Bufale sul Medioevo

Nell’articolo Il Medioevo per gli storici contemporanei abbiamo fornito un’immagine molto diversa dell’Inquisizione, delle crociate, del rapporto degli uomini del Medioevo con la tecnologia e con il sapere rispetto a quella cui siamo avvezzi. Quest’oggi proseguiremo il nostro viaggio nell’ “età di mezzo” provvedendo a mettere in discussione ulteriori pregiudizi riguardo a quest’epoca.

Si è parlato di crociate e Inquisizione… l’uso della violenza era più diffuso nel Medioevo?

Rispetto ai nostri giorni possiamo dire di sì… o meglio, l’uomo antico e quello medievale avevano un rapporto diverso con la violenza: in tutta la storia antica l’uso della violenza è più diretto e diffuso. Oggi a nessuno di noi verrebbe in mente di prendere dei rivoltosi e di crocifiggerli lungo la strada: per gli antichi romani questo invece non era insolito.

Nel Medioevo non si utilizzava più la crocifissione, ma si usava ancora il pugno di ferro per comandare. Carlo Magno è ricordato per aver fatto decapitare in un solo giorno migliaia di prigionieri sassoni, eppure non si comportò in maniera diversa da qualsiasi altro sovrano dell’epoca: l’episodio in questione è stato fortemente strumentalizzato, ma ci si scorda che i sassoni non erano pagani pacifici che volevano vivere in santa pace, erano bensì uno dei popoli più bellicosi d’Europa, e non di rado sconfinavano nei territori confinanti compiendo scorrerie e massacri.

 

Dunque i grandi massacri di città compiuti in quest’epoca fanno parte di questo modo di concepire la violenza?

Sicuramente. Nella storia romana esistono numerosi esempi simili; quando un popolo rifiutava di sottomettersi, le legioni portavano la devastazione, prendevano migliaia di schiavi, effettuavano esecuzioni di massa. Cartagine è il caso più lampante: fino ad allora i cartaginesi erano stati il popolo che più di tutti aveva dato del filo da torcere a Roma… la soluzione? Carthago delenda est, Cartagine doveva essere distrutta per dare l‘esempio, per mostrare che chi si opponeva al potere di Roma avrebbe subito la stessa sorte.

 

È vero che in età medievale l’igiene personale era scarso?

L’età romana come sempre viene immaginata come un’epoca in cui la gente teneva particolarmente alla pulizia del corpo, tuttavia alcuni standard igienici del tempo sarebbero comunque discutibili, soprattutto per quanto riguarda le latrine pubbliche e le infestazioni di parassiti.

I romani avevano l’abitudine di lavarsi giornalmente, ma facevano un bagno completo solo una volta ogni nove giorni. Inoltre non potevano usufruire del sapone, che verrà importato dall’Oriente solo nel Medioevo!

 

E l’immagine della gente del Medioevo, vestita di stracci e con il volto coperto di fuliggine?

Completamente falsa. Gli uomini e le donne del Medioevo vestivano con abiti cuciti in casa, ciò non implica però che tali indumenti fossero malfatti: potremmo dire che anche le persone dei ceti più umili vestissero in maniera rispettabile. Anche la pulizia del corpo era tenuta da conto in quest’epoca: ci si lavava il viso e le mani pressoché ogni giorno, come siamo abituati a fare oggi. Le cose cambieranno nelle epoche successive: basti pensare che ancora nel 1700, in pieno Illuminismo, lavarsi con acqua veniva considerata una pratica insalubre, da fare il meno possibile.

 

Eppure ci viene ripetuto che in età romana c’erano le terme, e che esse erano assenti in epoca medievale.

In molte città del Medioevo vi erano i bagni pubblici, spesso ricavati nelle stesse terme usate in precedenza dai romani; nella città di Parigi ad esempio esistevano tantissimi bagni pubblici. Ciò indica che non tutto ciò che contraddistingueva il mondo romano era andato perduto. La perdita fu soprattutto per gli acquedotti: i barbari che presero il potere nei territori dell’Impero non badarono troppo alle infrastrutture romane, e per questo scomparvero le maestranze in grado di costruire ponti e acquedotti. Tuttavia nel Medioevo si ricorse all’uso di cisterne, più semplici da costruire.

 

Si dice spesso che in quest’epoca le epidemie scoppiavano per l’assenza di fognature urbane: quanto c’è di vero?

Parecchie città medievali ebbero degli impianti fognari, probabilmente ricalcati sul modello delle cloache romane. Nei villaggi o nei centri urbani che non disponevano di tali impianti si usava bruciare i rifiuti, soprattutto per coprire gli odori della decomposizione. L’uso di scaricare liquami o umori corporei in strada, magari da una finestra non era affatto così comune: solitamente per disfarsi di tali rifiuti si utilizzavano dei fossati, o in altri casi i corsi d’acqua naturali.

 

Quando scoppiava un’epidemia però si facevano delle processioni religiose: ciò non alzava il rischio del contagio?

