Le Province Unite Italiane

Province Unite Italiane fu la denominazione che si diede il governo provvisorio instaurato in alcuni territori dello Stato Pontificio e nei ducati di Parma e Modena a seguito dei moti del 1831.

Nonostante l’arresto di Menotti, la notizia di un tentativo di rivolta scoppiato a Modena infiammò le Romagne. A Bologna si costituì una commissione governativa composta dai maggiorenti della città, con sede nel Palazzo del Podestà, che approvò una costituzione provvisoria, amò la fine del dominio temporale del Pontefice ed attivò una guardia civica. Nel frattempo la rivolta si estese ad Imola, Faenza e Forlì, così Francesco IV fu costretto a riparare a Mantova, dominio degli austriaci, con le truppe rimastegli fedeli, mentre affidava Modena ad una reggenza guidata dal Marchese Giuseppe Rangoni.

Anche a Parma, tra l’11 ed il 12 febbraio, rimostranze popolari avevano messo in fuga la Duchessa Maria Luisa d’Asburgo-Lorena, moglie di Napoleone e sensibile alle istanze liberali. La città soffriva il severo controllo austriaco del barone Josef von Werklein e manifestò le sue aspirazioni alla libertà di fronte al Palazzo Ducale col grido: “Costituzione e morte a Werklein!”. Maria Luigia, scossa, pur consapevole che non era lei l’oggetto delle minacce, scrisse al padre: “Tra le 6 e le 7 di sera incominciò sulla piazza grande uno strepito terribile, che poi s’incanalò per tutte le vie arrivando fino al Palazzo, dove, accanto a voci di evviva al mio indirizzo, si sono sentite parole scellerate contro Werklein e le autorità”. Furono schierati i cannoni, ma una delegazione di notabili chiese alla duchessa di non far sparare sul popolo. Maria Luisa d’Asburgo-Lorena, che non voleva ricorrere alla violenza, tuttavia non sapeva come agire e decise di lasciare la città riparando a Piacenza.

Francresco IV invece si spostò a Vicenza facendo appella ad un intervento degli austriaci per ripristinare il suo governo.

Tutto era in agitazione, a Rimini ed a Pesaro si costituirono nuovi governi provvisori ed un corpo di oltre duemila volontari, guidati dal Colonnello Giuseppe Sercognani, comandante della guardia nazionale di Pesaro, il 17 febbraio prese il Forte di San Leo, presso Rimini, e poi sconfisse l’esercito pontificio ad Ancona e Terni, dopodiché marciò su Roma seguendo la direttrice MacerataFolignoSpoletoTerniOtricoliAmeliaCalviMagliano Sabina.

La spedizione di Sercognani suscitò terrore nei principi reazionari del Centro Italia perché i territori insorti dello Stato Pontificio e dei ducati di Parma e Modena si erano uniti politicamente e costituiti nelle Province Unite Italiane.

Sercognani ottenne successi negli scontri di Otricoli, di Calvi e di Magliano Sabina, ma fu respinto dagli zuavi a Rieti.

Nonostante gli insorti fossero riusciti ad impadronirsi d’importanti città, le Province Unite Italiane non riuscirono a reggere l’intervento armato dell’Austria del febbraio-marzo 1831.  Gli austriaci scesero verso il Po seguendo la via del Brennero; oltrepassato il fiume, si diressero verso Modena. Il 9 marzo Francesco IV fece il suo ingresso in città alla testa di 8000 soldati austriaci con 14 pezzi d’artiglieria. In pochi giorni quest’esercito fu a Bologna dove arrestò tutti i membri del governo rivoluzionario. Il 25 marzo avvenne la Battaglia delle Celle a Rimini dove 1500 volontari italiani guidati da Carlo Zucchi si scontrarono con 5000 austriaci. Combatterono per 4 ore prima di ritirarsi. Il 26 aprile 1831, con l’occupazione della piazzaforte di Ancona, le Province Unite Italiane cessarono di esistere e in breve tempo fu ristabilito l’ordine, cui seguirono condanne a morte.

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: P. Ortolani, Rivoluzione del 1831; A. Vesi, Rivoluzione di Romagna del 1831

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