L’Italia fascista ed il petrolio albanese
Nel 1935 l’Azienda italiana petroli albanesi ottenne una concessione di 164.000 ettari lungo il corso del fiume Devoli e qui, nella zona di Cucciova, ribattezzata Petrolia si ebbero i primi pozzi attivi. Fu costruito un oleodotto di circa 80 km per portare il petrolio al porto di Valona. Nel 1939, ultimo anno prima della guerra, la produzione raggiunse le 200.000 tonnellate. L’Albania coi suoi pozzi di petrolio diede un notevole contributo alla politica autarchica italiana. Tratto da L. Nugoli, Il petrolio in Albania, in Le via d’Italia, maggio 1940
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Dopo alcuni anni di lavoro preparatorio meticolosissimo, durante i quali furono estratte poco più di 9000 tonnellate di greggio, nel luglio 1935 tutto era in ordine per iniziare il regolare sfruttamento del campo di Devoli. Pochi giorni dopo che 52 stati avevano decretato l’isolamento economico dell’Italia, inconsciamente favorendola nella valorizzazione delle proprie risorse, l’oleodotto entrava in funzione e la nave cisterna Maya, di bandiera italiana, salpava dalla baia di Valona, recando alle raffinerie di Fiume e di Marghera il primo carico di 4152 tonnellate di petrolio albanese.
Era il coronamento dell’opera, per lunghi anni indefessa e appassionata, dei dirigenti e delle maestranze dell’A.I.P.A., e il premio dovuto alla fiducia di coloro che – mai dubitando delle possibilità petrolifere dell’Albania – avevano visto nella perseveranza la certezza della vittoria.
la produzione andava gradualmente aumentando negli anni seguenti, grazie all’acquisto di nuove sponde di perforazione Rotary, che hanno permesso di porre in attività un sempre maggior numero di pozzi.
Si hanno, per il campo di Devoli, le seguenti cifre della produzione e dei metri perforati:
Anno Tonnellate Metri
1935 11.330 21.762,80
1936 44.700 46.699,70
1937 81.019 91.315-
1938 112.621 99.747,80
Da questo prospetto appare evidente il notevolissimo incremento che ha subito la produzione negli ultimi tre anni, grazie non solo all’aumento del numero di pozzi in attività, ma anche e soprattutto al miglioramento dei sistemi di pompaggio ed alcuni accorgimenti tecnici che hanno permesso di ottenere un più alto rendimento unitario dei singoli pozzi.