Il telegramma di Saragat per lo sbarco sulla Luna

Era il 20 luglio 1969 alle 22:56 (ora di Washington) e Neil Armstrong, primo a farlo nella storia, metteva piede sulla Luna. Armstrong fu celebrato e decorato da 17 nazioni, tra cui l’Italia. Ai nipotini del Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, fece dono del modellino originale Nasa dell’Apollo 11 e del Lem Aquila.

Eletto alla presidenza il 24 dicembre del 1964, al termine di contrastate votazioni, Saragat avrebbe dovuto garantire maggiore equilibrio, sottraendo la più alta magistratura della repubblica al potere della Democrazia Cristiana e alla tentazione di possibili colpi di mano delle sue correnti interne, tutte cose che erano mancate nelle presidenze Gronchi e Segni.

Così egli cominciò il suo mandato conferendo grande risalto alle commemorazioni della Resistenza, più tardi confermò di rispondere alle attese destituendo Giovanni De Lorenzo dalla carica di Capo dello Stato Maggiore dopo l’esplosione del caso Sifar. Questo ruolo politico di contrappreso al potere del partito di maggioranza relativa venne però presto abbandonato. A determinarlo fu probabilmente l’insuccesso socialista alle elezioni del maggio del 1968 e la conseguente scissione socialdemocratica.

A quel punto Saragat si spostò più al centro e, in effetti, il presidente nonn esitò a scendere in campo per raffreddare un autunno troppo “caldo”. Quando a Milano, durante uno sciopero generale, morì in circostanze non chiare l’agente Antonio Annarumma, Saragat lo definì un “barbaro omicidio”, surriscaldando inavvertitamente gli animi e influenzando il giudizio della magistratura in una vicenda ancora oggi confusa. Ancora più palese fu il suo orientamento nel conferimento degli incarichi: il 1 luglio del 1969, subito dopo la scissione, attribuì a Rumor il mandato della formazione del nuovo governo “nell’ambito dei partiti del centro-sinistra”, limitando preliminarmente lo spazio entrò cui potrà muoversi il suo designato. Ciò si ripetè nel febbraio del 1970 e analoghe formule furono usate per gli incarichi seguenti ad Andreotti e Colombo. Dopo sette anni di presidenza Saragat, le aperture a sinistra s’erano chiuse, disattendendo alle iniziali aspettative.

Restano però memorabili i telegrammi con cui il presidente distribuì a destra e a manca ora felicitazioni ora messaggi di cordoglio. Quello che segue è il telegramma con cui Saragat salutò lo sbarco sulla Luna: “Lo sbarco sulla Luna degli astronauti Armstrong e Aldrin e il felice ritorno sulla terra con il loro compagno Collins premiano l’ardimento degli astronauti: premiano il mirabile sviluppo della scienza e della tecnica degli Stati Uniti d’America; premiano il lavoro scrupoloso e l’esemplare senso di responsabilità degli innumerevoli scenziati, tecnici e operai che hanno reso possibile lo storico evento; premiano infine il libero popolo americano, che ha dedicato all’intera umanità l’impresa più ardua di tutti i tempi. Alla nobile nazione americana, agli eroici astronauti e ai loro ammirevoli collaboratori, a Lei, Signor Presidente, in quest’ora storica di gloria e di esultanza, giunga per il mio tramite il commosso plauso del popolo italiano, il quale, nel reverente ricordo degli astronauti americani e sovietici caduti per la conquista dello spazio, si sente unito al popolo americano e a tutti i popoli del mondo nell’auspicio di un’ancora più alta conquista: quella del definitivo affermarsi della libertà, della giustizia e della pace su tutta la terra. Roma, 24 luglio 1949. Giuseppe Saragat”.

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

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