Il Santuario della Madonna di Oropa

Percorrendo da Biella la statale 114 si giunge, dopo circa 12 chilometri, nella valle d’Oropa che si insinua con forte pendenza tra le valli del Cervo e dell’Elvo. Superato un fitto bosco, la strada conduse nella spianata dove sorge un magnifico santuario, quello della Madonna di Oropa.

Il Santuario della Madonna di Oropa sorge a 1190 metri al centro di una complessa struttura religiosa, fatta di cappelle, chiese ed edifici costruiti nell’arco di millecinquecento anni. Questa storica cominciò con Eusebio, vescovo di Vercelli, che tornò dalla Terra Santa, sfuggedno alla persecuzione ariana, con tre statue della Vergine che consegnò una a Cagliari, una a Crea ed una terza ad Oropa.

Quest’ultima statua lignea raffigura la madre di Cristo nell’atto di presentarsi al tempi con in braccio il bambino che tiene in mano una tortora. I suoi tratti e l’espressione del volto, come pure il drappeggio delle vesti richiamano caratteri arcaici ed orientali. Anche l’espressione del Bambino, che non ha tratti infantili ma di un piccolo uomo, richiama le antiche icone Secondo la leggenda, è opera di San Luca l’evangelista. Eusebio la portò qui perchè quelli erano tempi bui e difficili per i cristiani, tempi segnati ancora da culti pagani e da pericolose eresie. A quei tempi infatti la popolazione del vastissimo territorio che corrisponde grosso modo all’odierno Piemonte era ancora quasi tutta pagana, dedita al culto dei grandi massi erratici e delle deità femminili. Eusebio decise quindi di vivere sulla montagna di Oropa per potersi completamente dedicare alla preghiera con altri pochi eremiti, ma non rinunciò nell’opera di convertire i pagani.

Come per l’immagine del santuario felsineo di Colle della Guardia, anche la statua di Oropa sarebbe opera di San Luca. L’evangelista non era ebreo, la tradizione lo vuole nativo di Siria. Divenuto discepolo degli apostoli, accompagnò San Paolo nei suoi viaggi missionari e, dopo la morte dell’apostolo dei gentili, di lui non si hanno più notizie certe. Sono i cristiani d’Oriente a venerarlo anche come medico e pittore. Gli attribuiscono molti quadri raffiguranti la Vergine, copie di un dipinto su tavola che l’imperatrice Eudossia, moglie di Teodosio II, mandò da Gerusalemme a Costantinopoli, e che sarebbe stata dipinta al vivo da Luca ed anche la statua bellunese.

La statua fu sistemata prima nelle cavità di una roccia e poi in una capanna, ma l’isolamento tanto desiderato da Eusebio svanì presto: folle di contadini e pellegrini giunsero nella valle, attirate dai miracoli che la Madonna compiva. In occasioni di pesti ed epidemie che colpivano le popolazioni, i fedeli si affidavano alla Vergine ottenendo grandi grazie. Il miracolo più noto però risale al XVI secolo.

Papa Pio II decise di trasferire la statua in una più grande chiesa di Biella per evitare le impervie strade di Oropa e le aggressioni di orsi e briganti. La statua fu allora prelevata e trasportata tra i boschi e i monti, poi d’un tratto divenne così pesante che non riuscì più a proseguire. La Madonna di Oropa era divenuta pesante per non abbandonare il biellese.

Alla notizia del prodigio, che confermava il legame della Vergine con i fedeli di quel luogo, i pellegrini aumentarono e vicino alla chiesa, sorta accanto alla originaria cappella, furono costruiti edifici nei quali i devoti ricevevano gratuita ospitalità per tre giorni e poi un più grande santuario.

Sino all’Ottocento si contarono oltre cinquecento miracoli accertati, grazie ricevute da storpi, ciechi, sordi e conversioni di eretici e non credenti. Nel 1620 la Madonna fu solennemente incoronata tra il concorso di tanti fedeli e la cerimonia, da allora, si ripete nell’anno venti di ogni secolo. La piccola statua di legno è oggi coperta d’oro e gioielli, ma mantiene semplice e ben visibile la caratteristica faccia nericcia.

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

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