Furore, un fiordo nel Mediterraneo

Non c’è bisogno di raggiungere la lontana Scandinavia, nè di patire il gelido freddo delle lontane terre del Nord per vedere un fiordo.C’è infatti una opzione molto più vicina e calda nel Mediterraneo. Basta andare a Furore, in Campania, provincia di Salerno.
E così, anche una parola di origine norvegese, fiordo deriva infatti dal germanico fjord, entra nel patrimonio culturale dell’Italia meridionale grazie a questo piccolo braccio di mare che si insinua nella costa amalfitana. Pareti ripide e scoscese cascano a precipizio nell’insenatura immergendosi nelle acque calde del Mediterraneo, dando vita a quella caratteristica, lunga e stretta insenatura che da anni è diventata anche teatro di uno spettacolare campionato mondiale di tuffi dall’altezza di 28 metri.

La costiera amalfitana è bagnata dal Mar Tirreno e costellata di meravigliosi paesini e borghi di pescatori. Furore è uno di questi, un piccolo paese che non arriva a 100 abitanti, diviso in tre distretti Cicala (Sant’Elia), Ciuccio (Santo Jaco) e Gatta (Sant’Angello), che ogni anno vedono rinnovarsi, a Settembre, il volto delle abitazioni. Dipinte con colori sgargianti ed estro artistico, queste case hanno dato a Furore il soprannome di “Paese dipinto”. Ma soprattutto Furore vanta l’unico fiordo del Mediterraneo.

La Norvegia viene chiamata “Paese dei fiordi”, ne ha di numerosi e spettacolari. Famosi sono anche quelli di Irlanda, Scozia, Islanda e Groenlandia. Se ne trovano anche a Sud, sulla costa meridionale del Cile e nella Nuova Zelanda. Tuttavia l’unico fiordo del Mediterraneo è qui, a Furore. Il mare penetra nella stretta costa di rocce verticali punteggiata da case a schiera e piccoli sentieri scavati nelle pareti. Creato dal torrente Schiato che scorre da Agerola, questo fiordo è sormontato da un ponte di pietra con arco a tutto sesto alto circa trenta metri che collega le due sponde della gola. Il centro del paese si trova circa trecento metri più in alto.

Un panorama mozzafiato con mare calmo e splendide giornate di sole che fecero innamorare anche Roberto Rossellini. Il regista vi girò infatti il film “L’amore” nel 1948 con Anna Magnani che per questa interpretazione vinse il Nastro d’argento. Aspetta solo di essere visitato.

 

Autore articolo e foto: Angelo D’Ambra

 

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