Le chiese rupestri di Puglia e Basilicata

Hanno un valore storico ed artistico enorme, rappresentano uno spettacolo inconsueto e suggestivo: sono le chiese rupestri di PugliaBasilicata.

In queste regioni si conservano alcune tra le più interessanti testimonianze di una civiltà che per secoli ha costruito le proprie case e le proprie chiese scavandole nella roccia per sfuggire alle invasioni ed ai saccheggi. Alcune di queste grotte sono diventate in seguito luogo di culto e di preghiera, soprattutto per i monaci basiliani, religiosi cattolici di rito bizantino, che col loro operato hanno favorito l’incontro tra la civiltà orientale e quella occidentale.

La zona in cui maggiore è la diffusione degli insediamenti  e delle chiese rupestri è certamente quella compresa tra Matera e Massafra, lungo l’arco ionico. La più grande è quella di Santa Maria della Valle, a tre chilometri da Matera, sulla statale che porta a Laterza. La chiesa, detta comunemente La Vaglia. E’ scavata nel tufo ed ha una bella facciata romanica, opera del maestro Leonio di Taranto, ma non è l’unica che vale la pena conoscere. Proseguendo per Laterza si incontrano infatti la chiesa di Santa Maria della Colomba e la chiesa della Madonna delle Tre Porte, entrambe con notevoli affreschi, in qualche caso, ottimamente conservati.

Dalla zona di Matera, diretti in Puglia, a Palagianello si incontra la spettacolare gravina, un largo e profondo crepaccio nelle cui pareti di tufo sono scavate parecchie chiese. Ricordiamo quella di San Nicola, “la Cappella Sistina delle chiese rupestri”, con resti di affreschi del XIV secolo, come il Cristo tra la Madonna, San Nicola, San Pietro e San Matteo, e la cripta dei Santi Eremiti, piccola e difficilmente visitabile, ma con preziosi affreschi del XII secolo ed iscrizioni in greco.

Nei dintorni di Mottola si contano poi altre trenta chiese. Particolarmente interessante è quella dedicata a San Nicola, a tre navate e con presbiterio sopraelevato. Una iconostasi separa la parte riservata al sacerdote da quella occupata dai fedeli. Numerosi affreschi arricchiscono l’ambiente, uno su tutti il Cristo Pantocratore, risalente al XI secolo. Un’altra chiesa interessante è poi quella dedicata a Santa Margherita, a due navate, con dipinti del XIV secolo dedicati al martirio della santa titolare e di San Nicola. Iscrizioni greche e notevoli affreschi si trovano anche nella chiesa di Sant’Angelo, a due livelli.

Nel territorio di Massafra, la cappella di Santa Lucia è seminterrata e conserva in parte l’originaria struttura bizantina del XI secolo con resti di affreschi del XII secolo nella calotta absidale. Ovunque è forte lo stile bizantino, nella frontalità delle immagini, nelle perline ornamentali, nel rossore delle gote. Numerose altre chiese rupestri concorrono a costituire una costellazione di siti spesso sconosciuti ed ancora inesplorati. Dal 1990 una legge regionale tutela il territorio dei comuni tra Materia e Montescaglioso fino al confine con la cittadina di Laterza, in Puglia. In questo modo, si è andato configurando un parco storico e naturale di chiese rupestri: l’ultimo censimento ne ha contate centosessanta.

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Fonte foto: dalla rete

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