Gilberto II di Balvano, un personaggio notevole

Gilberto II di Balvano, nato, presumibilmente, tra il 1150 e il 1155 nel castello di Rocca Sant’Antimo (attuale Rocchetta Sant’Antonio), ereditò dal genitore, Riccardo II di Balvano, i feudi, strategicamente importanti, di Lacedonia, di Rocca Sant’Antimo, di Monteverde, di Armaterra, di Vitalba e di Cisterna. Il nonno, Gilberto I di Balvano, era stato uno dei capi militari dell’armata di Ruggero II. La sua famiglia era stata una grande sostenitrice dell’abbazia di Cava, fortemente presente nelle pertinenze di Rocca, lui, invece, si legò particolarmente all’abbazia del Goleto.

Gilberto II preferì vivere con la moglie Margherita nel castello di Armaterra, ora non più esistente, che si trovava su una collina, nei pressi dell’attuale San Fele, paese lucano non distante da Calitri. Gilberto, che ricoprì cariche civili importanti nel regno di Sicilia, è un personaggio rilevante, per due ragioni particolari.

Innanzitutto fu l’artefice della rifondazione monumentale dell’abbazia di Santa Maria del Pierno, importante dipendenza goletana, allora situata nelle pertinenze di Armaterra. Il portale della chiesa, di notevole fattura, presenta tra l’altro un rilievo, che raffigura molto probabilmente lo stesso Gilberto, col classico elmo a forma conica dei cavalieri del tempo.

Gilberto II di Balvano, inoltre, fu tra coloro che reagirono alla presa del regno da parte dell’imperatore germanico, Enrico VI, prendendo parte ad una ribellione contro i tedeschi. La rivolta, però, fu subito stroncata: Gilberto, catturato nel 1197, fu legato e gettato in mare, non sappiamo se morto o vivo. Quest’ultima ipotesi è di gran lunga più probabile, dal momento che tutti gli altri rivoltosi furono uccisi tra atroci tormenti.

Il signore di Armaterra ebbe tre figli, un maschio, di cui non sappiamo nulla, e che molto probabilmente morì al seguito del padre, e due femmine, Magalda e Mansella.

Magalda, alla morte del padre, ereditò tutti i castelli di famiglia, tranne quello di Armaterra, che rimase in possesso della madre, e andò a vivere col marito nel castello di Rocca Sant’Antimo. Mansella, invece, si fece monaca nell’abbazia del Goleto, divenendone molti anni dopo abbadessa.

La vedova di Gilberto, Margherita, visse molto a lungo, rimanendo sempre nel castello di Armaterra, custode delle memorie del marito.

Segnaliamo, infine, che Magalda ebbe una nipote, Isabella, che fu damigella di corte, al seguito dell’imperatore Federico II.

 

 

 

 

Autore articolo: Edoardo Spagnuolo

Bibliografia: Il presente testo è stato pubblicato in “Lo scudo e la spada. Quaderni di divulgazione storica”, n. 8 – dicembre 2021, col titolo “Gilberto II di Balvano. Un personaggio notevole”.

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