Le Guardie d’Onore del Regno di Napoli

Gioacchino Murat si insediava sul trono di Napoli nel 1808. L’anno dopo istituiva le Guardie d’Onore. Corpo pretoriano cui era affidato il compito di servire e proteggere il sovrano, le guardie erano costituite da giovani d’età compresa tra i diciotto ed i trent’anni, con fisico e attitudine adatti, provenienti da famiglie nobili o borghesi con una rendita annua di almeno 400 ducati, incluso il mantenimento del proprio cavallo. Era una commissione specifica a redigere le liste d’iscrizione per ciascuna provincia ed a valutare l’idoneità dei candidati.

L’idea di arruolarsi in questo corpo però non fu accolta con entusiasmo, così alla richiesta volta ai vari comuni dal segretario generale dell’Intendenza di Terra di Lavoro per conoscere i nominativi degli “allistati”, la maggior parte delle risposte fu negativa. Innanzitutto venivano presentati impedimenti di carattere economico che portarono anche chi inizialmente era stato reclutato a chiedere esoneri o trasferimenti in altri corpi. Molti giovani adatti al compito furono, i nsecono  momento, esentati per aver effettuato versamenti nelle casse del reggimento. Il 16 novembre 1810, inoltre, un decreto reale sancì una severa repressione del fenomeno della diserzione che toccava le guardie come l’intero esercito, alimentando il brigantaggio e l’emigrazione verso la Sicilia borbonica. Nonostante tali problemi, le Guardie d’Onore parteciparono con Murat alla Campagna di Russia con tre squadroni comandati dal colonnello Sambiase.

Tramontato il periodo murattiano, Ferdinando I e Francesco I servarono intatto il corpo delle Guardie d’Onore. Fu Ferdinando II a volerlo riformare. Frono emanate numerose eprecise circolari sulla tenuta da gala, per quella da udienza, per quella da scorta, per la marcia, per le istruzioni a cavallo e per il diporto, nonché regole per preservare intatta la salute del proprio sauro. Si introdusse pure un dettagliato regolamento per i trombettieri del corpo. Gli squadroni furono poi organizzati per provincia e, per la prima volta, ne nacquero anche in Sicilia. Venne pure definito un giuramento delle guardie: “Io prometto e giuro innanzi a Dio fedeltà ed obbedienza a Ferdinando II Re del Regno delle due Sicilie, ed  satta osservanza ai suoi ordini. Prometto e giuro di non volere appartenere né ora  né mi a qualsivoglai setta, o associazione segreta sotto qualunque titolo o denoinazione. Prometto e giuro di difendere anche coll’effusione di tutto il mio sangue la Bandiera e gli Stendardi che S.M. si è degnata di affidarmi, così Dio mi aiuti…”. A quanto pare, nel nuovo clima della restaurazione le adesioni crebbero in tutte le province però le Guardie d’Onore lasciarono definitivamente l’ipeto bellico e i campi di battaglia per divenire un’istituzione cerimoniale addetta a presenziare feste, manifestazioni e commemorazioni della casa reale.

Le Guardie d’Onore furono infatti incaricarte di sfilare nelle parate per l’onomastico del re e della regina, in occasione della nascita di un principe, per le feste patronali. Probabilmente era la Festa di Piedigrotta l’evento più importante nel quale erano coinvolte le guardie. Il Comando generale delle Armi Citra Faro era impegnato tutto l’anno per prearare la gran parata. Nel 1842 le guardie di Terra di Lavoro, Capitanata e dei Due Principati ricevettero un accorato encomio per l’impegno profuso nella sfilata.

La breve parentesi costituzionale, del 1848, che mutò le Guardie d’Onore in Guardia Nazionale a Cavallo, anticipò quanto sarebbe poi avvenuto nel 1860. Le guardie divennero Corpo della Guardia Nazionale e prestarono giuramento a Vittorio Emanuele II: “…giurò fedeltà ed obbezienza a Vittorio Emanuele re d’Italia e suoi successori. Giuro di osservare e far osservare lo Statuto ed ogn ialtra legge dello Stato pel ben inseparabile del Re e della patria italiana…“.

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: Archivio di Stato di Caserta, Commissione Guardie d’Onore; Manuale per uso delle Guardie d’Onore Provinciali, Napoli 1851; Delle cerimonie pubbliche delle onorificenze della nobiltà…, Napoli 1854;

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2 pensieri riguardo “Le Guardie d’Onore del Regno di Napoli

  • 6 Aprile 2020 in 16:21
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    I MINEI MIEI ANTENATI: BARONI DI S.ELENA CARLO MINEI E SALVATORE MINEI – FURONO UFFICIALI COMPAGNIA DELLE REALI GUARDIE DEL CORPO A CAVALLO DI S.M. IL MIO TRISAVOLO BARONE DI S.ELENA GIUSEPPE MINEI; PRIMO TENENTE – 1° RGT GRANATIERI – TUTTI COMBATTENTI E FEDELI A S.M. FINO ALLA RESA DI GAETA

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