Le feste per il matrimonio di Cosimo II e Maria Maddalena d’Austria

Nel 1608, Ferdinando I de Medici, Granduca di Toscana, concordò con gli Asburgo d’Austria il matrimonio di suo figlio Cosimo, diciannovenne, con l’Arciduchessa Maria Maddalena d’Austria, sorella della regina di Spagna, Margherita d’Austria.
Il 15 ottobre di quell’anno, il Principe Cosimo si recò al Castello di Ronta con un folto seguito di gentiluomini della corte toscana. Qui per la prima volta conobbe la donna che avrebbe sposato, Maria Maddalena d’Asburgo, che proveniva da Graz.

A quanto pare i due si piacquero, ciò che è certo è che il loro matrimonio fu oltremodo carico di fasto. Alla cerimonia fecero addirittura seguito vere e proprie battaglie in abiti mitologici e la rappresentazione delle Argonautiche direttamente sulle acque dell’Arno.

Il Granduca diede tutte le disposizioni affinchè le feste riuscissero sontuose e furono programmati pranzi, spettacoli pubblici, balli e commedie. In un continuo ininterrotto di ricche celebrazioni, domenica 20 ottobre, ebbe luogo a Palazzo Vecchio, nel maestoso Salone dei Cinquecento, il pranzo nuziale. Ad essero presero parte duecentoquaranta dame e altrettanti cavalieri. Il salone era adorno di figure d’uccelli, serpenti, animali e flora esotica. Dal maestoso soffitto pendevano venti lumi formati metà da arpie, che sostenevano fiaccole, e metà dagli stemmi dei Medici e degli Asburgo.

Il 22 ottobre una festa da ballo portò a Palazzo Pitti oltre quattrocento ospiti. Quella sera, calata una delle tente del Salone della Foresteria, apparve una fantastica sceneggiatura che riproduceva, con veduta prospettica, Firenze e le Cascine. Cessarono allora le danze e ciascuno prese posto per assistere allo spettacolo. Comparve l’Espero che portò la notte e le stelle, il riposto, il silenzio, il sonno, l’oblio. Incontro ad essi si portò l’amore con una lunga schiera di cupidi tutti vestiti meravigliosamente. Furono riprese le danze sino all’alba quando una seconda rappresentazione mise in scena l’aurora mattutina col Principe Cosimo ed un seguito di paggi vestiti da pastori che eseguirono un balletto del tempo, opera di Santino Corvesari, celebre per la genialità delle sue invenzioni. Seguì ancora riposo ma l’indomani le rappresentazioni ripresero con la commedia “Il giudizio di Paride” nel Teatro degli Uffizi, un nuovo ballo ed altre rappresentazioni allegoriche in Piazza Santa Croce.

Lo spettacolo più imponente fu “Il Giuoco del Ponte” offerto dai Pisani, sul Ponte a Santa Trinità e che fu giudicato dalla futura Granduchessa di Toscana un pò troppo feroce perchè consistette in una cruenta battaglia in cui i pisani vollero mostrare le proprie abilità belliche e ciò comportò veri morti e feriti!
A novembre si tenne l’ultima festa con lo spettacolo della “Battaglia navale sull’Arno, per la conquista del Vello d’Oro” fatta da Giasone. Il fiume Arno, nel tratto che va da Ponte di Santa Trinità al Ponte della Carraia, fu teatro di una vera e propria battaglia navale salutata dalle acclamazioni dell’intero popolo fiorentino. Ciò che più conta ovviamente fu che il matrimonio risultò felice e allietato da ben otto figli.

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: C. Rinuccini, Descrizione delle feste fatte nelle reali nozze de’ serenissimi principi di Toscana d. Cosimo de’ Medici, e Maria Maddalena arciduchessa d’Austria

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