Ordini cavallereschi dei Gonzaga

I Gonzaga, tra le grandi famiglie del Rinascimento, fecero di Mantova una delle più ricche città di quell’età. Il loro impegno per la difesa del cattolicesimo e la loro viva fede religiosa, che darà alla Chiesa San Luigi, li guidarono all’istituzione di diversi ordini cavallereschi.

Il più antico di essi fu l’Ordine del Merito della Devozione, anche detto del “Cordone Giallo”, così chiamato dal colore del suo nastro. Tale ordine fu istituito nel 1580 dal principe Luigi Gonzaga, Duca di Nevers e di Rethel, in occasione della nascita del primogenito Carlo di Gonzaga-Cleves. Il 13 marzo 1599, proprio Carlo, nella circostanza del suo matrimonio con la Principessa Caterina di Lorena, lo riconfermò e nel 1609 gli diede nuovi statuti, in forza dei quali l’Ordine del Cordone Giallo fu dichiarato civile e militare, e destinato a ricompensare i servigi resi alla Casa Gonzaga.

Quest’ordine era conferito dal suo fondatore ai gentiluomini con pompa religiosa. I candidati, radunati in chiesa, assistevano, fra un concorso immenso di popolo, alla santa messa, e prima delle letture, si avvicinavano all’altare per ascoltare la solenne enunciazione degli statuti dell’ordine, dopo la quale ciascun di essi si presentava in ginocchio e senza spada al Duca, che, ottenuto giuramento, cingeva loro la spada, apponeva il cordone dell’ordine ed abbracciava il candidato così divenuto novello cavaliere.

Ai Gonzaga si deve anche l’Ordine della Redenzione o del “Sangue Prezioso” fondato da Vincenzo I di Gonzaga, Duca di Mantova, nel 1608. Una lontana tradizione mantovana voleva che Longino, raccolto il sangue di Gesù, l’avesse portato a Mantova e nascosto dove oggi sorge la Basilica di Sant’Andrea Apostolo. Nella cripta della basilica cittadina si conservano, infatti, due reliquiari con terra intrisa di sangue, che avrebbe portato qui il soldato romano.

La storia della basilica è intimamente legata a quella delle reliquie del sangue di Cristo. Il loro primo rinvenimento risale all’804 ed in questa occasione Beatrice di Lotaringia ordinò l’erezione di un primo edificio di culto. Una seconda reliquia fu ritrovata nel 1049 ed in tale circostanza Papa Leone IX consacrò il prodigioso rinvenimento. Quattro secoli dopo, nel 1459, l’autenticità del sangue fu solennemente consacrata dal Concilio celebrato in Mantova alla presenza del Pontefice Paolo II. La chiesa divenne meta di grandi pellegrinaggi e, nel 1472, il Marchese Ludovico III Gonzaga ne volle la completa ristrutturazione per farne il simbolo del potere del suo casato.

Al principio del Seicento, il Duca Vincenzo I, devotissimo, come tutti i suoi predecessori, del divino sangue, volle onorarlo colla istituzione di questo ordine cavalleresco sorto in occasione del matrimonio tra suo figlio Francesco IV e la Principessa Margherita di Savoia, circostanza in cui, l’altro suo figlio, Ferdinando, divenne cardinale.

La prima cerimonia di quest’ordine si fece il giorno della Pentecoste del 1608 nella Cappella del Palazzo Ducale, dove il Cardinale Ferdinando di Gonzaga creò cavaliere il Duca suo padre. Quindi, nella Basilica di Sant’Andrea Apostolo, alla presenza delle reliquie, lo stesso Duca Vincenzo I, adesso Gran Maestro, conferì la decorazione ai primi cavalieri che furono Francesco di Gonzaga, Principe ereditario di Mantova, Monferrato ecc; Giuglio Cesare II di Gonzaga, Principe di Bozzolo e del Sacro Romano Impero e Duca di Termoli; Cristiano di Gonzaga, Duca di Solferino, Marchese di Ostiano e signore di Pomponesco; il Duca di Serracapriola; il Principe D. Andrea di Gonzaga, Marchese di Chienti e di San Paolo, figlio di Ferdinando II, Duca sovrano di Guastalla; il Marchese Girolamo Adorno Pallavicino; il Conte di Silvano di Casal Monferrato; il Marchese Giordano di Gonzaga, Principe del Sacro Romano Impero; il Marchese Guido San Giorgio di Volpiano; il Conte Alessandro Bevilacqua di Verona; Don Carlo Rossi dei Conti di San Secondo, Generale dell’armata del Duca di Mantova; il Conte Galeazzo Canossa Veronese; il Marchese di Caliano nel Monferrato; Federico di Gonzaga, Marchese di Luzzara e Principe del Sacro Romano Impero; il Conte Francesco Brembato di Bergamo; Girolamo Martinengo di Brescia, Patrizio Veneto; Don Latino Orsino, Duca di Selice Romano; il Principe Pirro di Gonzaga, Signore di Vescovato; il Principe Luigi di Gonzaga, Marchese di Palazzuolo.

