Federico III d’Aragona e il Capitolo Volentes

Re Federico III d’Aragona con il Capitolo Volentes permise al baronaggio siciliano di alienare i feudi; quali sono le circostanze che permisero tutto ciò?

Dalla pace di Oléron sancita tra aragonesi e francesi per tramite del re d’Inghilterra ma ostacolata da papa Niccolò IV, re Carlo II trattò un nuovo accordo con Alfonso d’Aragona con condizioni ben precise: la rinuncia alla tenuta in ostaggio dei figli del re Carlo; la rinuncia da parte di Carlo di Valois alle pretese sul regno d’Aragona; il divieto di aiuti al re Giacomo in Sicilia da parte del re Alfonso.

Dopo la nuova suggellata pace il re Alfonso d’Aragona morì, a questo punto, Giacomo re di Sicilia divenne re d’Aragona, mentre il fratello Federico ascese al trono di Sicilia. La morte di Alfonso compromise il rispetto delle condizioni di pace, i re di Francia e Inghilterra ne pretendevano il rispetto. La risposta del novello re d’Aragona fu che non era tenuto a rispettare nessuna delle condizioni accettate dal fratello, in tal guisa si ruppe la pace e ricominciò la guerra in Calabria tra Carlo e Giacomo.

Alla morte di papa Niccolò IV, il soglio pontificio restò vacante per ben due anni, poiché i due re non riuscivano ad accordarsi e scegliere un cardinale che andasse bene per entrambi, questa situazione di impasse favorì una tregua che portò all’elezione di Pietro Angelerio, come 192° papa della chiesa cattolica, che prese il nome di Celestino V. Questo nome passò alla storia per aver rifiutato il soglio pontificio, ma è bene sottolineare che non fu l’unico nella storia della chiesa. Il suo breve pontificato fu comunque proficuo poiché portò alla pace, confermata da una bolla papale, tra i re di Spagna e Francia.

Successivamente divenne vicario di Cristo Bonifacio VIII, il quale doveva la tiara al re Carlo, ragion per cui seppe dimostrargli gratitudine impiegando tutte le sue forze per indurre re Giacomo a rinunciare alla Sicilia. Re Giacomo attaccato su più fronti e circondato, decise di inviare legati a Roma affinché si trattasse la pace. Il re spagnolo si impegnò a restituire la Sicilia ai francesi e in cambio il papa gli promise la Sardegna e la Corsica. Queste condizioni di pace sono uno snodo cruciale su cui riflettere.

I siciliani aborrivano l’idea di tornare sotto il giogo francese, Federico d’Aragona, fratello di re Giacomo, rimasto in Sicilia disse che:

“Il re Giacomo suo fratello avea lasciato, e donato ciò, che non era suo, e che il regno per la disposizione del padre, e del re Alfonso comune fratello, spettava a se per ogni diritto e ragione”.

Dopo queste parole fu incoronato re per la gioia di tutti i siciliani. La Sicilia quindi era di Federico per diritto paterno, poiché morto Alfonso e divenuto re d’Aragona il fratello Giacomo, quest’ultimo aveva rinunciato ad ogni diritto e pretesa sulla bella isola che era divenuta di proprietà esclusiva di Federico. Egli, in questa sua rivendicazione, fu sostenuto dai siciliani, soprattutto dai baroni, appoggio che ricambiò con tanti privilegi e grazie, tra i quali si annovera il Capitolo Volentes del 1296, che permise ai baroni di alienare o fare contratti sui feudi senza il permesso del sovrano. In seguito Federico I aveva ordinato che i feudi non potevano essere divisi e dovevano essere lasciati interi ai successori, quest’ordine venne confermato da Federico II.

 

 

Autore: Davide Alessandra

 

 

Davide Alessandra, laureando in giurisprudenza e studente di archivistica, paleografia e diplomatica presso la scuola dell’Archivio di Stato di Palermo.

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