Gli idrovolanti di Italo Balbo

Il 1931 è l’anno della Crociera in Sud America, il 1933 quello della Crociera in Nord America. Italo Balbo coi suoi trasvolatori atlantici stupisce il mondo.

L’ex alpino, preso il brevetto di pilota nel giro di un mese, finisce ad oscurare persino la fama del marchese Francesco De Pinedo che, nel 1925, aveva volato dal Lago Maggiore a Melbourne-Tokio-Roma per 55.000 chilometri in 80 tappe, per poi ripetersi nel 1927 volando dalla Sardegna in Sud America, da qui al Nord America poi fino al Portogallo con ultima tappa Roma per 47.000 chilometri. Balbo fa di più, nel 1928 fa volare 71 idrovolanti da Orbetello a Barcellona e Marsiglia con riatterraggio ad Orbetello e l’anno dopo lancia una crociera di 35 idrovolanti nel Mediterraneo Orientale. La nuova impresa parte da Taranto per poi proseguire verso Atene, Istanbul, Varna, Odessa, Costanza, e vede come tappa finale del ritorno Orbetello con un percorso totale di circa 4.600 chilometri. Gli è accanto De Pinedo ma come semplice pilota di uno degli aerei della formazione, bastò poco e fu scalzato.

Il 12 settembre 1929, a soli trentatré anni, Italo Balbo fu nominato Ministro dell’Aeronautica. I suoi progetti hanno successo: la fondazione della “città dell’aria”, Guidonia, i suoi modernissimi centri di ricerche d’ingegneria aeronautica, la Scuola Alta Velocità di Desenzano del Garda

Nel 1931 parte la prima trasvolata transatlantica da Orbetello a Rio de Janeiro con 12 idrovolanti. Dopo 10.400 chilometri, Rio è tutta in festa. L’impresa è un successo ed il porto toscano è innalzato a sede delle squadriglie di Balbo che vi fa costruire un idroscalo di importanza internazionale, con hangar modernissimi progettati da Pier Luigi Nervi. Nel 1933 si riattraversa l’Atlantico, stavolta si punta agli Stati Uniti con 24 idrovolanti. A Chicago lo celebrano come un eroe dell’antichità e gli dedicano una strada l’Italo Balbo Avenue. A New York il successo è clamoroso, Broadway è parata a festa, a Washington li riceve Roosevelt.

È un trionfo spettacolare e propagandistico per Mussolini, un successo mondiale, merito di un gruppo eccezionale di giovani piloti, telegrafisti, motoristi, che insieme al comandante Balbo, divenuto ora Maresciallo dell’Aria,condivisero gli enormi ostacoli tecnici e la fatica dei lunghi voli pieni di insidie mortali.

L’Italia punta tutto sugli idrovolanti e l’anno dopo, Francesco Agello, sul Lago di Garda, stabilisce il record mondiale di velocità, 682,078 chilometri l’ora sull’idrovolante Macchi-Castoldi M.C.72. Un record superato il 23 ottobre del 1934 raggiungendo la media di 709,202 chilometri l’ora. Un primato ancora imbattuto.

Ora però Balbo è divenuto troppo popolare, meglio spedirlo in Libia.

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

 

Bibliografia: G. Bruno Guerri, Italo Balbo; R. Cupini, Cieli e mari

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