Sicuramente, però bisogna tenere conto di due aspetti. In primo luogo ancora non si era scoperto che le malattie non erano “punizione divina” ma dipendevano da agenti patogeni: occorreranno secoli prima di realizzare questa realtà. Tuttavia proprio nel Medioevo si comincerà a intuire che il contagio si propaga dal contatto tra una persona malata ed una sana: proprio in quest’epoca si comincerà ad isolare le zone più colpite dalle epidemie. In secondo luogo si deve considerare che anche in epoca romana, nel frangente di un’epidemia, si additava l’“ira divina”, e si bandivano processioni e cerimonie pubbliche per ingraziarsi i numi.

 

I romani non erano meno superstiziosi dei “medievali”?

Tutt’altro. Pensiamo al fatto che alcuni dei più comuni reperti di epoca romana sono amuleti o talismani portafortuna: i cornetti ancora oggi venduti dagli ambulanti attingono proprio da questa tradizione. Esisteva poi tutta una serie di scongiuri o di rimedi magici e scaramantici per tenere lontana la cattiva sorte. Inoltre il folklore romano era ricco di figure leggendarie, tra cui quella che in epoca medievale sarà chiamata “la strega”.

 

E la medicina?

La medicina nel Medioevo era quella ereditata dai romani: nessuna involuzione culturale dunque… si può dire che essere curati da un medico medievale e da un medico dell’antica Roma fosse pressoché la stessa cosa; si trattava di un tipo di medicina basata su teorie complesse, ma ben lungi dal poter essere definita scientifica.

 

Com’era nel Medioevo il rapporto con il corpo? La sessualità, la fisicità in generale non era in qualche modo demonizzata?

No, il Medioevo non fu un’epoca di repressione sessuale: quest’ultima meglio si addice alla mentalità puritana, propria di alcune comunità protestanti dell’Età Moderna. La sessualità rappresentava per la gente del Medioevo un elemento del tutto naturale.

La demonizzazione del corpo e della materialità fu invece uno degli elementi cardine dell’insegnamento dei catari, o delle eresie gnostiche in generale. Se noi poniamo l’attenzione sulla letteratura medievale, in particolare del tardo Medioevo, ci accorgiamo di quanto normale fosse parlare di sesso: le novelle del Boccaccio, e ancor prima i poemetti in versi francesi giocano spesso su situazioni di intimità che non sono affatto estranee allo humor contemporaneo.

 

Dunque la Chiesa non “bacchettava” su questo punto?

Non troppo. O meglio, si può dire che la Chiesa “bacchettava” perché quella era la sua funzione, ossia fornire un insegnamento morale; ciò non vuol dire che se due soggetti non sposati intrattenevano una relazione sarebbero stati presi a bastonate, o condotti al cospetto dell’inquisitore: l’Inquisizione non si interessava di queste faccende.

Il sesso prematrimoniale non rappresentava un crimine, bensì un mero peccato veniale. Diverso era il caso dell’adulterio, punito spesso con la morte, in quanto rappresentava un crimine a tutti gli effetti; di esso se ne occupavano i tribunali secolari. Malgrado ciò la stessa letteratura di intrattenimento che abbiamo richiamato poc’anzi scherzava spesso anche su questo aspetto, presentando situazioni di infedeltà coniugale che prendevano le svolte più comiche.

 

La donna come era vista dai “medievali”? Era considerata un essere inferiore?

Ancora una volta è utile far riferimento all’apparente conflitto fra Età Antica ed Età Medievale: la donna dell’antica Roma godeva di determinate liberalità, ma ciò non basta a dire che fosse equiparata all’uomo. Anche nel Medioevo vi fu una sostanziale diseguaglianza tra uomini e donne: è possibile parlare quindi di una società patriarcale, ma non di una società misogina. Addirittura vi sono vari indizi che inducono a pensare ad un generale miglioramento della condizione della donna nel corso del Medioevo; voglio citarne uno in particolare: se guardiamo alla storia dell’antica Roma, ci accorgiamo di quanto essa sia sostanzialmente povera di figure femminili positive. Con il Medioevo la storia invece si arricchisce di figure di donne di rilievo: sante, badesse, nobildonne, regine; ciò è incompatibile con l’immagine di un Medioevo rigidamente misogino.

 

 

 

 

 

 

 

Autore articolo: Luca Varinelli

Bibliografia: La Peste Nera, conferenza del prof. Alessandro Barbero, 2020; La vita sessuale nel Medioevo, conferenza del prof. Alessandro Barbero, Festival del medioevo 2019; Il Medioevo raccontato da Jacques le Goff, di Jacques le Goff, 2009; Il corpo nel Medioevo, di Jacques le Goff, 2003; Medioevo, un secolare pregiudizio, di Regine Pernoud, 1977.

 

 

 

Luca Varinelli, laureato in Giurisprudenza, nutre una viva passione per ciò che è letteratura, cinema, storia, leggende, folklore e misteri. Gestisce la pagina facebook Varo del Capovaro

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