La Somalia descritta nelle opere medievali cinesi

In almeno due documenti i cronisti cinesi, tra il IX ed il XVI secolo, si soffermarono sulla Somalia con descrizioni singolari che testimoniano quanto fossero sviluppati gli scambi commerciali tra la Cina e l’Africa orientale.

Il primo riferimento di autori cinesi al continente africano risale al IX secolo ed è quello contenuto nel Yu yang tsa tsu di Chʻeng-shih Tuan, autore del periodo Tang. Esso ci offre una descrizione del paese di Bo-ba-li, individuabile nella regione di Berbera e del restante litorale del Corno d’Africa, con vari e interessanti rifrimenti ad un territorio popolato da pastori nomadi – somali, galla e forse masai –  spesso assaliti dagli arabi.

Vi leggiamo: “Il paese di Bo-Ba-li è situato nel maere sud-occidentale. La gente non mangia alcuno dei cinque cereali ma si alimenta solo di carne. Di tanto in tanto immergono un ago nelle vene dei bovini facendone uscire sangue che poi tragugiano crudo, mescolato col latte. Non portano indumenti all’infuori di pelli di pecora con cui si coprono la parte del corpo al di sotto dei fianchi. Le donne sono pulite e di decorose maniere. Gli abitanti stessi le catturano vendendole a mercanti stranieri che ne ricavano prezzi assai alti. Il paese produce solo avorio e ambra grigia. Se mercanti persiani hanno in mente di penetrare nel paese radunano varie migliaia di uomini e danno loro pezze di stoffa. Tutti, giovani e vecchi, si estraggono allora del sangue e pronunciano un giuramento, dopo di che commerciano i loro prodotti. In tempi antichi non erano soggetti ad alcuno straniero. Per combattere fanno uso di zanne di elefante e di costole e corna di bufali selvatici a mo’ di lance e indossano corazze e usano archi e frecce. Hanno venti miriadi di fanti. Gli arabi fanno spesso razzie ai loro danni”.

Più dettagliata è la descrizione del paese di Bo-ba-li (detto qui Bibaluo) contenuta nello Zhu Fan Zhi, compilato da Zhao Rugua, ispettore del commercio estero della città di Quanzhou, nel Fujian, nel 1226, sotto la dinastia Song.

Vi si legge: “Il paese di Bibaluo ha quattro prefetture. Il resto del paese è costituito da villaggi governati da uomini forti locali. Adorano il Cielo e non adorano il Buddha. Questa terra ha molti cammelli e pecore. Uno dei loro piatti popolari è la carne di cammello con latte di cammello e focaccia al forno. Lavorano l’ambra grigia, le zanne di grandi elefanti e le corna di grandi rinoceronti. Alcune delle zanne di elefante pesano più di cento catti (circa 140 libbre) e le corna di rinoceronte pesano più di dieci catti (circa 14 libbre). Hanno anche grandi quantità di costus, incenso e mirra e guscio di tartaruga eccezionalmente spesso. I mercanti di ogni paese si recano lì per comprare il guscio di tartaruga. Hanno anche un animale chiamato gru-cammello, che si trova a un’altezza da sei a sette piedi con il collo completamente allungato. Ha le ali e può volare, ma non a grandi altezze. Hanno un animale chiamato cula. Assomiglia a un cammello nella forma e ad un bue nelle dimensioni e ha un colore giallo. Le sue zampe anteriori sono lunghe cinque piedi e le zampe posteriori sono lunghe tre piedi. La sua testa è elevata ad una grande altezza e punta verso l’alto, e la sua pelle è spessa un pollice. Hanno anche muli con motivi alternati rossi, bianchi e neri che ricordano fili di ordito. Queste sono tutte bestie selvagge delle montagne e delle pianure e sono tipi tipicamente varianti di cammello. Alla gente di questo paese piace cacciare e talvolta usare frecce avvelenate”.

Gli studiosi Hirth e Rockhill hanno identificato le quattro prefetture come le città di Berbera e Zeila nel nord della Somalia e Mogadiscio e Barawa nel sud. Probabilmente l’uccello di cui si parla è uno struzzo, mentre il “cula” sarebbe la giraffa.

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: T. Filesi, Le relazioni della Cina con l’Africa nel Medio-Evo

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