Storia del Cristianesimo: il monotelismo

Il monotelismo è essenzialmente “monoenergismo”, così come propugnato Sergio, patriarca di Costantinipoli, il quale tentò l’accordo con i monofisiti asserendo l’esistenza di un’unica fonte umano-divina nell’attività di Cristo, rinfocolando la polemica cristologica che affliggeva la Chiesa.

La questione che il Concilio di Calcedonia lasciava aperta era sempre quella già sollevata da Ario, ovvero come fosse spiegabile l’assenza di peccato in Cristo se egli è vero uomo. Sergio rispondeva che Cristo aveva avuto un’unica volontà, non poteva infatti sussistere in lui una volontà umana, in potere di contraddire quella divina.

Si accettava in buona sostanza il principio monofisita che le nature di Gesù non potevano essere distinte dopo l’unione, pur non avendo avuto luogo alcuna fusione. A Papa Onorio I, e non solo a lui, la questione parve finire posta meramente in senso terminologico. Non vi era duplicità di Cristo ma un’unica volontà in lui.

Sergio aveva inviato al papa la propria “formula di fede” e vi si leggeva: “Abbiamo ritenuto necessario che in futuro a nessuno sia permesso di affermare due operazioni in Cristo nostro Dio, ma piuttosto si affermi, come insegnano i santi ed universali Concili, che l’unico e medesimo Figlio unigenito, il Signore nostro Gesù Cristo vero Dio, ha compiuto sia atti divini sia umani che… procedono da un solo e medesimo Verbo incarnato.. La dizione “due operazioni” scandalizza molti, in quanto si finirebbe con l’affermare due volontà che si contraddicono l’una l’altra, come se la volontà di Cristo volesse adempiere la passione salvifica, ma vi si opponesse la sua volontà umana”. Il pontefice aveva risposto approvando il ragionamento: “Affermiamo che la volontà del Signore nostro Gesù Cristo era soltanto una, per il fatto che la nostra natura umana è stata assunta dalla divinità… Il Figlio e Verbo di Dio fu egli stesso operatore della divinità e dell’umanità. Se a motivo di queste duplici operazioni, umane e divine, si debbano riconoscere una o due operazioni, questo non sta a noi, ma lo lasciamo ai grammatici, che sono soliti esibire parole ricercate ricavandole da minuzie”.

Quando fu chiaro che Roma non poneva veti, l’imperatore Eraclio – che aveva recuperato Persia, Egitto e Siria, dove s’erano instaurate le chiese monofisite – pubblicò l’Ekthesis, un documento composto dallo stesso Sergio, in cui si imponeva la dottrina monotelita, tuttavia le discussioni non diminuirono e, dieci anni dopo, nel 648, l’imperatore Costante II, per porre fine alle controversie e riportare la pace tra le chiese, ritirò l’Ekthesis e proibì ogni discussione al riguardo. I papi non accettarono questi interventi dell’imperatore. In particolare, Papa Martino I, nel 649, convocò il Concilio Lateranenese I e condannò il monotelismo seguendo le posizioni espresse dal teologo Massimo il Confessore.

Massimo asserì che la realtà creata avesse tre fasi, l’origine da Dio (genesis), il movimento verso Dio del creato (kinesis) e il raggiungimento di Dio (stasis). Il movimento degli esseri era quindi orientato al bene, Massimo sostenne che ciò fosse dovuto al Logos, legge interiore di ogni realtà. Tutto il cosmo si muove verso Cristo.

Nel Verbo incarnato, dunque, si realizza una sintesi del movimento della creatura verso Dio e di quello di Dio verso la creatura. In Cristo la natura umana appare pienamente e la realtà divina pure, senza confondersi con l’umano nel movimento verso di esso. L’incarnazione è l’incontro tra il dinamismo divino e quello umano, senza possibilità di confusione. Quindi è rigettato il monofisismo, ma anche il monotelismo perchè la volontà umana di Cristo non viene limitata da quella del Logos ma diviene totalmente disponibile al Logos stesso.

La controversia monotelita si risolse definitivamente nel Concilio Costantinopolitano III del 681 che riconobbe l’esistenza di due volontà e la definì con le medesime espressioni di quello di Calcedonia, precisando che la volontà umana di Cristo si uniforma sempre a quella divina.

Papa Onorio che aveva sostenuto i monoteliti, fu condannato ripetutamente per eresia.

 

 

 

 

 

Bibliografia: J. Lortz, Storia delal Chiesa in una prospettiva di storia delle idee, V. I; M. Serenthà, Gesù Cristo, ieri, oggi e sempre. Saggio di cristologia

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