Importanza commerciale di Savona nel Medioevo

Il passo che segue è tratto da Guida storica economica e artistica della città di Savona di Nicolò Cesare Garoni e documenta perfettamente la rilevanza che Savona ebbe, sotto il profilo economico e commerciale, nel Medioevo piemontese e ligure.

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I cittadini di Asti, di Alba, di Mondovì , di Fossano, di Cuneo, di Cherasco, interroghino i loro statuti, massime le rubriche di Statuta Revarum , e di Intrata portarum, documenti curiosissimi e poco esplorati dei commerci e della economia dei loro padri e di molte altre utili cose, tengano conto delle strade che in que tempi varcavano i nostri Apennini e vi troveranno indizi curiosissimi del floridissimo commercio che essi ebbero in ogni età con Savona. Ecco alcuni esempi.

Gli Statuta revarum civitatis Ast del 1377 notano anguille salate, barillis de tonina, de anzois salatis, acciughe in sale, gran quantità di droghe e di coloniali, fra quali cucarum, zuccaro, canella, canfora, cimino, drappi porporini di Genova borellini et albaacini de Finario, de partibus marine, et Ceve, lana francesia, de Anglia, toscana, latina, di Genova.

Il canone gabellario di Cherasco del 1320, nota cista e sommata piscium, tonnine, barile tonnine, pro qualibet tono magno, tonno grosso, anguillis, salsis, pro centenario, sommata magna zuccheri, aromatum et drogharum, sommata alluminis et saponis, carrata salis.

Gli statuti di Mondovi del 1419 notano barili di sardelle, di acciughe, di tonnina e schinatarum anguillarum et aliorum piscium salsarum ; altri statuti di altre città e terre del Piemonte registrano, oltre le già notate qualità di pesci, sardelle, salomoni, halenghis , aringhe e inoltre sommata bestie grosse pomorum citrulorum, pomorum aliorum et olivarum.

Negli statuti di Noli si legge: quilibet naulensis, seu ea traneus, deferens pisces crudos per terram, ultra iugum… si vero dicti pisces salati in Naulo, ut supra vendentur et emptor, vellet eos eactrahere, etc. de posse Nauli, per mare , sice per terram, ete.

Le strade commerciali dalla nostra Riviera oltre il giogo, in quella età erano le seguenti: Una nel Finaro, e dal Borgo su per la Caprazoppa e per Gorra a Calizzano ; descritta negli statuti finaresi, tre nelle valli savonesi delle quali così discorre Giantommaso Belloro. «La prima dicitur de Castagneto regis versus Porcariam, ed è quella, oltre il fiume, dietro la chiesa di Consolazione, luogo e contrada chiamata di Porcaria, che innoltrandosi nei boschi sopra Legine, passava nel quartiere di Castagnarei, sino dal 1178, nel luogo, anticamente, e anche oggidì, chiamato la Stra, ossia la strada e terminava a Cadibona. Dessa in un atto del 1182 dell’archivio, dicesi via antiqua, segnata per confine a una terra e per la stessa, praticata in ogni tempo da mulattieri, transitò nel 1795 l’armata austriaca, con grandissimo treno di carri e di artiglierie. La seconda vien detta di Cantagalletto, che comincia dal ponte di s. Martino e risalendo il colle di Montemoro, ove era fino dal 1178 uno spedale per comodo de viandanti, col titolo di s. Giacomo, terminava anch’ essa a Cadibona. Questa, come la più breve era la più frequentata, fino a che dalla munificenza di Napoleone il grande, non vi fosse sostituita la nuova via militare. Nell’ anno 1214 fu restaurata questa strada di Cantagalletto e dilatata al principio nella misura di venti palmi, come da atto in archivio. Lungo la strada, nel luogo detto la Crocetta, oltre Moro, vi ha il sito di alcune case, in strata Saone, appigionate dal comune nel 1468. La terza strada era nominata de Priocco, essa salendo per le facili colline di Ranco, alla sommità delle Alpi di Montenotte, dirigevasi a Ferrania, presso Cairo, ed è nominata nell’atto di fondazione dello spedale di Fornello, fatta da Enrico Guercio marchese di Savona, nell’anno 1179, a due di agosto, di cui l’originale è nell’archivio, a terra Ferranice usque stratam. Se ne trova antica memoria in alcuni atti del 1263, ove si nomina un campo ad viam saonensen. Questa strada passando per lunghissimo tratto sulla cima de monti, e soggetta a continui avvallamenti, ha dovuto rifarsi più e più volte, segnatamente nel 1333 e 1320 e si rinnova tuttora anche addì nostri».

Per queste strade del Finaro e di Savona, si facevano i commerci della nostra Riviera col Piemonte, massime quelli dei pesci crudi o freschi, e cotti e salati, che si cuocevano nelle quoquerias , o cucine volg. coeuacerie di Finalmarina, di Varigotti e di Noli, e si spedivano in ce ste, cestini e barili oltre gioghi, e il commercio degli olii e delle spezierie, ossia dei coloniali, e dei panni di Fiandra e altre robe d’oltre mare, che colle navi savonesi e d’altri popoli d’Italia e di Francia pervenivano nel porto di Savona. L’anno 1242 Ansaldo de Mari predava una gaIea provenzale, carica di panni francesi, che veleggiava per alla volta di Savona.

 

 

 

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