La capitolazione di Ancona nel 1831

Il governo delle Province Unite Italiane, riunito ad Ancona, davanti all’avanzata austriaca liberò il Cardinale Benvenuti ed avviò con lui le trattative di resa che portarono alla capitolazione firmata il 26 marzo del 1831. Terenzio Mamiani non sottoscrisse l’accordo, lo ritenne indegno e pure il generale Zucchi fu sorpreso da un così rapido armistizio. Il Cardinale Benvenuti s’impegnò pubblicamente a rassicurare i rivoltosi che non ci sarebbe stata alcuna ritorsione ma molti presero la via dell’esilio in direzione di Corfù. Meno fortunato fu Zucchi che, fuggito a bordo di una nave verso la Grecia, a cinquanta miglia da Ancona, fu raggiunto da due imbarcazioni della flotta imperiale ed arrestato. Fu condannato a more, pena poi commutata a venti anni di carcere duro. Con la capitolazione di Ancona si conclusero i moti del 1831.


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NOTIFICAZIONE

Un principio proclamato da una grande nazione, la quale aveva solennemente assicurato che non ne avrebbe permesso la violazione per parte di alcuna potenza d’Europa, e le dichiarazioni di guarentigia date da un ministro di quella nazione c’indussero a secondare i movimenti dei popoli di queste provincie. Tutte le nostre forze furono dirette al non facile mantenimento dell’ordine in mezzo alle agitazioni d’una insurrezione, ed avemmo la compiacenza al nostro cuore gratissima di vedere come la rivoluzione fu operata colla quiete propria d’un Governo costituito, e senza lo spargimento d’una goccia di sangue. Ora la violazione a quel principio consentito dalla nazione che lo aveva diffuso e garantito, la impossibilità di resistere con successo ad una grande potenza che ha già colle armi occupata una parte delle provincie, ed il desiderio nostro di risparmiare stragi e disordini che ci fu dato finora impedire, ci ha consigliato, per causa della salute pubblica, che pur è la legge suprema d’ogni Stato, di entrare in trattative con S. E. Rev. il signor cardinale Gian Antonio Benvenuti legato a lettere di S. S. Gregorio XVI, e di rinunziare a lui il reggimento di queste provincie, il quale è stato dall’E. S. accettato colle concessioni qui sotto riportate.

Ancona, 26 marzo 1831.

Pel Governo provvisorio delle provincie unite italiane

Il presidente Giovanni Vicini

In seguito della occupazione di parte delle provincie unite italiane fatta dalle truppe di S. M. I. R. A., e della dichiarazione del loro generale in capo di voler proceder all’occupazione del restante, quelli i quali hanno assunto ed esercitato il Governo provvisorio delle dette provincie vedendosi in una lotta troppo disuguale, che porterebbe conseguenze dannose sì alle truppe che alle provincie,, hanno deciso per quanto è in essi di risparmiare una inutile effusione di sangue e di prevenire qualunque ulteriore disordine. A tal effetto hanno deputato i sigg. cav. generale Armandi, cav. Cesare Bianchetti, Lodovico Sturani e prof. avv. Antonio Silvani per recarsi a S. E. Rev. il signor cardinale Benvenuti già munito da S. S. papa Gregorio XVI dei poteri di legato a lettere, onde rimettere come prima le provincie insorte nelle braccia del S. Padre, e così ridonare la tranquillità allo Stato Pontificio. Sono stati accolti i suddetti deputati benignamente da S. E. Rev., la quale interprete delle paterne disposizioni di S. S. di risparmiare il sangue dei suoi figli, vedendo come abbia con benignità proceduto colle provincie ricuperate colla forza, è ben certa che con maggiore benignità sarà per accogliere quelle che con totale fiducia affettuosamente a lei ritornarono. Perciò la prelodata E. S. Rev. di buon grado è condiscesa alle seguenti concessioni.

1° I componenti il Governo provvisorio delle provincie unite italiane dimetteranno il Governo di tutte le provincie occupate presentemente dalle truppe nazionali nelle mani di S. E. Rev. il sig. card. Benvenuti, il quale lo riprenderà in nome della S. Sede.

2° S. E. Rev. il sig. card. Benvenuti, a riguardo di quest’atto spontaneo di sommissione, impegna la sua sacra parola che nessuno individuo dello Stato Pontificio di qualunque classe e condizione, ancorché vogliasi considerare come capo e principale fautore, sarà mai perseguitato, molestato o turbato nella sua persona o nelle sue proprietà, sotto verun protesto a cagione della sua passata condotta ed opinione politica, e di qualunque mancanza contro la sovranità della S. Sede e suo Governo.

