Le donne valorose di Siena

Dall’opera “Cronica … dal principio del mondo sino a questi nostri tempi”, edita a Venezia nel 1553, dello storico Marco Guazzo, presentiamo ai nostri lettori il racconto della manifestazione, guidata da Laudomia Forteguerri, Fausta Piccolomini e Livia Fausti, con cui le donne di Siena rincuorarono i loro uomini impegnati a resistere all’assedio cui la città era stata posta dall’esercito napoletano e fiorentino della Guerra di Siena.

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Non di picciolo biasmo degno io mi sarei presso coloro lo sanno non facendo noto al mondo la valorsita d’alcune Gentildonne Sanesi meritevole di eterna lode, è dunque da spere che di quest’anno mille cinquecento cinquantatre Sanesi preparadosi a la difesa loro contra le genti Imperiali, che se mettevao ad ordine per venirli sopra, havendo divisa la citta in tre parti con tre capi di esperienza, e di auttorita con le loro insegne. A gli dicesette di Genaro giorno solenniggiato in honore di santo Antonio comparsero tre gran Madonne di questa citta con loro insegne, e tamburi, l’una fu la Signora Forteguerra vestita di pavonazzo con l’insegna sua del medesimo coloro, co moto tale pur ch’l sia il vero, & era alzata a la rotonda quatro dita di sopra dal piede mostrando la gamba. La seconda fu la Signora Fausta Piccolhuomini, tutta di rosso vestita, con l’isegna rossa quartata con una croce bianca con un moto che diveva. Pur che non lo butto. La terza fu la Signora Livia Fausta vestita di bianco, con l’insegna bianca, ne la qual eravi una palma, & scritto. Pur che l’habbia. Erano tutte tre succinte a guisa di honestissime Ninfe, queste tre gran Madonne che raccolsero con loro tra Gentildonne, & artegiane d’intorno a tremila donne. Fu cosa tanto bella, e tanto meravigliosa che ne rimasero stupidi il Cardinale di Ferrara, Monsignor di Termes, & quanti huomini le videro, andarono per tutta Siena gritando Franza, Franza, Franza, & ciascuna di loro portava una fascina ad un forte che si faceva, esempio tale che tutti i Gentilhuomini de la citta si missero a fare il medesimo, andando ogni giorno qualch’un di loro con loro insegne, & moti ad imitatione di queste honorate, prudente, savie, & valorose Signore. Et non solo i Gentilhuomini a cio fare furono mossi, ma agli vintinove di detto mese fu in Domenica vi andarono i Preti con l’Arcivescovo loro, & al ritorno dal forte s’incontrarono in una compagnia di Donzelle ch’andavano con alcune Matrone accopagnate da huomini di qualche eta, cantando laudi in honore de la gloriosissima madre, & sempre Vergine Maria loro avocata, se unì con esse loro l’Arcivesovo co tutti i Preti, & giunti a la piazza dove presso il palagio de la Signoria evi in un luogo eminente una molto bella imagine de la Regina de’ Cieli, s’affermarono tutti, l’Arcivescovo ordinado le donzelle in modo di battaglia, facendole salire di mano in mano verso quella figura cantando alcune laudi con tanta savita di voce, che tutti gli ascoltatori stavano per dolcezza, e per compassione con le lagrime sopra gli occhi, & cio fatto tutte s’inginocchiarono dinanti a l’Arcivescovo, & al Cardinale che si vi ritrovò, & da questo, & da quello havuta la benedittione levarono in piedi, & fattali un’altra bella riverenza andarono le case loro.

 

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