Storia del Cristianesimo: San Bruno di Colonia

Terzo figlio di Enrico l’Uccellatore, duca di Sassonia, e della sua seconda moglie, Santa Matilde, Bruno nacque verso la fine del 924 e fu una delle figure chiave dell’Alto Medioevo in Germania.

Da subito destinato alla carriera ecclesiastica, la sua formazione seguì un ritmo strepitoso. All’età di cinque anni fu affidato al vescovo Balderico di Utrecht e studiò presso quella la scuola episcopale. Qui ricevette un solida educazione letteraria che continuò sempre ad accrescere. Richiamato a corte da suo fratello Ottone, succeduto nel 936 al trono paterno, seguitò a dedicarsi agli studi e così, sebbene adolescente, ebbe già la dignità di abate di Lorsh, in Westfalia. Sedicenne divenne cancelliere del regno, carica che all’epoca era conferita solo agli arcivescovi.

Nel 951 accompagnò suo fratello in Italia, a combattere contro Berengario II. Era suo arcicappellano e consigliere, certamente non adatto a compiti di guerra e così, tornato in Germania, il fratello lo volle arcivescovo di Colonia. Fu consacrato il 25 settembre del 953 e introdusse subito alcune riforme tese a restaurare la disciplina ecclesiastica. In questa veste ricevette diversi privilegi reali da suo fratello, come il diritto di fortificare la città, tenere mercati, battere monete e aumentare le tasse, il che rafforzò ulteriormente la posizione di Colonia che divenne la città più importante dell’impero.

La posizione che ricopriva gli dava, di fatto, vantaggi e prerogative simili a quelle dei re del suo tempo, ma nonostante tanto potere, Bruno era considerato da tutti coscenzioso, pio ed umile e così si mostrò sempre.

La corte di Bruno a Colonia divenne il principale centro intellettuale e artistico del suo tempo; molto più importante di quella del fratello Otto, che era un uomo di inclinazioni più militari. Tra i personaggi legati alla corte di Bruno c’erano Raterio di Verona e Liutprando di Cremona. Molti di coloro che sarebbero stati la futura generazione di alti funzionari ecclesiastici in Lorena furono istruiti qui e tra essi possiamo citare Everaclus di Liegi, il vescovo Gerardo di Toul, il vescovo Wikfrid di Verdun e il vescovo Teodorico di Metz. Bruno trasformò totalmente la vecchia città di Colonia, ordinando la costruzione di un palazzo arcivescovile e ingrandendo la cattedrale, in modo che il complesso architettonico rivaleggiasse persino con la Basilica di San Pietro a Roma. Di questa cattedrale purtroppo non è rimasto più nulla, poiché nel 1248 subì un incendio e andò distrutta.

A Bruno si deve anche un sostanziale ampliamento dell’intelaiatura urbana e la nascita di una chiesa dedicata a San Martino, una dedicata a Sant’Andrea Apostolo ed un monastero benedettino in onore di San Pantaleone.

Gli eventi storici del tempo lo videro sempre accanto al fratello, specialmente nella lotta contro i suoi oppositori, anche quando essi furono genero e figlio dello stesso Ottone, appoggiati da Federico, arcivescovo di Magonza. Sottomessi i ribelli, nel 955, fu nominato Duca della Lorena al posto di Corrado, il genero di Ottone ora destituito.

Le posizioni combinate di arcivescovo e duca resero Bruno l’uomo più potente dopo Otto non solo in Germania ma anche in Europa. Fu per questo chiamato ad intervenire negli affari di stato della Francia, nel 956, da sua sorella Gerberga, rimasta vedova di re Luigi IV d’Oltremare. Inoltre, quando Ottone dovette tornare in Italia, ancora una volta per combattere Berengario II, nel 961, fu a Bruno che affidò la reggenza del regno e la custodia del piccolo principe Ottone II.

Ottone I tornò in Germania con la corona di imperatore, ricevuta a Roma il 2 febbraio del 962, ma Bruno non ebbe riposo dalle faccende politice. Dovette infatti intervenire precipitosamente in Francia per riportare la pace tra i suoi nipoti, Lotario III e Ugo Capeto, si dettero guerra. Al ritorno in Germania, stremato da tanto impegno, s’ammalò, cessando di vivere a Reims, l’11 ottobre del 965. Per sua espressa volontò il corpo fu trasportato a Colonia e sepolto nell’abbazia benedettina di San Pantaleone da lui stesso fondata.

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Fonte foto: dalla rete

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