L’inconfessabile segreto di Carlo V

Germana di Foix fu una principessa francese, sorella maggiore del ben più celebre Gastone, duca di Nemours, “la Folgore d’Italia”. Eppure anche lei ebbe un suo ruolo nella storia. Un primo ruolo, certo, che rischiò di mandare a rotoli l’unità della Spagna all’inizio del ‘500, e un secondo ruolo, oserei dire incerto, picaresco, recentemente portato alla luce da alcuni studiosi peraltro di fama. Per questo parliamo di un inconfessabile segreto di Carlo V.

I due “sovrani Cattolici”, Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, si erano sposati nel 1469 e tra il 1479, anno dell’ascesa al trono di Ferdinando in Aragona, e il 1492, anno della conquista di Granada, avevano nei fatti realizzato l’unità politica della Spagna. Unità ancora molto imperfetta, poiché Castiglia e Aragona avevano mantenuto le proprie distinte peculiarità, ma comunque unità che si estrinsecò soprattutto in politica estera, con l’Europa costretta a fare i conti con un nuovo, potentissimo attore. Il matrimonio tra Isabella e Ferdinando era stato felice e i due avevano regnato in concordia tra loro. Avevano avuto parecchi figli ma uno solo di questi era stato un maschio, Giovanni, principe delle Asturie, che tuttavia era morto prematuramente nel 1497. Altri lutti erano seguiti sino a che, nel 1502, erede dei due regni divenne l’infanta Giovanna (poi detta la Pazza), moglie dal 1496 dell’arciduca d’Austria Filippo il Bello, figlio dell’imperatore Massimiliano I e signore dal 1482, per eredità della madre Maria di Borgogna, delle varie terre dei Paesi Bassi (corrispondenti agli attuali stati di Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo).

Giovanna venne in Spagna con il marito e il figlioletto, il futuro Carlo V, chiamata dai genitori per essere giurata dalle Cortes principessa ereditaria. Ma già allora se le Cortes di Castiglia non fecero alcuna opposizione le Cortes di Aragona misero in chiaro che, qualora la regina Isabella fosse premorta al marito e questi da un secondo matrimonio avesse avuto un figlio maschio, tale figlio sarebbe stato erede delle terre della Corona d’Aragona, ovvero Aragona, Catalogna, Valencia, Maiorca, Napoli, Sicilia e Sardegna. Apparentemente già in quel tempo Giovanna manifestò alcuni segni di quello squilibrio che le avrebbero impedito in seguito di esercitare personalmente il potere. La madre Isabella si premurò di disporre che in caso di impedimento a regnare della figlia la tutela sarebbe stata del padre Ferdinando e non del marito Filippo ma queste disposizioni della grande regina non furono sufficienti. Isabella la Cattolica venne a morte in Medina del Campo il 26 novembre del 1504; Giovanna, che si trovava nelle Fiandre ormai malata e in preda a una cronica malinconia le successe, ma immediato scoppiò il conflitto tra il marito Filippo e il padre Ferdinando per esercitare in sua vece il potere in Castiglia. Filippo si assicurò il sostegno del re di Francia Luigi XII e della nobiltà castigliana, mirando altresì a separare nuovamente i destini di Castiglia e Aragona, e riuscì a impadronirsi del potere in vece di Giovanna, venendo altresì riconosciuto come re Filippo I di Castiglia e León. Ma Ferdinando, conosciuto come il miglior diplomatico della sua epoca, secondo Machiavelli, reagì brillantemente. E qui entrò in gioco Germana di Foix.

Con il trattato di Blois del 15 ottobre 1505 Ferdinando acconsentì a sposare Germana, nipote di Luigi XII, riconoscendo il regno di Napoli al re francese qualora dal matrimonio non fossero nati eredi. Il matrimonio fu celebrato nella primavera del 1506 a Dueñas e consumato poco dopo in Valladolid. Tutto ciò mise Filippo e la nobiltà castigliana che lo sosteneva di fronte al fatto che dal matrimonio sarebbe potuto nascere un erede maschio per la Corona  d’Aragona, mettendo in forse l’unità iberica. I fatti successivi sono noti. Filippo non godette a lungo del potere, poiché morì improvvisamente a Burgos il 25 settembre 1506 subentrandogli immediatamente nel potere Ferdinando, posto che le condizioni mentali di Giovanna peggiorarono e divennero manifeste. La povera regina fu infine rinchiusa sotto stretta sorveglianza in Tordesillas dove passò il resto della sua vita. Ferdinando riconobbe il diritto al trono del giovane nipote Carlo ma continuò peraltro a godere della piacevole vita matrimoniale con la giovane Germana, descritta come gaudente, allegra, amante delle feste e della bella vita. Dal matrimonio nacque infine a Valladolid il 3 maggio 1509 un figlio maschio, non è ben chiaro se desiderato o temuto, ma fortunatamente per la pace interna e l’unità della Spagna il giovane infante Giovanni d’Aragona visse solo poche ore.

