Il Tribunale di Norimberga

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale fu necessario procedere alla condanna dei responsabili di tanto orrore. Fu per questo che nacque il Tribunale Militare Internazionale che tenne il suo primo processo a Norimberga.

Dinanzi alle pressioni esercitate dai governi in esilio insediati a Londra, il governo britannico si pose, già nel corso del conflitto, il problema del trattamento da riservare ai responsabili dei crimini commessi dalle potenze dell’Asse. Erano state denunciate le atrocità commesse sulla popolazione civile nei territori occupati dai nazisti, la decimazione dei ceti dirigenti polacchi nel Warthegau, lafucilazione di ostaggi in Francia e Winston Churchill propose, il 6 maggio del 1942, di istituire una commissione d’inchiesa delle Nazioni Unite per raccogliere le prove dei crimini. A quest’idea convennero anche gli Stati Uniti e, coinvolta l’Unione Sovietica, il 30 ottobre del 1943, si stilò una “Dichiarazione sulle atrocità”, in cui si affermava l’esistenza di prove documentate di massacri ed esecuzioni di massa e si stabiliva che i criminali i cui delitti non fossero delimitabili da un punto di vista geografico venissero giudicati dai governi alleati. Tuttavia non mancarono voci contrarie al processo e favorevoli a metodi più drastici di punizione dei colpevoli. Henry Morgenthau, ministro statunitense delle finanze, propose l’internamento di massa e il lavoro forzato per i dirigenti nazionalsocialisti e si espresse a favore dell’emissione di liste di criminali di guerra da passare immediatamente per le armi. Churchill e Roosevelt sembrarono sostenere quest’idea ma quando essa fu divulgata sui giornali suscitò larga indignazione e ciò fece aumentare i consensi a favore del processo. Ad agosto del 1945 i rappresentanti di Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione Sovietica, nella Conferenza di Potsdam, annunciarono l’istituzione di un tribunale militare internazionale, il Tribunale di Norimberga.

Il processo cominciò nel novembre del 1945, istituito dal procuratore generale Robert H. Jackson. L’accusa si articolava in tre punti: crimini contro la pace, crimini contro il diritto di guerra e delitti contro l’umanità. Undici imputati furono condannati a morte e vennero impiccati il 16 ottobre 1946, tranne Hermann Goring, che riuscì a suicidarsi. Seguirono, sempre a Norimberga, i processi contro i medici, contro i giuristi, contro diverse istituzioni economiche coinvolte nello sfruttamento di manodopera coatta nei campi, contro il Ministero degli Esteri, contro il Comando Supremo delle Forze Armate, contro i capi dei Servizi per la Sicurezza del Reich e contro gli esponenti di primo piano dell’apparato di potere messo in piedi da Hitler.

Il filo conduttore che univa i diversi processi e i diversi capi d’accusa era già stato sviluppato nel settembre del 1944 dal colonnello Murray Bernay, capo del Settore compiti speciali presso il governo americano, il quale, in um memoriale dal titolo “Processo contro i cirminali di guerra europei”, formulò per la prima volta l’accusa di cospirazione contro i vertici nazisti. A Norimberga gli accusati furono imputati d’aver partecipato, prima dell’8 maggio del 1945, all’esecuzione “di un progetto comune o di un complotto miranti e comportanti la perpetrazione di crimini” contro la pace, contro il diritto di guerra e contro l’umanità in Germania e nei paesi occupati, “impiegando a tal fine mezzi tipici e sistematici quali: l’assassinio, lo sterminio, la riduzione in schiavitù, la deportazione ed altre pratiche disumane contro la popolazione civile, prima e durante la guerra, nonchè la persecuzione per motivi politici, razziali e religiosi, finalizzata all’attuazione di un piano per la preparazione e conduzione di guerre di aggressione e illegittime”.

Il fatto che a Norimberga il primo punto dell’accusa riguardasse crimini contro la pace rispecchia il dato che il tribunale fu creato dalle potenze vincitrici. La percezione comune all’epoca era oltretutto ancora lontana dal cogliere la realtà della Shoa, quindi non fu formulato nessun punto d’accusa specifico per lo sterminio degli ebrei. Fu l’incredibile mole di prove che fece saltare la logica e l’ordine dei capi d’accusa perchè, delle quasi 1700 pagine di atti processuali, oltre la metà riguardavano crimini razziali. Ciò valse soprattutto per il processo agli Einsatzgruppen, celebrato contro i responsabili di più di mezzo milione di ebrei sul fronte orientale. In questo modo, l’idea che la guerra fosse il crimine principale, fu abbandonata tacitamente.

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

 

Bibliografia: M. Cattaruzza e I. Deak, Il processo di Norimberga tra storia e giustizia

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