alla dritta del nostro Re. Sulle principali piazze si innalzavano palchi per fuochi d’artifizio, e per le musiche militari che con canzoni nazionali e l’inno di Garibaldi le mille volte ripetuto e da migliaja di voci accompagnato, fra i più frenetici applausi di evviva, rallegravano la affollatissima popolazione. Su tutte le bandiere, su tutte le cantonate, in ogni luogo infine, leggevate il motto “A Roma”. Ciò che riuscì sorprendente e bella si fu la illuminazione della via Toledo, rischiarata inoltre da frequenti fuochi di Bengala; il tempio e la cupola di S. Francesco di Paola e le passeggiate della Villa i cuoi alberi ornati di ghirlande e festoni a fiori e lampade ed i rami sparsi di lumicini ai tre colori bianco, verde e rosso riuscirono di un magnifico effetto.

Aggiungete a questo le melodie della musica militare e la dolcezza delle angeliche voci di giovanetti operai e poi procurate colla fervida vostra immaginazione di formarvi un’idea della gioja, dello entusiasmo di questo popolo veramente italiano…

Napoli 8 settembre 1861

La festa della Vergine di Piedigrotta è una festa nazionale, che i Napoletani debbono conservare gelosamente, perchè rammenta una vittoria del cristianesimo contro i turchi, una vittoria de’ napoletani contro gli austriaci. E’ festa religiosa e nazionale ad un tempo, ed il popolo, fedele alle sue tradizioni l’ebbe sempre cara. Il general Cialdini orgoglioso di tutto ciò che ricorda glorie italiane, stabilì che con gran solennità si celebrasse quella festa che è napoletana ed italiana ad un tempo: poichè ogni gloria di Napoli è gloria di tutta la nazione italiana.

I 12 Battaglioni della Guardia Nazionale di Napoli con le milizie stanziali si schierarono in due fila lungo la bellissima Riviera di Chiaia, ed il generale Cialdini, a cavallo seguito dallo stato maggiore e preceduto dal Municipio, si recò al tempio per ringraziare la Vergine di Piedigrotta del favore costantemente accordato alle armi italiane.

Napoli 9 settembre 1861

All’occasione di queste feste il general Topputi indirizzò alla guardia nazionale l’ordine del giorno, di cui porgiamo il testo. COMANDO GENERALE DELLA GUARDIA NAZIONALE – Ordine del giorno del dì 9 settembre 1861 della Città e Provincia di Napoli. Ufficiali sottuficiali e militi della Guardia Nazionale di Napoli. Un giorno glorioso per noi fu l’anniversario della entrata di Garibaldi in Napoli. Noi abbiam risposto a coloro che ci accusavano; noi abbiam disperse le ingiuriose calunnie lanciateci contro dagl’inimici nostri e dell’Italia. Il popolo Napoletano si versò l’altro giorno nelle vie per festeggiare Garibaldi, per protestare, al grido di Viva l’Italia,
Viva il nostro amato Re Vittorio Emanuele, dinanzi all’Europa, che vuole l’Italia unita a nazione e che il plebiscito votato in ottobre è ancora la sua fede, la sua volontà. Al cospetto di quel fatto solenne ogni accusa tace: il giorno dell’anniversario del 7 settembre fu un trionfo novello per l’Italia. Alla festa Nazionale seguì la festa Militare della Vergine di Piedigrotta, festa che rammenta una nostra vittoria a Velletri sopra gl’Austriaci. Uffiziali, Sottouffiziali e Militi della Guardia Nazionale di Napoli, la vostra tenuta era bellissima e sfilaste dinanzi a S. E. il Luogoenente del Re Generale d’Armata Cialdini che si è reso caro ai Napoletani, con un ordine ammirevole da eguagliare le vecchie e ben disciplinate milizie. L’applauso con cui il popolo vi accolse e le generose parole di lode del Luogotenente del Re furono il più bel premio a quelle fatiche ed a quei servigi che da tanti mesi prestaste con tanto zelo. In una festa non interrotta di due giorni non un caso dispiacevole ebbe a deplorarsi.

E ciò, se onora la Guardia Nazionale, onora la civiltà ed il senno del buon popolo Napoletano. Il Luogotenente Generale della Guardia Nazionale Senatore del Regno M.O. Topputi”. S.E. il generale Cialdini indirizzò al luogotenente generale march. Topputi la seguente lettera. “Comando generale del 6. Dipartimento.

Napoli, 10 settembre 1861

Sig. generale, Nuovi fatti egregi ha la Guardia Nazionale di Napoli compiuti in questi ultimi giorni, e tali che sempre più meritevole la rendono dell’affetto e dell’ammirazione del governo e di tutta l’Italia.
La calma solenne, mantenuta nel mezzo del tripudio di sì numerosa popolazione, è dovuta certamente al suo accordo perfetto col popolo medesimo del quale essa è parte elettissima. Il suo contegno militare, la sua splendida tenuta, e il suo brioso passo marziale, me l’hanno fatta giudicare degnissima di andare a paro dei meglio istruiti battaglioni. Nel giorno 7, anniversario della entrata in Napoli del celebre Dittatore, e nel seguente giorno 8 che ricorda una bella vittoria riportata sugli Austriaci, la Guardia Nazionale e il popolo insieme hanno rinnovato il memorando plebiscito di ottobre, e hanno dato nuova mentita alle speranze di gente invida e nascosta, che ogni dì più si mostra indegna di aver per patria l’Italia. La prego, Sig. generale di aggradire di nuovo colle mie sincere congratulazioni l’assicuranza della mia stima e distinta considerazione. Il Generale d’Armata Cialdini.

 

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