Germana non rimase più incinta e alla fine Ferdinando il Cattolico morì a Madrigalejo il 23 gennaio 1516, asseritamente per l’eccesso nel consumo di sostanze afrodisiache. La reclusa Giovanna gli successe formalmente negli stati della Corona d’Aragona ma il potere andò al giovane nipote, l’arciduca Carlo, che dalla sua residenza di Bruxelles si affrettò a raggiungere la Spagna. Carlo avrebbe regnato sui regni iberici come tutore della madre ma assunse poi direttamente anche i titoli reali, sarebbe nel 1519 successo nel Sacro Romano Impero all’altro nonno Massimiliano e conosciuto col nome di Carlo V avrebbe potuto vantarsi di governare un impero su cui non tramontava mai il sole.

Ferdinando nel proprio testamento aveva lasciato alla moglie varie rendite su territori appartenenti alla Corona d’Aragona ma soprattutto aveva richiesto al nipote di onorarla, di proteggerla e di concederle un luogo ove potesse vivere riverita e con il conforto di tutte le proprie necessità. Carlo e Germana si incontrarono per la prima volta a Valladolid nel novembre 1517: lui aveva 17 anni lei circa 29. Lei non era ancora la donna grassa e quasi obesa che sarebbe successivamente diventata, era forse solo leggermente zoppicante, ma era ancora una donna nel fiore degli anni tale da attrarre il giovane nipote acquisito. E in più, in una corte ove nessuno parlava il francese, l’attrazione tra i due fu reciproca in forza dell’idioma comune. I rapporti tra i due furono molto stretti e Carlo per certo tempo ostentò nei confronti di Germana delle attenzioni inusuali come alzarsi dal trono e inginocchiarsi alla sua presenza. Germana accompagnò Carlo nei viaggi attraverso la Spagna nel 1518 sino a quando, il 17 giugno del 1519, in Barcellona, questi la fece sposare con un personaggio del suo seguito, Giovanni di Brandeburgo-Ansbach, cugino primo dell’elettore appunto di Brandeburgo che avrebbe votato per Carlo nell’elezione imperiale a Francoforte. Nel 1523 Carlo nominò Germana luogotenente generale del regno di Valencia e suo marito capitano generale, e in questo ruolo Germana dovette affrontare la sanguinosa ribellione anti-feudale detta delle Germanias cui fece fronte con una risolutezza quasi sfociante nella crudeltà. Si dice che ella stessa fu firmataria di ben ottocento condanne a morte per i ribelli. Morto il marito Giovanni nell’estate 1525 fu ancora Carlo, ormai noto come l’imperatore Carlo V, a imporle un nuovo matrimonio, queste volte con Ferdinando d’Aragona, già duca di Calabria, figlio ed erede dell’ultimo sovrano della dinastia aragonese di Napoli, Federico, che aveva perso il trono nel 1501. Ma ormai Germana non era più la vedova piacente e sensuale del 1516. Su tale ultimo matrimonio scrisse ironicamente l’ambasciatore polacco, Jan Dantysek: “Este buen príncipe que cuenta entre sus antepasados con más de ochenta reyes de la casa de Aragón, forzado por la penuria, ha venido a caer con esta corpulenta vieja y a dar en un escollo tan famoso por sus naufragios”. Sia quel che sia Germana e Ferdinando vissero tranquillamente a Valencia, circondati da una piccola corte colta e raffinata che divenne famosa nella Spagna dell’epoca. Germana, probabilmente malata, troppo avvezza ai piaceri della tavola, si trasformò in una donna grassa e obesa su cui fiorirono barzellette e maldicenze. Figli non ne vennero, nè dal secondo nè dal terzo matrimonio. Germana venne a morte nel suo palazzo di Liria, presso Valencia, il 15 ottobre 1536. Il marito Ferdinando sarebbe stato confermato da Carlo V quale vicerè di Valencia, si sarebbe risposato con Mencia de Mendoza, e sarebbe morto anch’egli senza figli in Valencia il 26 ottobre 1550, ultimo rampollo legittimo degli Aragonesi di Napoli.

