I riti funerari degli antichi greci

Traiamo da La vita nella Grecia classica di C. Picard una ricostruzione dei riti funerari degli antichi greci.

***

 

La morte rimase sempre, per gli antichi Elleni, un passaggio critico e doloroso, tanto più che il loro paganesimo, amico delle gioie della terra, non pretendeva di trasferire al di là della vita tutto l’essenziale della felicità. Quando veniva il momento di lasciare, con rimpianto, questo basso mondo, ogni famiglia prendeva le maggiori precauzioni possibili per i trapassati, che erano nel contempo temuti e rimpianti. Le cure igieniche – lavaggio, unzione con profumi, piccole bende sugli occhi, al mento – avevano uno scopo in parte rituale. A partire dalla fine del VI secolo a. C. si faceva scivolare, nella bocca chiusa per sempre, un obolo, come pedaggio per la barca di Caronte: e l’uso si impose lentamente. E qualche volta si aggiungeva anche un dolce di miele per Cerbero! I cadaveri dei ricchi venivano adornati, provvisti di oggetti per la toletta, di corone sacre, di armi, ecc. La legge faceva obbligo di onorare i defunti: e venivano colpi con ammende quei negligenti che avessero trascurato le cure che eran dovute. Dopo l’ultima toletta, avveniva la esposizione… Il cadavere rimaneva disteso col volto nudo, su un letto di parata, con colonnette, ed era protetto da alcune bende, dai colori prescritti – neri, violetti, rossi -, con dei rami di olivo.

Le donne cominciavano il lamento funebre. I corpi dovevano essere sepolti in bare di cipresso o d’altri legni, oppure in tini di pietra o d’argilla o talora, anche, in grandi giare. La cremazione sul rogo divenne sempre più rara e costosa. Il giorno del trasporto funebre, di solito il dopodomani dell’esposizione, all’aurora si forma il corteo. La famiglia che si era stretta attorno al letto, vestita di abiti scuri, coi capelli sparsi (gli uomini cessavano di radersi), sempre più eccitata dalle “vociferatrici”, alzava essa stessa il corpo: poi si trasportava la salma scoperta, sia a braccia, sia su un carro; dietro venivano i suonatori di flauto e le prefiche, quando c’erano…

Sulle tombe recenti si versava una triplice libagione di vino, di miele, di latte, che la famiglia rinnovava negli anniversari: talora si bruciavano fiori o semi: si spezzavano taluni vasi lasciati nella tomba, perchè fossero così “cosa morta”.

Il lutto poteva durare anche un mese; le tombe erano ritenute sacre e il saccheggio sacrilego: la legge puniva la profanazione e il furto nei cimiteri che erano messi sotto la protezione degli dei.

 

historiaregni

Historia Regni è un portale telematico dedicato alla storia, anzitutto quella italiana. Nasce su iniziativa di Angelo D’Ambra, è senza scopo di lucro e si avvale di collaborazioni gratuite. Le foto presenti sono state, in parte, prese da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo al nostro indirizzo email info@historiaregni.it e si provvederà alla rimozione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *