Maria Luisa di Borbone-Parma
Il libello “Vie politique de Marie-Louise de Parme, Reine d’Espagne”, pubblicato nel 1793, è un insolente compendio di tutte le calunnie che circolavano a quel tempo su Maria Luisa di Borbone-Parma, nipote di Luigi XV di Francia e regina di Spagna. Erano fondate? Chissà.
Nacque a Parma, da Filippo I, fratello di Carlo III di Borbone, e da Luisa Elisabetta di Francia, figlia del re di Francia Luigi XV, il 9 dicembre 1751. Sua madre morì di vaiolo quando lei aveva solo otto anni e con i fratelli non ebbe un ottimo rapporto. La sua educazione fu affidata all’abate Etienne Bonnot de Condillac, uomo piuttosto liberale nei costumi che orientò la mentalità della giovane verso una moralità moderna ed una condotta vivace.
All’età di dodici anni, Maria Luisa si fidanzò con suo cugino di primo grado Carlo, principe delle Asturie e figlio di Carlo III e di Maria Amalia di Sassonia. Due anni dopo lo sposò, in Spagna, nel Palazzo Reale della Granja de San Ildefonso. Fu allora che iniziarono i suoi guai.
A corte iniziarono a girar voci su sue presunte relazioni col conte di Lancaster ed altri esponenti della nobiltà internazionale. Carlo III prese a detestarla. Oltretutto il suo carattere esuberante e la grande intelligenza, erano mal visti, sembravano concorrere ad alimentare certi pettegolezzi. Il suocero si dette disperatamente a farla controllare, provò a limitare la sua vita privata ed a limitare la sua libertà personale, ma con scarso successo.
Le serate letterarie che i principi delle Asturie organizzavano nelle loro stanze, più che all’insegna dall’amore dell’arte sembravano votate al corteggiamento ed a passioni senza pudore. Il marito pare che fosse ingenuo e non si rendesse conto di nulla, neppure di quella relazione duratura che la moglie intrecciò con un ventunenne aitante e bello della sua guardia del corpo, Manuel de Godoy.
Divenuta regina e durante il suo regnato restò incinta per ben ventitré volte, anche se solo sette gravidanze riuscìa portare a termine felicemente. Invecchiando anche il suo aspetto s’appassì, perse quasi tutti i denti e si serviva d’una dentiera d’avorio, la sua condotta libertina però non mutò. Il poeta José de Espronceda la bollò “prostituta impura”, mentre i precettori di suo figlio, il futuro Ferdinando VII, ne scrivavano così: “Alle sue brillanti qualità esteriori unì un cuore naturalmente vizioso, incapace di vero affetto, estremo egoismo, raffinata astuzia, incredibile ipocrisia e dissimulazione, dominato dalle sue passioni”. Tutto fu accompagnato da voci su presunti interessi sadomasochistici.
Devotamente seguì il marito in esilio, dopo l’abdicazione del 1808, e venne a Roma, dove s’ammalò di polmonite. Allora, timorosa di morire, si confessò.
E’ qui che nasce una storia interessante e misteriosa. Ad un esterefatto frate Juan de Almaráz, infatti, Maria Luisa di Borbone-Parma avrebbe dichiarato che nessuno dei suoi figli era del marito e avrebbe pure esortato il confessore a redigere un documento da render pubblico una volta che anche il frate sarebbe morto. Invece accadde che il frate provò a ricattare Ferdinando VII, minacciando di rendere tutto di dominio pubblico. Il re spedì suoi uomini a Roma e lo fece rapire, rinchiudendolo poi nella fortezza di Peñíscola, mettendo a tacere una verità che una giornalista, José María Zavala ha tirato fuori solo nel 2011, col libro “Bastardos y Borbones”.
A distanza di due secoli dalla sua scomparsa, la reputazione di Maria Luisa di Borbone-Parma continua ad essere screditata.
Autore articolo: Angelo D’Ambra
Fonte foto: dalla rete