Fin qui la storia ufficiale, quella accettata da tutti. Ma dobbiamo arrivare alla penultima decade del ‘900 per scovare qualcosa di nuovo. Una giovane studiosa dell’università di Valencia, Regina Pinilla Pérez de Tudela, nella sua tesi dottorale sul vicereinato di Germana di Foix, scopre negli archivi di Simancas il testamento della stessa rogato pochi giorni prima di morire, ove lega una preziosissima collana di 133 grosse perle alla serenissima donna Isabella, infanta di Castiglia, figlia della maestà dell’imperatore: “Ittem, llegamos (sic) y dexamos aquel hilo de perlas gruessas de nuestra persona, que es el mejor que tenemos, en el qual ay Çiento y treynta (sic) tres perlas, a la sereníssima doña Ysabel, Ynfanta de Castilla, hija de la Mat. del Emperador, mi señor e hijo, y esto por el sobrado amor que tenemos a Su Alteza”.

Il documento è ripreso nel 2001 dal cattedratico Manuel Fernández Alvarez, massimo esperto spagnolo dell’età di Carlo V, il quale svolge ulteriori ricerche e alla fine scioglie le sue conclusioni: tale infanta Isabella di Castiglia sarebbe la figlia nata nel 1518 dall’amore proibito sbocciato a Valladolid tra il giovane Carlo V e la ancora piacente Germana, la sua “abuelastra” (non esiste una traduzione italiana per questo termine spagnolo, ma se esistesse dovrebbe essere qualcosa come nonnastra, una nonna non naturale): figlia tenuta ovviamente nascosta e cresciuta in un monastero di Avila assieme a due figlie naturali di Ferdinando il Cattolico. E a sostegno di tale tesi lo studioso porta una lettera del 19 ottobre 1536, quattro giorni dopo la morte di Germana, che il marito vedovo scrisse all’imperatrice Elisabetta di Portogallo, moglie di Carlo V. In tale lettera il duca di Calabria scrive esplicitamente che tale infanta Isabella, legataria di così preziosa collana, era la figlia di Germana e dell’imperatore, suo nipote acquisito. Un segreto terribile, inconfessabile, meritevole di essere sepolto.

La verità, ovviamente, difficilmente verrà a galla. La famosa collana di perle apparirà nel famoso ritratto, opera di Antonio Moro, di Margherita d’Austria, duchessa prima di Firenze e poi di Parma, figlia naturale e riconosciuta di Carlo V e della fiamminga Johanna Maria van der Gheenst. Questo fatto spingerà qualcuno a sostenere che Isabella e Margherita fossero in realtà la stessa persona. Gli autori spagnoli, soprattutto quelli più allineati alle versioni ufficiali, hanno bollato come eretica la tesi di Fernández Alvarez, che getta un’ombra tremenda su Carlo V, il mostro sacro della storia spagnola; è da dire peraltro che nessuna delle contro argomentazioni è pienamente convincente. Wikipedia e altri, alludendo a fonti e ad autori che non sono riuscito a rintracciare, accennano pure a un presunto marito di Isabella e a una sua data e luogo di morte, 1565 a Perpignano. L’inconfessabile segreto di Carlo V aspetta ancora la sua luce.

 

 

Autore articolo: Valerio Lucchinetti

Fonte foto: dalla rete

Fonti: Alvarez, Manuel Fernández: El inconfesable secreto de Carlos V in La Aventura de la historia, #27, 2001; Garcia Valencia, Alfons: Las dos infantas ilegitimas que eran una in Levante-El Mercantil Valenciano, 3 luglio 2012; Valero de Bernabé y Martin de Eugenio, Luis: Carlos de Gante: sus primeros años y sus relaciones con Germana de Foix, in I Jornadas Superiores del Colegio Heráldico de España y de las Indias, 1997; Salazar y Acha, Jaime de: Germana de Foix in Diccionario de Biografias (DBE) de la Real Academia de la Historia

 

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