Negli statuti compilati dal Duca Vincenzo I, e approvati dal Pontefice Paolo V, era stabilito che l’ordine non si dovesse conferire che a soli gentiluomini di nome e d’armi e senza macchia, e s’imponeva ai cavalieri l’obbligo di difendere la religione cattolica, la dignità del Papa, gli interessi del fondatore e dei suoi successori, l’onore delle dame, le vedove, gli orfani ecc. La divisa di solennità dei cavalieri consisteva in un manto di raso cremisino, fregiato d’oro alla lunga, e sparso di crogiuoli tra le fiamme, con entro un fascette di verghe d’oro e colla leggenda “Domine probasti me”; in un collare formato di pezzi d’ oro di forma ellittica con l’impronta alternata del crogiuolo e della suddetta leggenda; e in una medaglia pendente dal collare, anch’essa d’oro, sulla quale era effigiato o scolpito un vaso od ostensorio in cui apparivano tre gocce di sangue, e intorno il motto “Nihil hoc triste recepto”. La sottoveste o giustacorpo era di damasco d’argento con frappa bianca al collo; le brache, le calze, e le scarpe erano di seta cremisi; e il cappello triangolare a punta portava piume d’airone.

Un’altra illustre istituzione cavalleresca dei Gonzaga fu l’Ordine della Immacolata Concezione. Posto sotto la regola di San Francesco e sotto la protezione di San Michele Arcangelo e San Basilio vescovo, quest’ordine fu voluto dal Cardinale Ferdinando Gonzaga nel 1623 per la difesa del Cattolicesimo e per frenare le scorrerie dei Turchi e fu aperto a tutti i nobili provenienti delle nazioni cattoliche.

Gli articoli più rimarchevoli degli statui prescrivevano che l’elezione del Gran Maestro fosse riserbata al Pontefice; che il Papa come capo dell’ordine desse ai cavalieri il palazzo apostolico lateranense per casa conventuale, ed il porto di Civitavecchia per farvi il loro arsenale, e che nel convento di Roma vi fossero maestri di tutte le facoltà per insegnare ai cavalieri gli esercizi propri del loro stato. La decorazione era composta da una croce ottagona d’oro, smaltata d’azzurro, caricata in cuore dell’effigie dell’Immacolata Concezione sul cui rovescio era l’Arcangelo Michele colla leggenda “Quis ut Deus”. La croce era circondata dal cordone bianco di San Francesco.

Un quarto rodine fu voluto nell’Ottocento dal Principe Alessandro Gonzaga che vantò diritti di successione sul Ducato di Mantova, sul Ducato di Guastalla e sul Principato di Castiglione. Egli decise di conferire alle dame l’Ordine della Croce stellata, istituito nel 1668 dall’imperatrice Eleonora Gonzaga-Nevers riunendolo all’Ordine del Redentore. Il nuovo ordine, chiamato Ordine delle dame di Maria Elisa, in onore della moglie del principe, ebbe vita brevissima.

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Fonte:

Giuseppe F. Fontana, Storia degli Ordini, Lucca 1793

Ordini della Famiglia Gonzaga, tratto dal Giornale araldico-genealogico-diplomatico, Fermo 1874

G. Malacarne, Araldica Gonzaghesca, Mantova 1992

 

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