3° Egualmente S. E. Rev. il signor card. Benvenuti impegna la sua sacra parola che S. S. accorderà permesso a tutti gli estranei allo Stato Pontificio che hanno in qualunque modo preso parte nella rivoluzione, di partire illesi colle loro proprietà dello Stato Papale entro quindici giorni da oggi decorrendo, per quel luogo che fossero per eleggere; al quale effetto S. E. Rev. nella detta sua qualità li munirà gratis di un regolare passaporto. Dovranno però le persone comprese in quest’articolo, se fossero arma te, consegnare le armi alle persone che destinerà S. E. Rev.

4° Parimente la stessa E. S. Rev. impegna la sua sacra parola che tutti gl’impiegati civili e tutti i pensionati, che trovavansi in paga al 4 febbraio scorso in tutte le provincie insorte, non soffriranno nei diritti loro competenti per causa di aver servito il Governo posteriormente stabilito, e di aver preso parte nel mutamento.

5° Per riguardo alla milizia, quando i militari di linea e di ogni arma pontificia e gl’impiegati al primo avviso di S. E. Rev. rimettano la coccarda pontificia, saranno ammessi a continuare il servizio come prima.

6° Si obbliga e promette S. E. Rev. di dare gratis il passaporto per quel luogo estero che si desiderasse da qualunque delle persone comprese negli articoli 2, 4 e 5, quante volte lo richiedano entro lo spazio di giorni 15 da oggi decorrendo, dichiarando ed impegnando la sua sacra parola che S. S. non riterrà come esuli quelli i quali con detti passaporti si assentassero dallo Stato.

7° Appena sottoscritte le presenti concessioni, e fatto l’atto di dimissione di cui all’articolo 1°, S. E. Rev. spedirà l’ordine alle truppe pontificie di sospendere le ostilità, e di concedere una tregua alle truppe rivoltato di dieci giorni onde possano, in quanto ai volontari disciogliersi e tornare alle loro case, oppure ottenere il passaporto nei modi suddetti, ed in quanto ai corpi già papali, riunirsi ai loro commilitoni.

8° I membri dell’attuale Governo provvisorio daranno pure gli ordini agli ufficiali superiori delle truppe loro per l’esecuzione di quanto sopra.

9° Parimente S. E. Rev. interporrà i suoi uffici presso il comandante la vanguardia delle truppe imperiali, e presso qualunque altro occorrere potesse, onde sia accordato un tempo sufficiente alle truppe del Governo provvisorio che stanno a fronte, affinché ne segua in questo spazio lo scioglimento a tenore delle cose superiormente stabilite.

10* Il Governo provvisorio poi darà a queste sue truppe l’ordine opportuno onde abbia effetto il disarmo, ingiungendo ad esse di passare ad occupare nell’intervallo quella posizione che al comandante la forza austriaca piacesse di fissare.

11° Ai nazionali e volontari che rimarranno disciolti sarà dato un foglio di via, onde abbiano il pane e l’indennità di viaggio fino alle loro case od ai confini pei quali intendessero di partire.

12° Chiunque osasse di contravvenire alle presenti concessioni, o non obbedisse agli ordini che in conseguenza delle medesime ricevesse, oltre il rendersi responsabile per tali contravvenzioni ed inobbedienza, non goderà delle concessioni suddette, rendendosi indegno della sovrana clemenza.

S. E. Rev. si propone di implorare da S. S. tutte quelle paterne previdenze che sono proprie del cuore di Nostro Signore, e che stabiliranno maggiormente la felicità dei suoi sudditi.

Fatto e sottoscritto in triplo originale, uno dei quali è stato trattenuto da S. E. Rev., un altro è stato consegnato al signor Presidente del Governo provvisorio, ed un terzo ai signori deputati suddetti. G. A. card. Benvenuti legato a ledere — cav. Pietro Armandi — conte Cesare Bianchetti — Lodovico Sturani — Antonio Silvani.

Gl’infrascritti componenti il Governo delle provincie unite italiane accettano le promesse concessioni, ed in esecuzione delle medesime dimettono il Governo da essi esercitato in mano di S. E. Rev. il cardinale Benvenuti legato a lettere di S. S. papa Gregorio XVI.

Gio. Vicini presidente — Antonio Silvani — Generale Armandi — Conte Cesare Bianchetti — Pio Sarti — Francesco Orioli — Ludovico Sturani — Antonio Zanolini.

 

 

 

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