Il Santuario di San Romedio

Dove il torrente di San Romedio si getta nelle acque del Verdes, si eleva un antico Santuario, sicuramente il più interessante esempio di arte cristiana medioevale presente in Trentino.

Nello sfondo di foreste, in un profondo silenzio interrotto solo dallo scrosciare delle acque, spicca questo romitaggio singolare nel suo stile, su una rupe calcarea alta oltre 70 metri.

Si vuole che a fondarlo fosse un monaco di nome Romedio, nato sotto Costantino a Thaur. Romedio, erede di una ricca famiglia bavarese, signore di un castello nei pressi di Innsbruck e proprietario di saline nella valle dell’Inn; dopo un pellegrinaggio a Roma, sulla strada di ritorno, prossimo a Trento, incontrò il vescovo Virgilio, la cui pietà lo indusse ad abbracciare la vita eremitica. Romedio donò tutti i suoi beni alla chiesa, ritirandosi in eremitaggio nella Val di Non in alcune grotte esistenti ancora oggi nei pressi del santuario.

Coi discepoli Abramo e Davide, Romedio si dedico alla preghiera, alle peregrinazioni, alle conversioni degli alpigiani. Non mancarono fatti prodigiosi che colpirono le popolazioni locali. Ci sono varie leggende su San Romedio e la più nota è sicuramente quella che riguarda un orso. Si narra che l’eremita Romedio, ormai anziano, era diretto a cavallo a Trento, per incontrare il Vescovo quando il suo cavallo venne sbranato da un orso. Il santo non si perse d’animo, riuscì a rendere mansueto l’orso, lo sellò e lo cavalcò fino a Trento.Dello stupore che suscitò in tutti coloro che lo incontrarono è rimasto il ricordo, non soltanto nella leggenda, ma anche nelle opere di numerosi artisti che hanno tramandato nei secoli la figura di Romedio quasi sempre accompagnato da un orso al guinzaglio.

Alla sua morte, in tutto il Trentino si diffuse il suo culto ed attorno al primitiva piccola cappella da lui costruita sorse un vero e proprio santuario voluto dal vescovi di Trento, Adalberione. Il primo priore fu Federico da Cles, nel 1230.

Alla costruzione si accede per una scala di pietra di 130 scalini. Nell’ultima capella che è posta sul culmine della rupe sono posti i resti mortali dei santi. Si raggiungono così cinque piccole celle. L’intero edificio presenta numerosi mutamenti architettonici. Le cinque cappelle, dal tetto aguzzo, furono costruite in vari periodi e sono degne di nota per le sculture lignee e pregevoli dipinti. Nella prima chiesa di san Romedio si trovano affreschi raffiguranti la Madonna con Bambino, l’Ultima Cena e una serie di angeli e santi. Nella chiesa di san Giorgio gli affreschi delle volte raffigurano i Dottori della Chiesa e i simboli dei quattro evangelisti. Nella chiesa di san Michele, sopra l’altare, una pala del XVI secolo raffigura l’Arcangelo Michele che ricaccia Lucifero all’Inferno. Nella chiesa maggiore di san Romedio la pala dell’altare raffigura l’antico eremita con l’orso al guinzaglio, mentre gli affreschi delle pareti raffigurano i dodici apostoli, l’Annunciazione e l’Assunzione della Madonna.

 

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

 

historiaregni

Historia Regni è un portale telematico dedicato alla storia, anzitutto quella italiana. Nasce su iniziativa di Angelo D’Ambra, è senza scopo di lucro e si avvale di collaborazioni gratuite. Le foto presenti sono state, in parte, prese da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarlo al nostro indirizzo email info@historiaregni.it e si provvederà alla rimozione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *