Il Cavallo delle Murge

Nelle campagne del distretto della “Murgia dei Trulli” (altipiano carsico dell’entroterra centrale della Puglia, che comprende anche la Valle d’Itria), l’attività zootecnica caratterizza profondamente il paesaggio, creando un interessante contrasto con le zone industriali e commerciali che circondano gli storici centri urbani della zona.

Le antiche masserie rimangono il centro delle moderne aziende agricole, dove l’allevamento bovino ed ovi-caprino costituisce la parte economicamente più rilevante e quello equino la parte culturale ed identitaria, il laccio che tiene saldamente legati questi allevatori alle loro tradizioni ed al loro territorio. Un legame millenario che non manca di caratteri innovativi.

Il fulcro della tradizione ippicola delle Murge è rappresentato dal Cavallo Murgese e dall’Asino di Martina Franca ed in passato ancor più dal Mulo Martinese (ibrido delle due specie). Queste due razze sono state riconosciute ufficialmente nel 1925 con l’istituzione dei rispettivi Registri Anagrafici, anche se la tradizione dell’allevamento di asini e cavalli nell’intera Puglia è antica quanto la storia di questa regione.

La razza cavallina delle Murge oggi è una delle razze equine italiane più apprezzate, sia per le sue caratteristiche palesi, che per quelle intrinseche.
Tutti possono facilmente godere della bellezza di un cavallo delle Murge semplicemente guardandolo. Il portamento di questi energici equini si accompagna al caratteristico mantello completamente morello e alla variante “grigio ferro con capezza di moro”, che vede contrastare il nero delle estremità (testa, orecchie, arti, coda e criniera) con il grigio del resto del corpo. L’incollatura fiera, il profilo spesso leggermente montonino ed i crini, di criniera e coda, fluenti completano l’aspetto quasi fiabesco. Ma le caratteristiche più importanti di questa razza non sono visibili ad occhio nudo. Resistenza dello zoccolo, rusticità intelligenza, cultura e storia.
Fin dalla colonizzazione greca del “tacco d’Italia”, i cavalli allevati in questa regione hanno avuto grande rinomanza. In tutto il Regno di Napoli, fino all’unità d’Italia, fu abitudine consolidata, delle varie casate aristocratiche, allevare proprie razze di cavalli.

È con i Trastamara, i re aragonesi, sul trono di Napoli, che inizia il periodo d’oro dell’ippicoltura napolitana. I meravigliosi corsieri prodotti nel Sud della penisola erano apprezzati in tutta Europa e contribuirono alla formazione di moltissime razze (Lipizzana, Kladruber e Iberiche). Il lustro della nostra produzione equestre attraversò tutto il periodo del Viceregno ed anche il periodo borbonico.

Nel territorio delle Murge, in questo periodo, si distinsero per la qualità dei soggetti prodotti gli allevamenti dei Conti di Conversano (Acquaviva d’Aragona); dei Duchi di Martina (Caracciolo e Caracciolo-De Sangro); dei Duchi di Bari (Ludovico Sforza detto il “Moro”, Isabella d’Aragona e sua figlia Bona Sforza, Regina di Polonia); come anche la Corona di Napoli che in alcune difese marginali, rispetto al territorio della “Murgia dei Trulli”, allevava le proprie razze.

Il Cavallo Murgese attuale è l’erede culturale e territoriale della tradizione ippicola della Murgia Sudorientale. E questa eredità si esplicita nella presenza di caratteri morfologici, e non solo, tipici di quei cavalli che fin da epoca greca furono allevati in questo territorio. Il legame storico-territoriale più forte che unisce, il Murgese di oggi ai cavalli che lo hanno preceduto, è rappresentato dal fatto che quei cavalli, secoli a dietro, erano allevati nelle stesse masserie, nutriti nei medesimi pascoli e ricoverati negli stessi Trulli in cui si trovano i Cavalli delle Murge oggi.

 

 

 

 

Autore: Giuseppe Acella, esperto di storia equina

In copertina è ritratto un primo piano della testa dello stallone selezionato Erik dei Principi (Leporello x Alessandra). Foto di Francesco Curci e Giuseppe Acella

Riferimenti bibliografici:
Il cavallo del sud : breve saggio storico sul Corsiero Napolitano / Giuseppe Maria Fraddosio Roma: Fraddosio, stampa 2001
Viaggio nel Regno di Napoli (1793) / Carlo Ulisse De Salis Marschlins a cura di Giacinto Donno – Cavallino: Lorenzo Capone Editore, 1979

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Un pensiero su “Il Cavallo delle Murge

  • 28 Gennaio 2016 in 9:17
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    “Il legame storico-territoriale più forte che unisce, il Murgese di oggi ai cavalli che lo hanno preceduto, è rappresentato dal fatto che quei cavalli, secoli a dietro, erano allevati nelle stesse masserie, nutriti nei medesimi pascoli e ricoverati negli stessi Trulli in cui si trovano i Cavalli delle Murge oggi.” Verissimo, ma se possibile, un legame ancora più importante di questa razza con il passato e la storia della nostra terra è dato dal fatto che nella sua linea genetica è fortissima l’impronta dell’estinto e celebre cavallo napoletano, elegante fiero e robusto, se si volesse, con un’adeguata selezione, si potrebbe estrarre nuovamente una razza di cavalli quanto più vicina a quella ormai scomparsa, partendo proprio dal murgese.

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